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Valle d’Aosta: impressioni e degustazioni dalla X Esposizione dei vini DOC

Sala Esposizione VDASi è svolta dal 31 agosto al 2 settembre ad Aymavilles, ed insieme alla visita presso la Cooperativa di Donnas, che ci ha permesso di approfondire con un’interessante verticale di nebbiolo le potenzialità della produzione locale, documentato il mese scorso, si chiude, per ora, questo nostro viaggio all’interno del panorama vitivinicolo di questa piccola regione italiana, ricca, però, di una varietà di vitigni locali, oramai in grande fermento, soprattutto qualitativo.

Qualche numero

Gli ettari vitati sono 520, ma di questi solo 350 servono a produrre vino che verrà poi immesso al consumo. Scendiamo ancora a 219 ettari, se prendiamo in considerazione le vigne inserite all’interno della denominazione d’origine controllata, che si tramutano in 27 quintali e 20.000 grappoli Les Cretesettolitri: parliamo quindi dello 0,05 x 1000 dell’intera produzione nazionale. Il vino, tuttora, non è il business principale in Valle: 6 le cooperative e 33 le aziende produttrici, ma solo 2 (Les Crêtes ad Aymavilles e la Maison Vigneronne Frères Grosjean a Quart) vivono esclusivamente attraverso la produzione e vendita di vino. I motivi sono tanti, ne ricordiamo qui almeno due: la parcellizzazione della proprietà che porta ad avere una media di 3000 mq di vigna per azienda e la conformazione del territorio, non facile da utilizzare per l’allevamento della vigna, caratterizzata da ripidi terrazzamenti, onerosi da lavorare e mantenere, che in alcuni punti hanno pendenze anche superiori al 100%. L’85% della produzione locale rimane dentro i confini della Valle: poca quindi la reperibilità nel resto d’Italia (con il paradosso di alcune realtà che però riescono ad esportare fuori dai confini nazionali anche il 50% della propria produzione). La retribuzione media delle uve oscilla tra 1,5 €/2,00€ al Kg, mentre sono 1.700.000 le bottiglie, in media, che ogni anno vengono prodotte.

La manifestazione
Il parco del castello di Aymavilles ha fatto da cornice alla decima edizione di un’esposizione che riesce ogni volta (quest’anno 35 le aziende vitivinicole, sette in più rispetto alla passata edizione) a donare un Vigneti Torrettequadro praticamente completo di quella che è l’offerta dei vini DOC della Valle. Ottima l’affluenza all’interno delle tre sale adibite alle degustazioni, con i produttori presenti al completo. Tanti gli assaggi, le chiacchiere ed i momenti di approfondimento di una viticoltura, che, come si è detto sopra, è in effetti in grande fermento: nell’ultimo decennio il comparto vitivinicolo è cresciuto, tanto che gli ettari destinati alla produzione di V.Q.P.R.D. sono praticamente triplicati, passando da 78 a 219. Molti i vitigni locali recuperati o maggiormente valorizzati: una biodiversità, quella valdostana, che rappresenta il vero punto di forza di tutta la produzione locale. Vitigni come cornalin, fumin, mayolet, petit rouge, prié rouge e prié blanc fanno tutti parte del disciplinare di produzione dell’unica DOC regionale, nata nel 1985. Anche in questo caso, scorrendo i dati che la Regione ci ha messo a disposizione, è chiaro come l’impegno dei produttori locali, nonostante l’attenzione vada anche su i vitigni cosiddetti internazionali che il mercato, volenti o nolenti, continua a premiare, sia rivolta soprattutto su questi piccoli vitigni autoctoni. Se il petit rouge (base di molte sottodenominazioni come l’Enfer d’Arvier, il Torrette e lo Chambave) regna incontrastato ed è passato a coprire una superficie di 60 ettari, rispetto ai precedenti 8, segnali positivi si intravedono anche per le altre varietà. Il prié blanc è passato da 10 a 25 ettari, il fumin da 1500 mq a 11 ettari, il cornalin ed il mayolet chiudono il quadro con 5 ettari a testa.

