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La Ribolla di Oslavia in degustazione

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LRibolla di Oslavia è complessivamente declinata in sette interpretazioni, delle quali sei ad opera di viticoltori facenti parte dell’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia, e la settima ad opera di colui che nella sua lingua si chiama Josko, e nella nostra Giuseppe. Le versioni di Oslavia differiscono dalle altre per la presenza di tannino, quindi esenti da quella morbidezza che in tanti vini bianchi tende ad effeminare gli animi…¹ ma la Ribolla di Oslavia resta, in ogni modo, femmina, sinuosa e generosa, mai troppo magra né trasparente, più Hera che Afrodite, piacente.

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Ai due estremi dell’esperienza sensoriale troviamo la Ribolla di Fiegl, bionda, leggiadra ma non troppo, e quella di Radikon, la più ambrata e speziata, quasi opera di speziale. Nel mezzo, auree, spesse, fresche atque minerali, le Ribolla de La Castellada, Il Carpino, Dario Princic, e Primosic.

 

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La Ribolla Gialla 2016 di Fiegl, che fa due settimane di macerazione sulle bucce, ha aspetto cristallino e colore giallo paglierino con riflessi dorati. Composta nel calice, si contraddistingue per i profumi di fiori di campo, camomilla, fieno, e mela golden matura accompagnata da sentori lievemente agrumati. Ha passo vivace ma regala già soddisfazione di beva, che aumenterà col passare degli anni, come verificato nell’assaggio di annate più remote.

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La Ribolla Gialla 2011 de La Castellada, proposta come Doc Collio, resta circa due mesi a contatto con le bucce per poi maturare circa due anni in botti di rovere di Slavonia. Imbottigliata senza filtrazione si presenta limpida, color dell’oro con riflessi topazio, e con naso di erbe essiccate, anche aromatiche, mela cotogna, fiori d’arancio, e agrumi canditi. Eccellente al gusto, dove si godono appieno l’estratto tannico e al tempo stesso la facilità di beva, che sfocia in un finale sapido di grande soddisfazione.

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Dieci anni ma non li dimostra, la Ribolla Gialla 2008 de Il Carpino, è il risultato di un’annata difficile ma che alla fine ha premiato chi ha saputo interpretarla nel modo giusto. Anch’essa ha fatto circa due mesi di macerazione con le bucce, quindi due anni di botte, decantazione in vasche d’acciaio e imbottigliamento senza filtrazione. Ancora limpida e di un bel colore topazio con riflessi ambrati, profuma di fieno ed erbe aromatiche quali timo e lieve rosmarino, mela cotogna e albicocca secca. In bocca offre tannini vellutati, polpa quasi masticabile che rinnova le note fruttate e aromatiche, e regala un finale lungo, minerale e sapido.

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La Ribolla Gialla 2015 di Dario Prinčič è il risultato di un’annata ottima. Ha passato 35 giorni a contatto con le bucce in tini aperti di legno locale (rovere, castagno e acacia), poi due anni in botti di Slavonia e quasi tre mesi di decantazione in acciaio prima dell’imbottigliamento, avvenuto senza filtrazione. Appena limpida e con visibile estratto, ha profumi di base paglia e fieno da cui emergono mela renetta e cotogna, castagna, agrumi canditi e note fresche di menta e rosmarino. Polposa tra lingua e palato, è morbida ma tonica, dal finale fruttato, minerale e di intrigante idrocarburo, complesso, invitante.

 

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La Ribolla di Oslavia Riserva 2013 di Primosic, anch’essa proposta come Doc Collio, resta circa un mese a contatto con le bucce, fa fermentazione spontanea con i propri lieviti, senza controllo di temperatura, e matura due anni in botti dai 500 ai 1500 litri. Imbottigliata senza filtrazione ha aspetto limpido, quasi cristallino e colore oro con riflessi topazio. Profuma di fiori d’acacia e d’arancio, di castagna, albicocca secca, agrumi canditi, e mazzetto di erbe aromatiche. Di calibrato corpo, al gusto rinnova le sensazioni olfattive in un contesto minerale ed elegante, dal persistente finale.

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La Ribolla 2012 di Radikon svolge la macerazione con le bucce più lunga: novanta giorni, per estrarre tutto il possibile dall’uva originaria. Una Ribolla dal color dell’ambra con riflessi ramati, profumi di cotogna, albicocca secca e scorza d’arancia candita, conditi da note di erbe aromatiche e, ancor di più, da toni speziati di curcuma e lieve noce moscata. In bocca è sontuosa, ricca della polpa dei frutti avvertiti al gusto, tannica e minerale, speziata, dal finale interminabile nel retronaso. Un vino “bianco” estremo, in grado di abbinarsi a piatti molto sostanziosi.

 

 

Di certo la Ribolla di Oslavia, la cui cultura e tradizione ha saputo tramandarsi e “travasarsi” per generazioni, non è più il vino pionieristico considerato tale sino a un paio di decenni orsono. Il nuovo percorso di “innovazione basata sulla tradizione” può dirsi concluso, giacché i vini proposti sono stabili, longevi, coerenti benché mai scontati, eccellenti. La conclusione di questo percorso è stata sancita con la recente sottoscrizione del disciplinare da parte delle aziende dell’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia, che il 5 ottobre 2018 presso il Castello di Gorizia, ha ufficializzato e presentato Proposta di Disciplinare al Consorzio Tutela Vini Collio (come riportato qui).

Maurizio Taglioni

1 Cfr. Caio Giulio Cesare, De bello Gallico I,1.

Maurizio Taglioni

Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate del settore. Ha curato la redazione dell’autobiografia Vitae di un vignarolo di Antonio Cugini (2007), ha scritto il saggio “Dall’uva al vino: la cultura enologica ai Castelli Romani” in Una borgata che è tutta un’osteria a cura di Simona Soprano (2012), e ha pubblicato la ricerca socio-economica «Portaci un altro litro» - Perché Roma non beve il vino dei Castelli (2013). Collaboratore scientifico del Museo diffuso del Vino di Monte Porzio Catone, porta avanti dal 2009 la ricerca qualitativa volta alla raccolta e documentazione delle storie di vita degli anziani vignaioli dei Castelli Romani, confluita nell’allestimento museale multimediale Travaso di cultura e nell’installazione artistica itinerante Vite a Rendere, per la riscoperta e il recupero delle tradizioni vitivinicole dei Castelli Romani.

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