Alto Piemonte e Gran Monferrato premiati alla Citta Europea del Vino 2024. Sette vini di Boca a confronto
Fotografie di Danila Atzeni
Lo scorso sabato 11 novembre, a Boca (NO) presso l’Azienda Vitivinicola Podere ai Valloni, si è tenuta una conferenza stampa dedicata al riconoscimento “Città Europea del Vino 2024 Alto Piemonte e Gran Monferrato” conferito dal network RECEVIN (Rete Europea delle Città del Vino). Il premio è stato assegnato a Bruxelles il 4 luglio del corrente anno. La cosiddetta corona di alloro per tutto il prossimo anno verrà consegnata a 20 comuni piemontesi. Gli stessi cercheranno di fare squadra uniti sotto un’unica sigla e mediante un programma condiviso di eventi, incontri, convegni e degustazioni distribuiti sulle provincie di Alessandria, Biella, Novara, VCO e Vercelli.
I borghi coinvolti sono: Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco. Presenti all’incontro, moderato da Anna Sertorio – titolare della Cantina Podere ai Valloni – in veste istituzionale: Matteo Marnati (Assessore all’Ambiente Regione Piemonte), Federico Binatti (Presidente Provincia di Novara), Stefano Vercelloni (Coord. Piemonte Ass. Naz. Città del Vino) Andrea Fontana (Pres. Cons. Tutela Nebbioli Alto Piemonte), Andrea Cerri (Sindaco di Boca) Clio Pescetti (Presidente Club Unesco Terre del Boca) Francis Fogarty (Sesia Valgrande Geopark) Lucia Pompilio (Direttrice Ente Gestione Aree Protette Valsesia e Valgrande) e infine Mauro Bettini (guardiaparco del Parco della Valsesia).
Città del Vino è principalmente un’Associazione di comuni nata nel 1987. Si era appena concluso fortunatamente uno dei periodi più bui della storia dell’enologia italiana, alludo allo scandalo del metanolo. Ai giorni nostri conta un’adesione di 550 comuni, 70 dei quali piemontesi e degli stessi 14 sono comuni nel novarese. La rete nel corso degli anni ha allargato le maglie verso nuovi orizzonti europei: 12 gli stati che aderiscono al progetto, dunque un totale di 1200 “città del vino”. Il premio è stato conferito al nostro Paese ogni due-tre anni: 2013 Marsala, 2016 Conegliano Valdobbiadene, 2019 Sannio Falanghina e 2021 Barolo. Un dato interessante da analizzare riguarda l’incremento del turismo, pari al 25%, nelle aree vitivinicole che hanno ricevuto questo importante riconoscimento. I relatori presenti alla conferenza stampa, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, hanno esortato i produttori vitivinicoli a fare squadra e a ragionare nell’interesse della collettività.
Il fine è quello di sfruttare al massimo questo importante volano turistico che nel 2024, se ben gestito, potrà offrire nuovi posti di lavoro e generare ricchezza per il territorio. Occorre valorizzare l’aspetto storico, ad esempio il sistema di allevamento maggiorina, tuttavia saper guardare anche al lato pragmatico e pratico della viticoltura e delle problematiche attuali legate ad essa. Capire dove e quando richiedere un aiuto alle istituzioni, occorre soprattutto sburocratizzare il più possibile le attività, ad esempio i bandi. Restringendo il campo al comune di Boca, che ha promosso questo incontro, il Sindaco Andrea Cerri illustra le attività previste per il 2024 – Questo prestigioso riconoscimento rappresenta una grande occasione per il territorio per fare marketing, merito che va interamente attribuito alle sue bellezze e al constante impegno dei suoi bravissimi produttori, dei veri e propri fuoriclasse. Un ambiente di grande pregio che non ha nulla da invidiare ad altri ben più blasonati. Nel 1969 quest’ultimo era a rischio d’estinzione per il progressivo abbandono della vigna in favore del settore industriale. Nella seconda metà degli anni Ottana è ripartito tutto grazie all’intuito di grossi investitori che, assieme ai produttori, hanno fatto conoscere i vini a livello internazionale. Il legame tra vino e paesaggio è fondamentale, occorre valorizzare le bellezze per creare nuovi posti di lavoro e ricchezza. Verranno svolti piccoli interventi di sistemazione delle strade che comunicano con le vigne allo scopo di facilitare i collegamenti –.
