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Azienda Bonavita: un solo vino, ma che vino!

Scarfone e l'uvaCapita che, e questo è il bello di chi svolge questa attività, nonostante le migliaia e migliaia di bottiglie aperte e degustate provenienti dalle più disparate zone, nonostante il rischio di una forma di assuefazione tale da sottrarti progressivamente l’entusiasmo sostituendolo ad una certa consapevolezza e razionalità, che questo rischio possa venire bruscamente interrotto e rimandato al mittente grazie ad un inaspettato quanto stimolante incontro. Qualcuno penserà “esagerato! E che sarà mai?”, già, cosa dovrebbe avere di così speciale e diverso il Faro Doc dell’azienda siciliana Bonavita? Provare per credere. E non cercate di spargere in giro voci del tipo “il solito marchettaro”, sono cose che non mi apparterranno mai. Qui la questione è molto più “d’istinto”, la denominazione è molto piccola, pochi produttori di cui fino ad oggi solo uno conosciuto nel mondo, Salvatore Geraci e la sua azienda Palari. Se qualcuno conosce il Faro è grazie a lui e a quel suo straordinario vino, estremamente lontano nei suoi tratti espressivi, nella sua incredibile eleganza da molti vini isolani potenti, alcolici, esagerati.
Etichetta Faro BonavitaEbbene, da pochi anni, in quel fazzoletto di terra collinare che unisce i comuni di Faro Superiore e Curcuraci, in provincia di Messina, è sorta una nuova realtà condotta da Emanuela e Carmelo Scarfone, con il sempre più fondamentale contributo dei figli Giovanni e Francesco, Bonavita, che va ad accrescere l’importanza di questo piccolo territorio di grande vocazione vitivinicola che un tempo rischiava di andare perduto. Un solo vino, ottenuto da nerello mascalese, nerello cappuccio e nocera, tre vitigni la cui storia è antica ma ancora difficile da ricostruire. Ne ho già parlato su Lavinium dedicandogli una scheda, ma non è un vino di cui puoi limitarti a descrivere le qualità organolettiche, devi berlo, accompagnarlo al cibo, assaporarlo con calma per percepirne tutte le sfumature, condividerlo con chi ti è caro. È questa la differenza con il prodotto commerciale impostato seguendo la corrente dove va il mercato. Nel Faro di Bonavita c’è ben altro, c’è il rito antico, la gioia di chi lo ha concepito sapendo di avere a disposizione ottima materia prima rispettandone l’essenza, il linguaggio espressivo, anzi, esaltandolo dopo averlo compreso. Siamo in Sicilia, l’isola del sole, eppure questo vino riporta in etichetta dodici gradi e mezzo, nettamente al di sotto della media, non perché è magro o in vigna si è operato per favorire la quantità, niente affatto (circa 60 qli d’uva per ettaro), né perché queste uve hanno basso tenore zuccherino (soprattutto il nerello cappuccio e il nocera tendono a favorire vini piuttosto alcolici), è invece la perfetta interpretazione del territorio da parte degli autori, la consapevolezza che è la misura di ogni componente, il lavoro di vigna rigoroso e l’accortezza in cantina a non rovinare o alterare quanto madre natura ci ha offerto, la vera chiave di lettura di questo vino elegante, limpido, a tratti emozionante, puro, senza sbavature, con quel tannino che non si nasconde dietro ad ammorbidimenti e dolcezze ruffiane e quell’acidità che è elemento fondamentale per esaltarne il carattere e le preziose sfumature aromatiche. Con questa 2006 nasce la prima etichetta del Faro di Bonavita, 3.500 bottiglie ora in commercio, un numero ovviamente modesto che è già un monito per tutti coloro che vogliono acquistarlo, affrettatevi, ne vale davvero la pena perché, vi assicuro, ne sentirete parlare. Non fate caso alla valutazione che gli ho dato (quattro chiocciole/88 centesimi), mi sono contenuto solo perché si tratta della prima uscita e trovo giusto aspettare almeno un’altra annata, che confermerà, ne sono sicuro, tutte le sue preziose qualità.

Roberto Giuliani

Azienda Agricola Bonavita di Giovanni Scarfone & C.
C/da Corso – Faro Superiore – 98158 Messina
Tel. +39 090 389271 – 347 1754683
www.bonavitafaro.itbonavitafaro@gmail.com

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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