Degustatore: Roberto Giuliani Valutazione: @@@@ Data degustazione: 11/2022
Tipologia: DOC Rosso Vitigni: corvina, corvinone, rondinella Titolo alcolometrico: 13,5% Produttore: ANTOLINI Bottiglia: 750 ml Prezzo enoteca: da 15 a 25 euro
Terre di Vite 2022, che si è svolto il 22 e 23 ottobre a Bomporto (MO), nelle splendide sale di Villa Cavazza, è stata un’occasione per tornare a fare due chiacchiere con una mia vecchia conoscenza, Pier Paolo Antolini, sullo stato dell’arte della Valpolicella. La storica regione vitivinicola della provincia di Verona ha subìto, a partire dalla fine del secolo scorso, un vero e proprio stravolgimento d’immagine. Il progressivo interesse del mercato estero nei confronti dell’Amarone, ha spinto un gran numero di aziende a investire sempre di più nella produzione di questo famoso vino a scapito del Valpolicella, purtroppo anche impiantando viti in zone non proprio vocate; per quanto riguarda quest’ultimo si è puntato maggiormente alla versione “Ripasso”. E infatti, se confrontiamo i dati forniti da quell’eccellente sito di Marco Baccaglio che si chiama “I numeri del vino“, scopriamo che dal 2016 al 2020 le produzioni di vino in ettolitri dell’Amarone e del Valpolicella Ripasso sono in aumento (Amarone da 98mila a 130mila, Ripasso da 154mila a quasi 225mila), mentre quelle del Valpolicella sono in diminuzione (da 214mila a 148mila). Questo processo ha finito per spostare l’immagine del territorio sui vini più corposi e morbidi (ma anche fortemente alcolici); la domanda sorge spontanea: sono questi i parametri che identificano la tradizione del vino in Valpolicella? La risposta è, a mio avviso, un no perentorio, esattamente come non lo è lo Sforzato in Valtellina. Questa deriva rischia davvero di cancellare un vino che ha radici lontane e una bevibilità e piacevolezza che ha pochi eguali. Certo, il Valpolicella annata non sarà mai un vino complesso e longevo, ma per questo esiste il “Superiore”, “Classico” ancora meglio, un vino che senza bisogno di ripassi o appassimenti ha parecchie cose da dire e si presta molto meglio ad accompagnare la nostra cucina quotidiana, senza mai stancare chi ne beve un buon bicchiere. Un esempio lampante è proprio il Persegà, di cui vi avevo già raccontato in passato, che nella versione 2020 mi è parso davvero in gran forma e con un timbro esemplare per ricordarci che in questa fantastica zona che si fregia di vitigni come corvina, corvinone, rondinella (e in alcuni casi anche molinara, oseleta, croatina ecc.), non è necessario puntare sull’appassimento per ottenere un grande vino, ma al contrario che questo va preservato e mai dimenticato, non a caso in etichetta la prima parola è “Valpolicella”. Scendendo nel dettaglio i profumi richiamano un frutto avvolgente, ciliegia, marasca, amarena, guizzi d’arancia rossa, poi mirto e ginepro, non senza qualche slancio floreale di geranio e rosa. In bocca dimostra di avere struttura e un apporto di freschezza e tannicità che rendono il sorso elettrizzante, restituendo un frutto croccante e sfumature pepate e di liquirizia. Un vino così, 14 gradi alcolici, a tavola rischia di finire senza che neanche ve ne accorgiate… Sfiora la quinta chiocciola.
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
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Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
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