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Podernuovo a Palazzone: il “gioiello” di Giovanni Bulgari

Podernuovo a Palazzone

Angoli nascosti della Toscana, meno conosciuti, ma forse proprio per questo ancora da scoprire e vivere, siamo a Palazzone nel comune di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, al confine tra Toscana, Lazio ed Umbria. Qui a 400 metri di altezza si sviluppa l’azienda Podernuovo a Palazzone, il “gioiello” di Giovanni Bulgari. Una realtà che è il frutto della cura del dettaglio, dell’armonia delle forme e della passione di Giovanni per l’agricoltura in generale, dove vigneti e uliveti parlano il linguaggio espressivo dei luoghi su cui si trovano. Passione iniziata con la produzione di olio, che vede oggi oltre alla produzione vitivinicola anche quella di miele.
Una realtà acquistata da Giovanni e dal padre Paolo nel 2004, con l’obiettivo di integrare e di far dialogare uomo e natura nel modo più equilibrato possibile, attratti non solo dalla bellezza di questi luoghi e da quel senso di autenticità trasmessa, ma anche dal suo fascino intimo e dal fatto che si tratti di un luogo poco conosciuto per la coltivazione della vite; una sfida personale per capire cosa questo territorio potesse dare in termini produttivi.
In passato Palazzone era una stazione di posta, lungo la famosa Via Cassia, poi divenuto un avamposto commerciale del Castello di Fighine, che ne deteneva la proprietà agricola.

Da sinistra: Giovanni Bulgari e l'enologo Jacopo Felici
Da sinistra: Giovanni Bulgari e l’enologo Jacopo Felici

La storia vitivinicola di Podernuovo a Palazzone affonda le radici nel passato, già negli anni ‘50 del 1900 erano coltivate uve da peso, principalmente Sangiovese; i vigneti esistenti sono stati espiantati poco dopo l’acquisto e nel 2007 sono stati rifatti i nuovi impianti con la prima vendemmia avvenuta nel 2009.
Non solo le vigne, ma anche la cantina, è stata costruita ex novo, con una particolare attenzione nei confronti dell’ambiente; la struttura è infatti inserita per due terzi all’interno della collina e sfrutta l’utilizzo dell’energia geotermica, mentre il tetto è coperto da pannelli solari, il che permette il controllo delle emissioni mantenendole vicino allo zero.
Il progetto è stato curato e realizzato nel 2012 dall’architetto Massimo Alvisi, allievo di Renzo Piano, e Junko Kirimoto, dello studio Alvisi Kirimoto & Partners, che è riuscito a intervenire in modo estremamente delicato esprimendo una singolare sensibilità verso l’ambiente e il paesaggio. Un edificio dove i suoi ambienti sono definiti in funzione delle esigenze produttive e che parte dal paesaggio circostante, inserendosi in modo naturale nello stesso, come prosecuzione di un unico percorso che si apre sui vigneti.

Giovanni Bulgari con lo chef Francesco Nunziata
Giovanni Bulgari con lo chef Francesco Nunziata

Circa 50 gli ettari di proprietà, di cui parte dedicati a oliveto, seminativo e bosco, e 26 vitati, distribuiti su due areali diversi, di cui 22 ettari che si trovano a Palazzone, sono dedicati ai vitigni a bacca rossa – di cui larga parte di Sangiovese e Cabernet – mentre i 4 ettari restanti, stavolta dedicati ai vitigni bianchi, Chardonnay e Grechetto, sono situati sul Lago di Corbara, in Umbria, dove la famiglia ha altre proprietà.
Quindici le vendemmie alle spalle, che oggi vedono un ulteriore cambio nella gestione produttiva, con l’ingresso recente del giovane enologo Jacopo Felici, che ha sostituito le precedenti gestioni per dar vita a dei vini dotati di una identità più distinta, eleganti, lineari e godibili.
Circa centomila le bottiglie prodotte, suddivise tra sei referenze che richiamano alcuni nomi che prendono spunto dalla terra e dai legami familiari, ciascuna delle quali sta trovando la sua natura espressiva. L’esposizione dei vigneti è sud-est, con suoli di natura argillosa, dalla tessitura argillo-limosa nelle parti basse dei vigneti; nella tenuta di Corbara l’orografia è caratterizzata dalla presenza di calanchi, ricchi di scheletro con presenza di calcare, arenarie e fossili.
Come hanno raccontato Giovanni e Jacopo Felici durante una recente visita in cantina, l’annata 2023 sicuramente non sarà tra le più semplici, soprattutto per via delle infezioni da peronospora, vedrà una produzione inferiore, ma di qualità, con l’attesa di vini dotati di freschezza, acidità e particolarmente interessanti anche dal punto di vista aromatico. Le vinificazioni avvengono in acciaio e cemento e naturalmente in legno, in particolare per i cru e si adattano a quello che è l’andamento dell’annata.

IGT Toscana rosato 2022 Aliki

Presso il Ristorante stellato Castello di Fighine sono stati presentati e assaggiati i vini prodotti, con un menù dedicato realizzato dallo chef Francesco Nunziata, una successione di piatti ispirati alla tradizione toscana, che si intrecciano ad una visione di cucina contemporanea e salutare.
Interessante e singolare Aliki, IGT Toscana rosato 2022, prodotto da uve Malbec e Merlot, ultimo nato e frutto di diverse sperimentazioni; il nome è una dedica alla mamma di Giovanni, che si chiama Alice, si tratta di un vino pensato in linea di massima come vino da annata, dotato di una espressività elegante, gioviale, godibile e di grande bevibilità.

Rosso Argirio

Tra i prodotti di punta ci sono l’IGT Toscana Rosso Argirio, prodotto da uve 100% Cabernet Franc,
l’IGT Toscana Rosso Sotirio, prodotto da uve 100% Sangiovese e l’IGT Toscana Rosso G33, composto da un blend di uve Sangiovese, Merlot e Petit Verdot in parti uguali.
“Argirio” è un nome di fantasia che prende ispirazione dall’argilla di origine pliocenica presente nelle vigne, presentato sia nell’annata 2018, che nella 2020 servita in anteprima. Nella 2020 già si vede un cambio passo, con una gestione del vino in una dimensione più contemporanea.

Toscana Rosso G33

Anche l’IGT Toscana Rosso G33 è un campione da botte, sempre dell’annata 2020, un vino che viaggia su un binario diverso, prodotto per ora solo in 1620 bottiglie e solo nelle annate ottimali, frutto di una parcellizzazione delle diverse vigne di ciascun varietale.
Quello che emerge è la forte volontà di Giovanni Bulgari di guardare avanti, in modo aperto e dinamico, cercando di ascoltare, capire e interpretare i valori della terra, rispettando il carattere delle varietà presenti, guidato dalla passione per la natura e dalla voglia di raggiungere con i giusti tempi i suoi desiderata.
Diversi ancora i progetti in cantiere, da luglio scorso l’azienda è in conversione bio ed è in atto la ristrutturazione di due casali di proprietà, uno a Podernuovo e uno nella tenuta di Corbara, che permetteranno di ospitare appassionati e clienti.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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