La rinascita del Pallagrello raccontata nel libro di Manuela Piancastelli
“Come è noto in tutte le zone importanti del vino nel mondo i fiumi ne percorrono i territori, è vero per il Reno, il Rodano, la Mosella, la Loira. Terra di lavoro è interamente percorsa dal fiume Volturno, ben 175 km di acque che scorrono dalle Mainarde fino al mar Tirreno, a ridosso dei massicci montuosi del Matese e del Taburno. Ai piedi e in corrispondenza di questa linea montuosa – Mainarde, Matese e Taburno – ecco il “Volturnus rapax”, così definito in epoca romana per la velocità delle sue acque che tocca gran parte di quelli che nel tempo sono stati i principali centri di produzione del Pallagrello. Perché è stato così importante per questi vini?“.
L’autrice Manuela Piancastelli, giornalista e vignaiola insieme al marito Peppe Mancini, con queste parole ci guida attraverso la scoperta e la conoscenza del territorio e di come le condizioni storiche e geografiche hanno definito il percorso di questa varietà e del vino che ne deriva.
Il Pallagrello è una varietà antica, le sue tracce iniziano in tempi antichi e non poche ipotesi la fanno collocare alle origini del Falerno.
Grazie a questo coinvolgente scritto, si verrà traghettati nella ricostruzione del percorso di quest’uva, il tutto attraverso tre macro-sezioni che ne tracciano il passato, con la sua storia e con l’aderenza territoriale, la sua modernità, come ne testimoniano i tanti riferimenti ed aneddoti.
Come ritroviamo raccontato nel saggio, Napoli senza dubbio era “sopra le altre parti di Italia privilegiata per l’eccellente qualità delle sue uve”. E la Campania era la parte d’Italia dove si registrava un altissimo numero di vitigni autoctoni: ”Nel Regno v’ha moltissime qualità di vitigni, le quali oltrepassano forse un centinaio”, scriveva Gasparrini nel 1845, citando tra gli altri il Pelagrello di Piedimonte. Tanti i vitigni differenti anche per l’estrema diversità dei suoli.
Si pensi che il Pallagrello nel 1877 era ancora uno dei vini più costosi sulla piazza di Napoli. Poi pochi anni dopo, arrivò la fillossera, ma la Campania – terza regione per ampiezza delle vigne – fu in gran parte risparmiata da questo cataclisma. Un cataclisma che sommato alla crisi agraria, ha sempre visto ridursi la produttività di questa varietà, ma non certo la sua scomparsa. Ed è infatti con il capitolo dedicato alla sua rinascita che il testo della Piancastelli traccia le sue pagine conclusive.
Una riscoperta che si deve a suo marito, Peppe Mancini, avvocato per professione e vignaiolo per passione. Un’avventura intrapresa con tenacia e caparbietà nel 1990, fondando poi nel 2003 la loro azienda Terre del Principe. Una testimonianza autentica da leggere con trasporto che lascia traccia di come il vino sia sempre fonte inesauribile di cultura, di amore e di storia.
Fosca Tortorelli
Pallagrello. Il vino del vento, del fiume e del re
di Manuela Piancastelli
Valtrend Editore, 2023