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Celeste, l’insalata di limoni e l’Isola che non c’è…

Ristorante Il Pescatore, Procida

Quando si parla di Costiera Amalfitana sento spesso parlare di Positano ed Amalfi (e non solo da stranieri e forestieri ma anche dai molti campani). Senza nulla togliere a queste due, giustamente, rinomate e suggestive località della Costiera, ritengo ci siano altrettante gemme nascoste, incantevoli borghi e squarci di mare da scoprire (una fra tutte Praiano di cui tornerò presto a parlarvi su queste stesse pagine) troppo spesso trascurati se, non peggio, del tutto dimenticati.

Ristorante Il Pescatore, Procida

Stesso discorso dicasi per le isole del capoluogo partenopeo con Capri a farla da padrone e insieme ad Ischia protagonista assoluta di quelle stesse acque che bagnano la città di Napoli. Ci si dimentica troppo spesso  di un’isola a torto considerata minore che nulla ha da invidiare alle sue due sorelle maggiori. Parlo di Procida, l’Isola del Postino di Massimo Troisi, l’Isola che non c’è…
Forse perché meno “glamour” e meno “trendy” (la Meloni mi perdonerà…). E sistematicamente snobbata dai Vip (o presunti tali). Ma sicuramente in grado di preservare un’autenticità e un’identità forti, ricca delle sue tradizioni e bellezze naturali (l’isolotto di Vivata in primis) con panorami mozzafiato e il suo ritmo lento e rilassante.

Procida

Un indirizzo su tutti anche se dai più recenti natali è il ristorante della proprietà del San Michele Boutique Hotel, “Il Pescatore” (nomen omen) una piccola chicca per intenditori, incastonata sull’approdo della “Corricella”. Io, Enzo e Rosaria ci siamo arrivati per caso in un’improvvisata trasferta in gommone in una serata d’inizio estate. Pochi tavoli in legno si sporgono sulla banchina della Marina. Una “mise en place” senza fronzoli ma elegante specchio di una cucina di “sostanza” fatta di pesce freschissimo, materie prime ricercate e piatti della tradizione. Solo pescato del giorno cucinato secondo i desiderata del cliente (eventualmente il suo sugo per guarnire una pasta), cozze locali, calaramarelle fritte (se periodo) e anche pesce crudo perché no…

Insalata di limoni, Ristorante Il pescatore, Procida

Rigorosamente, però, solo quando disponibile e meritevole di tale “destinazione d’uso” e impiego. Ma prima l’indimenticabile “Insalata di Limoni“. Servita nel solco della tradizione procidana: limoni “pane” (gli stessi usati per il suo celebre infuso liquoroso) tagliati a listarelle e un condimento delicatissimo per esaltarne e non coprire come spesso accade il sapore. Sicuramente una delle migliori se non l’interpretazione migliore di sempre.
Adesso vi starete chiedendo “E Celeste…?!”. È la vulcanica oste che vi accoglierà per introdurvi alla cucina e le tradizioni  dell’Isola. Non vi nascondo di essere rimasto molto sorpreso quando alla fine della cena ho scoperto che non fosse la proprietaria del ristorante ma la persona designata a gestirlo. Tanta la passione, il coinvolgimento e le emozioni che questa Donna (con la lettera maiuscola, non è un refuso) è in grado di trasmettere travolgendo letteralmente i suoi ospiti. Orgoglio e fierezza indigene. Un’offerta davvero impareggiabile a prezzi accessibili con forse l’unico neo, se proprio dobbiamo trovarne uno, di una carta dei vini assente o quasi, con l’invito a provare la piccola produzione di bianco della casa vinificato e imbottigliato sull’Isola.

mammarelle, Ristorante Il pescatore, Procida

Non vi resta, allora, che imbarcarvi alla scoperta dell’isola che non c’è. Non vi preoccupate l’ Isola c’è. Eccome!!!
Vi aspetta con il suo profumo di limoni, le sue spiagge in miniatura e il suo mare cristallino. Avviso ai viaggiatori: noleggiare un gommone qui è un obbligo non un’opzione.

P.S. la serata, per la cronaca e i curiosi, è finita a bere bollicine italiane e francesi fino a notte fonda sullo yacht di Daniele, imprenditore illuminato del ristorante di famiglia Punto Nave a Monteruscello (da alcuni considerato il miglior ristorante di pesce al mondo e credetemi non è un esagerazione). Ma questa è ancora un’altra storia della mia Campania Felix🤩
STAY TUNED! (per la Meloni: resta sintonizzata).

Fabio Cimmino

Fabio Cimmino

Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comincia a girovagare, senza sosta, per le cantine della sua Campania Felix. Diplomato sommelier ha iniziato una interminabile serie di degustazioni che lo hanno portato dapprima ad approfondire il panorama enologico nazionale quindi quello straniero. Ha partecipato alle più significative manifestazioni nazionali di settore iniziando, contemporaneamente, le sue prime collaborazioni su varie testate web. Ha esordito con alcuni reportage pubblicati da Winereport (Franco Ziliani). Ha curato la rubrica Visioni da Sud su Acquabuona.it e, ancora oggi, pubblica su LaVinium. Ha collaborato, per un periodo, al wineblog di Luciano Pignataro, con il quale ha preso parte per 2 anni alle degustazioni per la Guida ai Vini Buoni d'Italia del Touring. Nel frattempo è diventato giornalista pubblicista.

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