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Erbin: alla scoperta del Peratara 2019, la Valpolicella diversa de La Collina dei Ciliegi

Paolo Posenato, Simone Interdonato, Massimo Gianolli e Christian Roger
Paolo Posenato, Simone Interdonato, Massimo Gianolli, Christian Roger

Erbin è un piccolo borgo del comune di Grezzana, in provincia di Verona. Casa d’elezione dell’azienda vitivinicola La Collina dei Ciliegi, un progetto denso di lungimiranza e competenze diverse. La storia enologica inizia nel 2005, con la produzione del primo Amarone, lì dove Armando Gianolli, classe ‘25, per il grande affetto personale che lo lega a questo tratto del Veronese, aveva da tempo acquistato ettari di collina, boschi e ciliegeti. Il primo a pensare al vino è stato però suo figlio Massimo, attuale presidente del gruppo. Massimo Gianolli che arriva dalla finanza e che porta in azienda un approccio poco contadino e molto imprenditoriale. Chi scrive e che ha avuto il piacere di conoscerlo di persona, sta ancora decidendo se l’aggettivo “vulcanico” possa qualificarlo fino in fondo.

La Valpantena
La Valpantena

Passione, ricerca, innovazione, spirito d’iniziativa. Parlano di voler produrre una Valpolicella “diversa”, autonoma, oltretutto partendo da zero, senza l’eco di una cantina già forte da generazioni. L’idea inizia a prendere forma con l’arrivo di un altro protagonista della storia. Si tratta di Christian Roger, esperto di vino e di investimenti nel settore: attualmente è vicepresidente del gruppo.

La Collina dei Ciliegi, cantina

Siamo in Valpantena, valle di origine alluvionale, ai piedi dei Monti Lessini. Con la Valle di Squaranto che fa da spartiacque con la Valpolicella più blasonata. Terra sassosa, i nostri qui trovano un suolo (ed un sottosuolo) fatto di pietre, eppure quello che sembrava un limite, si rivelerà un punto di forza. Questo il verdetto dei coniugi Lydia e Claude Bourguignon, agronomi e geologi francesi di fama mondiale, interpellati proprio da Roger per capire meglio il valore di quelle pietre. Per decidere se il sogno sarebbe rimasto tale o se sarebbe stato lecito provarci.

La Collina dei Ciliegi, vigneti
La Collina dei Ciliegi, vigneti

Ebbene, gli esperti promuovono a pieni voti quei terreni giurassici e ne lodano l’integrità. La Collina dei Ciliegi inizia a produrre su suoli intatti, rocce mai intaccate prima, attraverso le quali le radici delle viti avrebbero faticato a farsi strada, <<ma la vite deve faticare per essere produttiva, ci metterà tempo, ma sarà più forte>>, sostengono i Bourguignon.
Si parte. Vitigni autctoni e pochi interventi in vigna, << qui il terreno non si tocca affinché possa esprimersi nella sua essenza e con i suoi tempi.  Abbiamo scoperto per caso di aver acquistato un pozzo di petrolio per fare il vino>>, racconta Massimo Gianolli, <<chiedendoci, in primis, quale senso potesse avere inserirci in un alveo di produttori già molto quotati>>.

Massimo Gianolli con il trattore elettrico
Massimo Gianolli con il trattore elettrico

Considerazioni intelligenti, foriere di un modello di vinificazione definito da loro stessi “Supervalpantena”, un po’ come già accaduto con il “Supertuscan”. Libertà di gestione, mescolando vitigni di diversi appezzamenti di terreno, fuori dagli schemi classici della DOC.
Nel progetto, anche l’agronomo Simone Interdonato e l’enologo Paolo Posenato. Professionisti che, del vino, amano l’eleganza più dei muscoli e del corpo robusto, la giusta data di vendemmia e l’obiettivo di riempire i calici di terroir.

Valpolicella Superiore Peratara 2019 La Collina dei Ciliegi

Valpolicella Superiore Peratara 2019
La novità de La Collina dei Ciliegi, la Valpolicella Superiore DOC prodotta esclusivamente con le uve dell’omonimo vigneto di Erbin, a 600 m sul livello del mare. Blend di Corvina, Corvinone e Rondinella, il nome del vino e la sua etichetta ne descrivono il terreno marno-calcareo. Vasche di cemento come scelta (e non per seguire la moda), a favore di un vino schietto che racconta la Valpantena. Il colore è granato con sfumature rubino, non troppo intenso. Profumi erbacei e subito dopo nette premesse di lampone e ciliegia. Il sorso concede una nota alcolica ben integrata, si rivela sapido, fresco, nel complesso in piacevole equilibrio. Vino elegante, fine, con un tannino leggero, al contempo di buon corpo. Già piacevole, ma varrebbe la pena aspettarne la maturità.

Ca' del Moro
Ca’ del Moro

Ca’ del Moro Wine Retreat, il resort dell’azienda
Sei camere in un lusso in formato essenziale. Immerso tra i vigneti, la pace ed il silenzio sono l’introduzione ad un soggiorno salvifico che, va sottolineato, non dimentica il plus di una ristorazione di alto livello. Abbiamo incontrato Giuseppe Lamanna, giovane chef di origini calabresi, che qui viene lasciato libero di esprimersi e di offrire il meglio. Materie prime ed una tecnica che arriva puntuale ad esaltarle.

Piatti di Ca' del Moro

Tra i piatti, Agnello di pecora Brogna (razza tipica del Veronese), Risotto all’Amarone, eppure noi il cuore l’abbiamo sentito accelerare avvolgendo lo Spaghettone condito con ‘nduja e ristretto di pomodorini. Sì, ‘nduja. Quella che lo chef conserva nel suo zaino di famiglia e che, in Valpantena, invece di stridere, ricorda come la qualità, così come il territorio, possano diventare concetti ampi ed omnicomprensivi. Oltretutto, dobbiamo anticiparlo: la ‘nduja, con il Peratara, ci sta veramente da dio.

Nadia Taglialatela

La Collina dei Ciliegi 
Ca’ del Moro Wine Retreat
Località Erbin, 31 – 37023 Grezzana (VR)
+39 0459814900

Nadia Taglialatela

Classe ‘77, Nadia è nata ad Ischia. Dopo quindici anni di "soggiorno" romano che le è valso il diploma di Sommelier AIS e un'importante collaborazione con Eataly - in qualità di consulente esterno food & wine - oggi vive a Portici. Collabora con guide e magazine quali Identità Golose e MangiaeBevi e cura la sezione news della rivista online Foodtech, società di consulenza per lo sviluppo e ricerca nel settore agroalimentare. Racconta ristoranti, alberghi, prodotti di nicchia, eroici produttori e continua ad occuparsi della gestione di teambuilding internazionali per la sede di Eataly Roma.

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