❂ Alto Adige (Südtirol) o dell’Alto Adige (Südtiroler) D.O.C. (D.P.R. 14/4/1975 – G.U. n.190 del 18/7/1975; ultima modifica P.M. 12/7/2019 – G.U. n.178 del 31/7/2019)
► zona di produzione ● in provincia di Bolzano: comprende il territorio viticolo dei comuni di Aldino, Andriano, Appiano, Bolzano, Bronzolo, Caines, Caldaro, Cermes, Cornedo all’Isarco, Cortaccia, Cortina all’Adige, Egna, Fié, Gargazzone, Lagundo, Laives, Lana, Magré all’Adige, Marlengo, Meltina, Merano, Montagna, Nalles, Ora, Postal, Renon, Rifiano, Salorno, San Genesio, San Pancrazio, Scena, Termeno, Terlano, Tesimo, Tirolo, Vadena e parte del territorio dei comuni di Barbiano, Bressanone, Castelbello-Ciardes, Castelrotto, Chiusa, Funes, Laces, Laion, Naturno, Naz-Sciaves, Parcines, Silandro, Varna, Velturno e Villandro;
► base ampelografica ● bianco (anche passito): min. 75% chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio, devono essere presenti almeno due di tali varietà, ma nessuna deve superare il 70% del totale; il restante 25% massimo deve provenire da müller thurgau e/o sauvignon e/o riesling e/o sylvaner e/o traminer aromatico e/o kerner, che possono concorrere alla produzione dei mosti e dei vini; ● spumante a fermentazione in bottiglia (anche rosé, riserva): pinot bianco e/o pinot nero e/o chardonnay, iscritti ai rispettivi albi; per il tipo “rosé” il pinot nero deve essere presente per almeno il 20%; ● passito (con la specificazione di due vitigni): Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot grigio e/o Müller Thurgau e/o Sauvignon e/o Riesling e/o Sylvaner e/o Traminer aromatico e/o Kerner e/o Moscato giallo; devono essere presenti due di tali varietà ed entrambe devono essere presenti per oltre il 15% del totale; ● con menzione del vitigno bianchi: Chardonnay (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Pinot Bianco (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Pinot Grigio (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Sauvignon (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Traminer Aromatico (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Müller Thurgau (anche passito, vendemmia tardiva), Riesling Italico (anche vendemmia tardiva, riserva), Riesling (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Kerner (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Sylvaner (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Moscato Giallo (anche passito, vendemmia tardiva, riserva), Malvasia (anche riserva), ciascuno min. 85%, possono concorrere altri vitigni a frutto di colore analogo, idonei alla coltivazione per la provincia autonoma di Bolzano, iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7/5/2004 e successivi aggiornamenti, max. 15%; ● con menzione di due vitigni bianchi: Chardonnay-Pinot Bianco, Chardonnay-Pinot Grigio, Pinot Bianco-Pinot Grigio, vitigni che possono concorrere congiuntamente alla produzione dei mosti e dei vini; entrambe le varietà devono essere presenti per oltre il 15% del totale; ● con menzione del vitigno rosati: Lagrein, Merlot, Moscato Rosa, ciascuno min. 85%, possono concorrere altri vitigni a frutto di colore analogo, idonei alla coltivazione per la provincia autonoma di Bolzano, iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7/5/2004 e successivi aggiornamenti, max. 15%; ● con menzione del vitigno rossi: Cabernet o Cabernet Sauvignon o Cabernet franc (anche riserva), Lagrein (anche riserva), Merlot (anche riserva), Pinot Nero (anche riserva), Schiava o Schiava Grossa o Schiava Gentile, Schiava Grigia, ciascuno min. 85%, possono concorrere altri vitigni a frutto di colore analogo, idonei alla coltivazione per la provincia autonoma di Bolzano, iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7/5/2004 e successivi aggiornamenti, max. 15%; ● con menzione di due vitigni rossi: Cabernet-Merlot, Cabernet-Lagrein, Merlot-Lagrein, vitigni che possono concorrere congiuntamente alla produzione dei mosti e dei vini; entrambe le varietà devono essere presenti per oltre il 15% del totale. In etichetta il vitigno preponderante precede l’altro ed entrambi sono riportati in caratteri uguali e sulla stessa riga, utilizzando il sinonimo Cabernet per il Cabernet franc e il Cabernet Sauvignon;