Qui di seguito, vi segnaliamo alcuni vini, tra quelli degustati, che ci sono sembrati interessanti da segnalare.
Les Granges (Nus) – Fumin 2005
Il quadro aromatico può ricordare un pinot nero. Selvatico, piccoli frutti rossi, spezie di noce moscata ed un ritorno, specie in bocca, di erba tagliata. Bocca beverina e succosa.
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Les Granges (Nus) – Cornalin 2006
Un frutto giovane e croccante al naso, insieme a note vinose e minerali. Ottima acidità e discreta persistenza.
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Maison Vevey Albert (Morgex) – Blanc de Morgex et de La Salle 2006
Un paglierino molto scarico ed un naso tutto agrumi, roccia e mineralità. Molto incisivo in bocca, con un piacevole ritorno di agrumi ed una beva rinfrescante. Solo 5000 bottiglie.
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La Source (Aosta) – Petite Arvine 2006
Anice, sentori vegetali e frutta matura di pera. Un buon campione, ben rappresentativo del vitigno con una beva minerale e di discreta persistenza.
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Di Barrò (Saint-Pierre) – Torrette Superieur Vigne de Torrette 2004
Un campione particolare, un po’ per i suoi 15% di alcol, un po’ per l’esplosione di frutti rossi maturi e surmaturi al naso. Da vigne esposte a pieno sud, con alle spalle una roccia che ridona poi calore durante la notte e che fa si che il raccolto sia molto maturo. In questa fase al naso il legno è un po’ predominante, ma non stancante. In bocca, nonostante l’alcolicità leggermente bruciante, riesce a coniugare bene tutte le componenti all’interno di un buon equilibrio.
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Les Crêtes (Aymavilles) – Petite Arvine Vigne Champorette 2006
Abbiamo già parlato in passato del millesimo 2005. Con questa nuova annata, siamo decisamente ad alti livelli. Da terreni ricchi di potassio deriva una sapidità incisiva, che rende la bevibilità estrema. Anice, erbe aromatiche, pera matura e salvia al naso. In bocca i ritorni agrumati e di limone, insieme ad un’ottima persistenza, rendono il quadro ancor più convincente.
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Les Crêtes (Aymavilles) – Mayolet 2006
Colpisce la pulizia olfattiva, nitida, che ricorda piccoli frutti di bosco, fragole, tocchi vegetali ed una certa vinosità. Buono anche l’equilibrio gusto-olfattivo.
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David Stefano (Villeneuve) – Torrette 2005
Ottima finezza aromatica, colpisce per le note di genziana, erbe officinali e ribes. Bocca pulita, scorrevole, equilibrata.
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Institut Agricole Régional (Aosta) – Petite Arvine 2006
Etereo, con note di frutta matura e di miele. Buona sapidità e acidità ed un equilibrio giocato più sulla morbidezza, con ritorni ancora di miele. Rispetto al campione di Les Crêtes, si nota l’uso della fermentazione malolattica, che rende il vino meno tagliente e fresco.
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La Crotta di Vegneron (Chambave) – Chambave Muscat 2006
Paglierino brillante e carico. Un variegato quadro aromatico si apre al naso: pesca, rosa, uva fragola e tante, tantissime erbe. Un filo amarognolo il finale in bocca e piacevoli ritorni di geranio con una media freschezza ed un persistenza nella media. Notevole lo stacco tra il naso e la bocca, meno convincente.
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La Crotta di Vegneron (Chambave) – Nus Malvoisie Fletri 2005
Naso di grande aromaticità: fieno, miele, castagne ed albicocche. In bocca la dolcezza è ben sorretta dall’acidità, di conseguenza è l’equilibrio a colpire piacevolmente e non la stucchevolezza.
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Feudo di San Maurizio (Sarre) – Mayolet 2006
Rubino con sfumature viola. Al naso è vinoso, floreale (viole e geranio). Morbido, con una trama tannica presente, ma non invadente, dimostra un discreto equilibrio. Un finale lievemente amarognolo con ritorni speziati e vegetali.
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Cave des Onze Communes (Aymavilles) – Cornalin 2006
Al naso le note di pepe e spezie rendono il quadro aromatico a tratti piccante. Mirtilli maturi e note vegetale a seguire. Vino giovane, con tannini graffianti ed una freschezza pungente.
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Cave Cooperative La Kiuva (Arnad) – Arnad Montjovet Superieur 2004
Colore da nebbiolo, granato di bella trasparenza. Un bel mix di frutti rossi, liquirizia, terra bagnata e florealità. In bocca i tannini smussati, una morbidezza quasi coprente, lo rendono di stile moderno, senza avvilire le caratteristiche del vitigno di partenza.
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Alessandro Franceschini

Alessandro Franceschini

Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, grande distribuzione e ortofrutta, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Associazione Italiana Sommelier della Lombardia, è docente in vari Master della Scuola di Comunicazione dell’università Iulm di Milano, è uno dei curatori della fiera Autochtona e collabora con testate come Myfruit, l'Informatore Agrario e le pagine GazzaGolosa della Gazzetta dello Sport. In passato, oltre ad aver diretto la redazione di Lavinium.com, ha collaborato con la guida ai ristoranti del Touring Club e con la guida ai vini de L'Espresso. È stato uno degli autori dell'Enciclopedia del Vino di Dalai Editore, del volume "Vini e Vignaioli d'Italia" del Corriere della Sera e del libro "Il vino naturale. I numeri, gli intenti e altri racconti" edito dalla cooperativa Versanti.

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