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Dieci vini per toccare con mano la Rivoluzione a Montespertoli

La Rivoluzione a Montespertoli

Che da qualche anno a Montespertoli ci sia un nuovo fermento è ormai evidente, come è chiaro che le nuove generazioni di vignaioli stiano dando una decisa spinta in avanti sia sul piano della comunicazione sia sui progetti per il futuro della denominazione.
Come certamente saprete Montespertoli, oltre ad essere un ridente Comune in provincia di Firenze, è anche una delle 7 sottozone del Chianti. Ebbene, nel 2022 diciassette aziende del territorio hanno deciso di riunirsi e fondare l’Associazione Viticoltori di Montespertoli, con presidente Giulio Tinacci dell’azienda Montalbino, per un progetto condiviso che prevede:

  • accrescimento della sostenibilità ambientale e delle buone pratiche agricole;
  • rispetto della materia prima e trasformazione in vino delle sole uve coltivate in proprio nel comune;
  • sviluppo di una comunità agricola collaborativa e dialogante;
  • racconto e promozione del territorio.

Le aziende coinvolte sono: Podere all’Anselmo, Tenuta Barbadoro, Fattoria di Bonsalto, Tenuta Coeli Aula, Fattoria La Gigliola, Le Fonti a San Giorgio, Podere Ghisone, Podere Guiducci, Fattoria La Leccia, La Lupinella, Montalbino, Tenuta Moriano, Fattorie Parri, La Querce Seconda, Tenuta Ripalta, Castello Sonnino e Valleprima.
Può sembrare poca cosa, in realtà per certi aspetti è davvero una rivoluzione, soprattutto perché in gran parte sono idee e obiettivi che non sono mai stati messi in pratica in modo collettivo e uniforme. L’obiettivo non è solo quello di avere maggiore attenzione al lavoro che si fa in vigna e cantina, cercando di ridurre al massimo l’impatto sull’ambiente, ma è soprattutto quello di dialogare tra vignaioli, con l’intento di un proficuo confronto per crescere insieme, puntando non più solo al singolo ma alla collettività.
Il racconto e la promozione del territorio, di cui “La Rivoluzione a Montespertoli” è un primo chiaro segnale, va oltre i confini enoici, ma deve tendere al coinvolgimento dell’intero settore dell’accoglienza, un processo sicuramente lungo ma chi ben comincia…

La Rivoluzione a Montespertoli Giampaolo Gravina

Il 12 e 13 novembre scorso si è svolta la seconda edizione dell’evento, con al centro una masterclass condotta da Giampaolo Gravina, che ha passato un lungo periodo ad approfondire la conoscenza del territorio e delle sue genti, per proporre a una sessantina di giornalisti 10 vini che rappresentassero in qualche modo il segno di un cambiamento.
Giampaolo, che conosco piuttosto bene e so che ci mette davvero l’anima nel suo lavoro, si è così espresso: “Mai come oggi il vino di questo territorio è delineato da un carattere contemporaneo. Qui l’idea di riappropriazione del proprio destino non è retorica ma è stata interpretata concretamente dall’associazione che rivendica la centralità del viticoltore che accompagna il vino dalla vigna fino alla bottiglia. Questo è un percorso che sta dando a tutta l’area una collocazione diversa da quella raccontata fino ad ora, non più da subalterna ma da protagonista”.
Quando ho visto la lista dei vini proposti sono stato molto contento della presenza di due Vinsanto, tipologia di vino ingiustamente trascurata, anche nella ristorazione (almeno fuori regione), ha fatto bene Giampaolo a inserirli, perché si sono rivelati fra i più interessanti.