► norme per la viticoltura ● è consentita l’irrigazione di soccorso; ● per i nuovi impianti e reimpianti la densità minima deve essere di 3.300 ceppi/Ha; ● la resa massima di uva ammessa in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico minimo naturale devono essere di:
► norme per la vinificazione ● le operazioni di vinificazione devono avvenire all’interno del territorio della provincia di Bolzano; tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali, su richiesta delle ditte interessate, il Ministero per le politiche agricole ha la facoltà di consentire che la vinificazione possa avvenire anche nella provincia di Trento; ● è consentito l’aumento del titolo alcolometrico e altre pratiche correttive ai sensi delle norme vigenti; ● è consentita l’aggiunta di mosti e vini di colore analogo e anche di annate diverse appartenenti alla denominazione “Alto Adige”, nel limite massimo del 15%, comprensivo delle eventuali aggiunte di uve previste nel presente disciplinare. Inoltre è consentita l’aggiunta di mosti concentrati ai sensi delle norme vigenti; ● i vini “Alto Adige” Spumante senza menzione di vitigno devono essere elaborati esclusivamente nella tipologia spumante a fermentazione in bottiglia (metodo classico) e affinati per almeno 15 mesi in bottiglia e immessi al consumo non prima di 20 mesi dal 1° ottobre dell’anno di raccolta della partita più recente. Le operazioni di spumantizzazione del vino “Alto Adige” a fermentazione in bottiglia senza indicazione di vitigno devono avvenire all’interno della provincia di Bolzano; ● i vini «Alto Adige» o «dell’Alto Adige» con la menzione di vitigno Chardonnay, Pinot grigio, Pinot bianco, Pinot nero, possono essere elaborati nella tipologia spumante, secondo le norme specifiche degli spumanti e nel rispetto delle condizioni stabilite dal presente disciplinare; ●I vini «Alto Adige» «bianco» e i vini a denominazione di origine controllata «Alto Adige» ottenuti dalle uve delle varietà di vite Pinot bianco o Chardonnay o Pinot grigio o Riesling o Sauvignon o Traminer aromatico o Moscato giallo o Müller Thurgau o Sylvaner o Kerner o Veltliner o Moscato rosa, possono essere elaborati nella tipologia «passito»; ● i vini “Alto Adige” Passito con la specificazione di due vitigni e i vini a denominazione di origine controllata “Alto Adige” ottenuti dalle uva delle varietà di cui sopra con la specificazione “Passito” devono essere elaborati nel rispetto delle norme vigenti per tale tipologia, con parziale appassimento delle uve sulla pianta oppure dopo la raccolta fino al raggiungimento di un titolo alcolometrico non inferiore al 16% e a condizione che la resa dell’uva in vino pronto per il consumo non ecceda i 40 ettolitri/ettaro. È vietata ogni aggiunta di mosti concentrati o mosti concentrati rettificati. Il vino non deve essere immesso al consumo prima del 1° giugno dell’anno successivo la vendemmia; ● i vini “Alto Adige” Bianco, “Alto Adige” Moscato Rosa e i vini “Alto Adige” monovarietali a bacca bianca, possono essere ottenuti da uve raccolte dopo parziale appassimento sulla pianta che assicuri un titolo alcolometrico naturale non inferiore al 13,5% e una resa dell’uva in vino pronto per il consumo non superiore a 50 ettolitri/ettaro. In tal caso è esclusa qualsiasi correzione del titolo alcolometrico ed è consentita la designazione del vino come “Vendemmia Tardiva“; ● i vini “Alto Adige” Lagrein, Merlot, Pinot nero, Cabernet, Cabernet-Merlot, Cabernet-Lagrein e Merlot-Lagrein, possono essere destinati a “Riserva” con un periodo di invecchiamento di almeno 2 anni a far data dal 1° ottobre dell’anno della vendemmia, purché presentino un titolo alcolometrico naturale non inferiore a 11,5%; ● i vini bianchi “Alto Adige” con o senza menzione di vitigno possono essere destinati a “Riserva” con un periodo di invecchiamento di almeno 2 anni a far data dal 1° ottobre dell’anno della vendemmia, purché presentino un titolo alcolometrico naturale non inferiore a 11,5%; ● il vino spumante a fermentazione in bottiglia “Alto Adige” Spumante senza indicazione di vitigno, ad eccezione della versione “Rosé“, può essere destinato a “Riserva” se sottoposto a un periodo di affinamento in bottiglia di almeno 36 mesi e immesso al consumo non prima di 42 mesi dal 1° ottobre dell’anno della vendemmia della partita più recente;
