Fukurou: quando a Milano vince la cucina made in Japan
Non è mistero ormai che Milano sia una delle città che offre, dal punto di vista gastronomico, una variegata offerta di ristoranti etnici: si può dire che tra le via meneghine si trovino tutti i Paesi del mondo, e che ognuno di noi possa accontentare le proprie tasche. Quando si parla però di Giappone, non è facile uscire dal circuito degli ormai numerosissimi “all you can eat” a basso costo e qualità spesso discutibile, per scoprire finalmente un locale su cui valga la pena investire, e uscirne soddisfatti per l’esperienza vissuta. Per questo, data la mia passione per la cucina del Sol Levante, non mi stanco mai di cercare i locali più tipici in città, e di condividere con voi quelli da dove, uscendo, solitamente esclamo “Qui ci ritorno!”.
Quello di cui voglio parlarvi l’ho conosciuto grazie al consiglio di un collega la cui moglie è giapponese, e quindi come non fidarsi? Il ristorante si chiama Fukurou, e si trova in Via Trivulzio 16, tra le fermate Gambara e de Angeli, per chi conosce la città. Il proprietario è il pilota nipponico di Superbike Noriyuki Haga, mentre in cucina troviamo in pole position lo chef Yoshikazu Ninomyia, famoso per aver lavorato prima nella cucina dell’Osaka, altro ristorante giapponese di alto livello a Milano. Una curiosità: il nome Fukurou deriva da “Fuku”, che significa “mettere la fortuna” e “Rou”, letteralmente “nella gabbia”. Insomma, in questo ristorante, non appena varcata la porta di ingresso, troverete solo e soltanto Giappone: dall’arredamento, alle persone che lo frequentano (vi assicuro che io e il mio compagno ci sentivamo nettamente in minoranza rispetto alla quantità di giapponesi seduti ai tavoli) e naturalmente, alla cucina, che nulla ha da spartire con le imitazioni pseudo orientali degli all you can eat.
Ma passiamo alla sostanza. Dopo averci accolti con una piccola entrata di benvenuto a base di alghe e riso venere, scegliamo dal ricco menu, comprendente anche una sezione dedicata ai piatti della settimana, una serie di proposte dal nome e dagli ingredienti a noi insoliti e curiosi. Proviamo quindi la guancia di scorfano marinata nella soia e una polpetta di manzo e suino alle spezie, per poi passare al tonno scottato con salsa al bergamotto e pepe nero, alla ventresca di salmone alla griglia con salsa a base di yuzu, per poi assaggiare finalmente la famosa Jubako Kaisen Special, una box di legno dove sopra uno strato di riso vengono serviti diversi tagli di sashimi, compreso anche il riccio di mare e le uova di salmone, e finiamo quindi con degli Hossomaki alla zucca marinata.
Tutta l’esperienza è stata una scoperta unica di profumi e sapori, senza tralasciare il fatto che, avendo chiesto preventivamente di poter cenare sugli sgabelli davanti al bancone, abbiamo assistito in diretta alla preparazione del cibo. Questo ci ha permesso di notare la cura, la pulizia e la maestria con le quali gli chef componevano i piatti, il che ci ha lasciati spesso a bocca aperta e con le bacchette sospese tra le nostre dita. La luce soffusa e l’atmosfera calma e tranquilla mi hanno quindi invogliata ad ordinare un sake caldo, bevanda che adoro ma solo se posso godermi il momento in assoluto relax. Ho voluto farmi consigliare dalla cameriera, ma siccome secondo lei erano ovviamente tutti buoni, come faccio sempre nel dubbio, ho scelto il più costoso nella lista e – neanche a dirlo! – l’ho assaporato fino all’ultima goccia.
Mi raccomando, ricordate di prenotare poiché la lista d’attesa – soprattutto a cena – è abbastanza lunga.
Fukurou
Via Antonio Tolomeo Trivulzio, 16, 20146 Milano
tel 02 4007 3383