Di seguito l’elenco delle manifestazioni previste nel 2024 in capo al comune di Boca. Le date precise, salvo un evento specifico, non sono ancora disponibili:
Gennaio – Conferenza stampa con Club Unesco presso lo Spazio per la Cultura “L’isola che non c’è” con presentazione degli eventi che si faranno a Boca nel 2024
24 Marzo – Benvenuta Primavera delle Città del Vino in piazza a Boca con tutti i produttori del vino omonimo
Maggio / giugno – Mostra del vino di Boca a cura della Pro Loco, edizione speciale Città del Vino
Agosto – Calici di stelle: evento in condivisione ospitato al Podere ai Valloni coinvolgendo Città del vino e i produttori (con concerto in vigna)
Settembre/ottobre – festa della vendemmia comunitaria in piazza a Boca
Novembre – San Martino, evento bochese con i produttori
Conclusa la conferenza stampa ho avuto la possibilità di assaggiare sette vini proposti da alcune delle aziende vitivinicole facenti parte delle Terre del Boca. Alludo ovviamente al Boca Doc, salvo un’etichetta imbottigliata come Vino Rosso. Questa antica denominazione novarese, nata nel 1969 e tra le più antiche d’Italia, si può produrre soltanto mediante uve provenienti dai seguenti vitigni e con queste proporzioni: nebbiolo (localmente chiamato spanna) 90-70%, vespolina e uva rara (chiamata anche bonarda novarese) da sole o congiuntamente dal 10% fino al 30%. Il vino può essere messo in commercio soltanto dopo un invecchiamento minimo di 34 mesi, 18 dei quali in botte di rovere o castagno. Le uve devono essere raccolte nella zona di produzione compresa nei comuni di Boca, Maggiora, Cavallirio, Prato Sesia e Grignasco, tutti in provincia di Novara.
Boca 2020 Tenute Guardasole. Grignasco.
Appare vivo sin dal colore, un bel granato luminoso che tende al rubino. Ricco di richiami legati al territorio, ai porfidi che caratterizzano il Dna di questi vini: scorza di arancia rossa sanguinella, ribes, timo e zagara, toni ferrosi/ematici e di pepe nero; con lenta ossigenazione smalto, grafite e incenso. Grande complessità ed evoluzione soprattutto trascorsi 15 minuti dalla mescita. Centro bocca di tutto rispetto, sferzata acida e sale a dismisura. Tutto ciò si traduce in longevità. L’equilibrio è ancora ben lontano dal suo apice, guai se non fosse così: è un vino ancora in fasce che promette bene.
Boca 2019 Davide Carlone. Grignasco
Rubino caldo, ombra granata, tonalità profonda. Intenso al naso grazie ai toni autunnali: terriccio umido, fogliame secco, humus e amarena, spezie dolci e tabacco. Con lenta ossigenazione svanisce il ricordo del legno a favore di incenso e grafite. In bocca è un vino caldo tuttavia slanciato, succoso a dismisura e ricco di spunti interessanti che vanno dal tannino vispo alla sapidità preponderante. Un Boca in divenire.
Boca 2018 Barbaglia. Cavallirio
Granato caldo, tonalità vivace e buon estratto. Il respiro è intenso e sa di amarena matura, Boero, arancia rossa sanguinella, noce moscata, toni ferrosi e floreali (viola) lievemente appassiti. Palato ricco, centro bocca di spessore tuttavia il vino scivola con disinvoltura richiamando l’agrume e la spezia dolce. Vino lunghissimo, l’alcol è ben digerito così come il legno.
Boca Vigna Cristiana 2013 Podere ai Valloni. Boca
Tonalità granata, unghia arancio-mattone e nonostante gli undici anni dalla vendemmia risulta ancora solare. Avvicino il naso al vino e vengo rapito da una coltre balsamica intensa, la stessa ricorda la felce e il mentolo con incursioni di liquirizia dolce, boero e grafite; incredibile la pulizia dei profumi priva di sbavature. In bocca non è da meno: la freschezza tiene ancora testa inserita all’interno di un corpo mediamente pronunciato. Riscontro una grande sapidità derivata dai porfidi rosa contenuti all’interno di una delle vigne più vocate del comprensorio.
Rosso Santuvario 2018 Santuvario. Borgomanero
Tra il rubino e il granato, struttura media. Naso arioso e ricco di spunti fruttati dolci tra cui ciliegia, mirtillo rosso e frutti estivi tra cui pesca matura; con lenta ossigenazione affiorano ricordi di cipria, pepe bianco e timo. In bocca stupisce grazie ad una lunga progressione ricca di sapidità e succo e nonostante un corpo mediamente pronunciato. La quintessenza del concetto di bevibilità in un vino rosso.
Boca 2018 Terrini. Boca
Rubino carico, ombra granata. Respiro intenso dove il frutto è protagonista e richiama il mirtillo nero, l’amarena con incursioni di pepe nero, toni ferrosi/ematici e una sottile vena erbacea che lo accompagna fino alla fine. Tannino ancora vispo, acidità spinta oltre i limiti – a mio avviso – perché manca il corpo necessario a reggerla, così come la sapidità che sfuma lentamente. Nel complesso è un vino discreto nonostante la mancanza di progressione.
Boca 2018 Vallana. Maggiora
Rubino-granata piuttosto intenso e vivace, media struttura. Un altro vino ricco di soffi balsamici, gli stessi generano freschezza dal primo all’ultimo istante ed è il mentolo a primeggiare, con suggestioni di frutti di bosco maturi e una nota piccante, atipica, ricca di fascino; con lenta ossigenazione smalto e grafite. Un Boca dal profilo piuttosto moderno: è la bevibilità ad aver la meglio su muscoli ed estratto. Per nulla banale perché la lunghezza del sorso è commisurata alla sapidità intrinseca del vino.
Andrea Li Calzi