► norme per l’etichettatura e il confezionamento ● per i vini “Alto Adige” Lagrein e “Alto Adige” Lagrein Rosato (o Rosé), ottenuti con uve provenienti da vigneti siti nel comune di Bolzano, è consentito indicare in etichetta la specificazione “Lagrein di Gries“, in lingua tedesca “Grieser Lagrein” o “Lagrein aus Gries”; ● sulle bottiglie o altri recipienti deve figurare l’indicazione dell’annata di produzione delle uve, fatta eccezione per gli spumanti non millesimati; ● nella designazione dei vini a denominazione di origine controllata “Alto Adige” può essere utilizzata la menzione “vigna“, a condizione che sia seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale, che la vinificazione e la conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione venga riportata sia nella denuncia delle uve, sia nei registri e nei documenti di accompagnamento e che figuri nell’apposito elenco regionale ai sensi dell’art. 6 comma 8, del decreto legislativo n. 61/2010; ● i vini “Alto Adige Schiava grigia”, “Alto Adige bianco”, “Alto Adige Santa Maddalena” e i vini “Alto Adige” accompagnati dalla menzione «passito» o «vendemmia tardiva» o «riserva» o dalla specificazione «classico», devono essere immessi al consumo esclusivamente in bottiglie di capacità nominale da 0,375 litri e da 0,750 litri e rispettivi multipli;
► legame con l’ambiente geografico ● A) Informazioni sulla zona geografica ◉ Fattori naturali rilevanti per il legame La zona geografica delimitata comprende una modesta parte del territorio della Provincia di Bolzano, idoneo alla produzione di vini, circoscritta lungo la valle superiore percorsa dal fiume Adige e lungo la Valle Isarco nella parte inferiore. La denominazione include l’insieme della superficie vitata della Provincia di Bolzano. Circa l’86% della superficie provinciale si trova ad un livello del mare superiore ai 1000 metri. Nel fondovalle dove vive il 65% della popolazione altoatesina è collocato solamente l’8% del territorio provinciale. I vigneti, situati nella fascia che va dai 220 fino ad oltre 1.000 m s.l.m., rappresentano l’anello di congiunzione tra il fondovalle ben sviluppato ed economicamente importante e la zona con l’agricoltura di montagna ad elevate altitudini. La distribuzione altimetrica dei vigneti della realtá viticola altoatesina è la seguente: 29% della superficie vitata ubicata tra 220 e 300 m s.l.m., 57% della superficie vitata ubicata tra 300 e 500 m s.l.m., 14% della superficie vitata ubicata tra 500 e oltre m s.l.m.. Una peculiarità del vigneto dell’Alto Adige consiste nel fatto che solamente il 15% di esso si trova in piano mentre il 55% è impiantato in zona collinare con leggera a media pendenza. La residua parte (30%) è caratterizzata da vigneti in forte pendenza con oltre il 30% d’inclinazione, zona favorita da insolazione diretta e prolungata. L’esposizione dei terreni vitati generalmente è orientata da est a sud a sudovest. I terreni vitati sono riconducibili a due formazione geo-pedologici. Nel fondovalle prevale un terreno alluvionale, fertile e permeabile. Nelle vigne di collina e montagna, dove si concentra la viticoltura, prevale invece un terreno ghiaioso, formatosi attraverso le morene dei ghiacciai e la loro successiva erosione avvenuta dopo l’ultima era glaciale. Nella zona viticola tra Merano e Bolzano, il suolo spesso si è generato principalmente da roccia vulcanica, ovvero porfido di quarzo, frequentemente mescolato con argilla e sabbia. In questi terreni aridi e poveri di humus la vite, per adattarsi, deve sviluppare un apparato radicale profondo per poter nutrirsi bene ed estrarre l’acqua. Nelle sottozone viticole settentrionali dell’Alto Adige, soprattutto nella Valle Isarco ma parzialmente anche nella Val Venosta, le viti radicano in un terreno derivante da roccia primitiva composta da quarzo e mica. La capacità di questi suoli d’immagazzinare l’acqua è superiore a quella dei terreni derivanti dal porfido ed è fondamentale poiché le precipitazioni nell’area vitivinicola settentrionale sono nettamente inferiori rispetto alle parti restanti della superficie vitata di Bolzano. Nella parte sud della regione vitivinicola altoatesina il terreno è calcareo ed è derivante dalla disgregazione della roccia dolomitica. La maggior parte (60 %) dei suoli è composto da terreni leggeri (sabbiosi, ghiaiosi a limosi) il 30% sono terreni limosi-calcarei e il restante 10% è di tipo argilloso-calcareo. La provincia di Bolzano si trova