La Rivoluzione a Montespertoli vini

  • Io Testone 2023 Tenuta Barbadoro – si parte con un vino prelevato direttamente dalla vasca, quindi in una fase primordiale, ciò nonostante prefigura un linguaggio virtuoso e stimolante, stiamo parlando ovviamente di un sangiovese, fresco e fragrante, con una succosità che accalappia i sensi, un frutto potente e prepotente invade le pareti della bocca, un carattere selvatico e di macchia mediterranea sostenuto da una bella energia. Promette belle cose…
  • Cerasus 2022 Tenuta Coeli Aula – tutto il meglio che può dare un ciliegiolo chiantigiano, floreale, fruttato, di viola e ciliegia, molto fine; generoso all’assaggio, attraversato da un delicato gioco speziato e completato da un finale piacevolmente sapido.
  • Sopralago 2022 Fattoria Bonsalto – torniamo al sangiovese, racconta di note boschive e piccoli frutti che già al naso danno un’idea di croccantezza, a tratti è terroso, richiama l’humus, grande pulizia esecutiva, piacevolissimo, rifinito, lungo, pericolosamente attraente.
  • Chianti 2022 Le Fonti a San Giorgio – qui il percorso olfattivo è più meditato, non spinge ma si manifesta con garbo, senza fronzoli, diretto, con un bel gioco di frutta e spezie ben fusi; nasce da uve sangiovese, colorino e pugnitello, al palato ha tannino quasi dolce, una beva invitante, tanto frutto piacevole e succoso. Che sono poi i tratti migliori che dovrebbero caratterizzare un buon Chianti.
  • Chianti Boccaccio 2022 Tenuta Moriano – se da una parte porta i segni riconoscibili del sangiovese come la viola e la ciliegia, dall’altra intraprende una strada espressiva molto personale e caratterizzante. Sensazione che conferma all’assaggio, per certi versi speculare, vince per finezza e freschezza, che gli dà grande slancio e profondità nel finale.
  • Chianti Montespertoli 2021 Montalbino – sangiovese, con quote di canaiolo e colorino, che hanno sostato in cemento grezzo, contenitore che sta giustamente tornando alla ribalta perché esalta molto bene profumi e freschezza, anche qui assolutamente presenti e vivi; al palato arriva una speziatura molto fine e piacevole che delinea un quadro di immediatezza e al contempo completezza.
  • Chianti Riserva 2020 Fattoria La Leccia – come spiega Lorenzo Bagnoli, non è etichettato come sottozona Montespertoli perché la vigna è appena fuori del confine. Qui abbiamo sangiovese con un 5% di trebbiano. La filosofia aziendale è di fare vini allegri, gioiosi, le uve vengono lavorate separatamente per poi confluire in botte grande e tonneaux. Tenendo conto che abbiamo a che fare con un’annata calda, il rischio di andare fuori registro con una riserva era dietro l’angolo, invece il vino ha un tessuto tornito ma non pesante, pervaso da una bella freschezza e intensità, sicuramente quella piccola quota di trebbiano è stata utile.
  • Chianti Montespertoli Riserva 2018 Valleprima – gli anni in più hanno dato vita a un vino che esprime molto bene le potenzialità di questo territorio, fra l’altro è ancora giovanissimo, il frutto domina la scena, ha perso giustamente quella vinosità adolescenziale a vantaggio di un maggiore spessore, il legno è dosato perfettamente e il finale sapidissimo, direi salino.
  • Vinsanto del Chianti Montespertoli Riserva 2013 Fattorie Parri – realizzato in modo tradizionale utilizzando il “penzolo”, ovvero i grappoli con due ali perfetti per rimanere appesi ad appassire, per poi venire vinificato tra fine gennaio e i primi di febbraio. Le botticelle usate provengono tutte dall’affinamento di Sherry e Porto. Ha colore oro puro, caldo, note di torba e affumicato, miele d’arancio; molto buono anche al palato, dove l’acidità equilibra magnificamente la componente zuccherina.
  • Vinsanto Lo Stoiato 2007 Fattoria La Gigliola – Sedici anni per provocare l’emozione più grande della giornata; questo occhio di pernice ottenuto da sangiovese all’80% ha un naso affascinante, con note di noce, nocciola, miele di castagno, melata, affumicato, agrumi disidratati, fico secco. Sorso di straordinaria tessitura, intenso e lunghissimo, con un tocco ossidativo che accentua la profondità, infinito, saporitissimo e salato, davvero un finale alla grande.

Roberto Giuliani

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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