sul versante sud delle Alpi, e quindi gode di favorevoli influssi del clima caldo a sud delle Alpi. L‘arco alpino protegge il territorio da gelidi venti e da perturbazioni provenienti dal nord, mentre a sud la Valle dell’Adige si apre ai caldi venti del Lago di Garda e del bacino mediterraneo, dal quale giunge anche la necessaria umidità. Nella zona più a sud della realtà viticola altoatesina le precipitazioni arrivano mediamente a 860 mm/anno sono quindi più consistenti rispetto a quelle registrate più a nord (450 – 600 mm). Oltre l’andamento siccitoso invernale si registrano frequentemente periodi prolungati (4 – 6 settimane) senza precipitazioni di rilievo durante i mesi estivi. Benché l’Alto Adige sia una delle aree vinicole più piccole d’Europa, questa provincia si presenta con caratteristiche pedoclimatiche svariate, che permettono un ampio ventaglio di vini diversi. Il clima è da classificare come continentale, visto che ci si trova all’interno alle Alpi con punte di piovosità estiva e precipitazione spesso contenute nel periodo invernale. La temperatura media nelle zone viticole varia da 9,5° a 13° C con un numero di ore di sole annue che va da 1.800 fino a 2.300. Le rilevazioni metereologiche sono contraddistinte da assenza di nebbia e oltre la metà con presenza di vento. Molto caratteristiche per questa zona sono elevate escursioni termiche tra giorno e notte che di media arrivano fino ai 15° C nel periodo vegetativo e che si protraggono con punte di 20° C nei mesi di settembre e ottobre nella fase finale della maturazione. ◉ Fattori umani rilevanti per il legame La viticoltura costituisce insieme al turismo e alla frutticoltura una delle tre colonne portanti dell’economia altoatesina e sotto il profilo della tradizione la più antica. I seguenti fattori umani hanno contribuito all’evoluzione della produzione vitivinicola del territorio. ◈ Base ampelografica: Partendo dalle varietà tradizionali come Lagrein, Schiave, Moscato giallo che sono tuttora presenti, si sono aggiunti nell’ottocento le varietà bordolesi (Cabernet, Merlot, Sauvignon), delle varietà derivanti dalla Borgogna (diversi Pinot) e del Reno (Riesling, Silvaner, Traminer aromatico). Da ca. 50 anni sono stati introdotti Müller Thurgau e Kerner. La peculiarietà della produzione vinicola dell’Alto Adige consiste nell’ampia base ampelografica. – Le forme di allevamento sono rimaste quelle tradizionali a pergola o si è passato alla spalliera con rispettivamente 3.500 a 5.000 fino a 7.000 ceppi per ettaro. – La ridotta consistenza delle superfici vitate per azienda (intorno all’ettaro) costringe i produttori a dedicarsi accuratamene alla coltivazione dell’uva caratterizzata un elevato impiego di ore lavorative (600 – 800 ore per ettaro) ottenendo produzioni contenute (60 – 70 hl/ha) ad alto livello qualitativo. La restrizione delle rese avviene mediante la pratica del diradamento manuale del grappolo usato largamente da decenni che inoltre apporta di benefici dal punto del grado zuccherino e della salubrità dell’uva. – L’inerbimento totale del vigneto praticato da oltre 50 anni consociato con un impianto d’irrigazione in parte a goccia contribuiscono a un’equilibrata crescita delle piante anche in situazione meteorologiche di siccità, tecniche agronomiche che a loro volta portano a vini caratterizzati da finezza ed eleganza. – Le pratiche relative all’elaborazione dei vini sono rivolti ad eccezione dei passiti e spumanti all’ottenimento di vini tranquilli di gusto secco. Per i vini rossi maggiormente strutturati (in particolare per la tipologia riserva) la vinificazione comporta un’elaborazione per determinati periodi di invecchiamento in piccole o grandi tini di legno. Per tradizione si vinificano e si presentano i vini monovarietali ad eccezione di qualche uvaggio di tipo bordolese. ● B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico I vini Alto Adige si contraddistinguono qualitativamente soprattutto per i loro spiccati aromi primari per esempio dalle note di sambuco del Sauvignon, al profumo di rosa del Traminer aromatico, al bouquet di frutti di bosco del Pinot nero o del Lagrein, note di ciliegia e viola anche nella Schiava. I vini bianchi coltivati nelle zone poste in altitudine (oltre 300 – 400 m) spiccano per la loro freschezza dovuta a un tenore di acidità compreso tra 5,5 e 7 g/l. Data l’ottima insolazione i vini si presentano contemporaneamente fruttati ma allo stesso tempo con buona struttura. I vini rossi prodotti per di più sotto le 400 m s.l.m. approfittano delle condizioni di più alte temperature ottenendo vini corposi con tannini morbidi. ● C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B) La topografia delle aree viticole altoatesine ricorda un mosaico complesso, con un’alternanza di monti e valli e una miriade di vigneti con esposizioni diverse, a quote variabili e immersi in microclimi assai eterogenei. Siccome in Alto Adige la viticoltura si pratica dai 200 a sopra i 1000 metri di quota, il vignaiolo ha a disposizione un ventaglio di condizioni climatiche che consentono di coltivare con presupposti ideali 20 vitigni diversi. L’orografia molto variabile consente di esprimere per un grande numero di varietà secondo l’esigenza varietale la tipicità delle singole varietà. La particolarità dei vini “Alto Adige” viene accentuata dall’elevata escursione termica in tutte le fasi fenologiche. L’ultramillenaria storia vitivinicola del territorio da prova della stretta connessione tra i fattori naturali e umani con le peculiari caratteristiche dei vini menzionati da primo in letteratura con i rinomati luoghi di produzione come Bolzano, Caldaro o Termeno. L’ininterrotta esportazione di vino verso paesi d’oltralpe testimonia la notorietà del vino del Tirolo (l’attuale Südtirol) dal medioevo in su.
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e una ventina di anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.
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La passione per il mondo del vino inizia nel 1999, per curiosità intellettuale, seguendo vari percorsi di studio (Diploma di Assaggiatore ONAV, (...)
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
Laureato in Scienze della Formazione presso l’università di Tor Vergata a Roma, continua gli studi a Roma laureandosi in Dirigenza e coordinamen (...)
Nata a Lugo di Ravenna, sommelier AIS, laureata in Viticoltura ed Enologia presso l'Università di Bologna; ad oggi Tecnico Commerciale e docente (...)
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Si definisce un umile discepolo di Dioniso, il suo motto è: "Non nobis Dionysus, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam". Ha iniziato a conoscere (...)
Di formazione classica, è assistente amministrativo nel settore dei progetti europei e giornalista. La passione e gli studi lo hanno portato ad (...)
Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, ortofrutta e grande distribuzione, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Assoc (...)
Di formazione psicologa dello sviluppo e istruttore federale di nuoto, si appassiona fin da giovane al vino, a livello puramente edonistico. Nel (...)
Conseguita la maturità artistica, il primo lavoro nel 1997 è stato nel mondo illuminotecnico, ma la vera passione è sempre stata l'enogastronomi (...)
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Tutte le cose belle nascono per caso, così la sua passione per la ristorazione e subito dopo quella per il mondo del vino e le sue mille sfaccet (...)
È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a qu (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Il vino ha sempre fatto parte della sua vita; dal 1974 vinifica le uve acquistate e nel 1981 ha impiantato una piccola vigna che coltiva tutt'og (...)
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
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Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha conseguito il diploma di Sommelier AIS nel 2001. È Degustatore per la regione Lombardia e giudice per le guide Vitae e Viniplus. Ha partecipa (...)
Laureata in giurisprudenza, giurista di formazione, è giornalista dal 1996, settore turismo enogastronomico, responsabile agroalimentare PMI - p (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Giornalista pubblicista, collabora dal 1979 con numerose testate. È direttore responsabile di InternetGourmet.it. Ha pubblicato vari libri dedic (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
Aspirante agronomo, laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche e poi in Scienze agrarie, innamorato tanto della vite che del frumento (...)
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