Franco Ziliani con il conte Guido Berlucchi
Ogni volta che raccontava, quando parlava, fin quando ascoltava, però fremendo già del dover dire la sua, e le mani si muovevano in un qualche gesto, di scatto e subito ammansite dalle sue buone maniere, con gli occhi sempre luminosi e saettanti di una vitalità tutta all’assalto, la personalità di Franco Ziliani prorompeva vulcanica, fervidamente dinamica, caparbia e carismatica. Con una forza comunicativa avvincente. Aveva una consapevolezza trasparente, quella di chi sa che ha fatto e sa che gli va riconosciuto. Senza superbia. Ma con decisione. Imprenditoriale. Doveva aver avuto lo stesso risoluto carattere già giovanissimo e quello stesso sguardo illuminato quando, in un freddo mattino d’inverno del 1954, vicino al mercato di Rovato, nel Caffè Laglio, vi fu il primo colloquio tra lui e il conte Guido Berlucchi che cercava un tecnico capace di mettere a posto i suoi vini. Quel colloquio si era chiuso con una forte stretta di mano, per un accordo che alla luce della storia, e senza enfasi alcuna, di fatto sanciva l’avvio delle fortune di entrambi ma anche di un’area viticola allora sostanzialmente sconosciuta e adesso riferimento. «Mi ritengo una persona molto fortunata, ho realizzato quanto avevo in mente e quindi se mi dicono che ho sacrificato qualcosa per farcela, non mi riconosco nel ritratto», disse in un’intervista dell’estate scorsa al Corriere della Sera nel giorno del suo novantesimo compleanno. Quello che aveva in mente (badate che non dice “sogni” ma dice progetti) era di fare una rivoluzione a casa sua. Il borgo medievale di Borgonato, le antiche cantine sotterranee sotto il palazzo, quel vino “Pinot” che aveva bel nerbo e carattere, però intorbidiva, e la sua chimera che invece aveva in mente come progetto. In Franco Ziliani, indaffarato a curare gli imbottigliamenti al Palazzo Lana, montò l’idea di produrre uno “Champagne italiano”. Occorsero alcuni anni di sperimenti fino al 1961, l’anno che produsse il primo spumante che considererà degno della commercializzazione e che, prodotto in tremilatrecento bottiglie, battezza “Pinot di Franciacorta, méthode champenoise”. Nel 1961 lui aveva trent’anni. Sembra facile? Ha già fatto la storia! È primo in tutto. È il primo spumante metodo classico di Franciacorta ma è anche la prima volta che Franciacorta, il nome geografico della zona, appare sull’etichetta di un vino. Come ben sappiamo sarà un successo clamoroso. Quando si celebravano i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario di quella bottiglia (di quel progetto) la Franciacorta è già Franciacorta e la Berlucchi, un marchio già amato dagli italiani, è di nuovo in Franciacorta. Franco Ziliani aveva lasciato il posto di comando ai figli Arturo, Cristina e Paolo, non gli aveva passato familiarmente le quote societarie, che lui aveva acquistato dal Conte Guido Berlucchi, ma le aveva cedute «perché così sentono il bruciore che si prova quando si gestisce un’azienda». La Berlucchi sotto l’egida dei suoi figli è cresciuta ancora e ha assunto una fisionomia da Grand Maison di Franciacorta. Gli avevano già intitolato un satèn nell’anno del suo ottantesimo compleanno. Gli andranno intitolate piazze e strade. Franco Ziliani è morto. Era nato a Travagliato e aveva compiuto 90 anni lo scorso giugno. Il vino d’Italia, i suoi appassionati e i produttori, si inchineranno riverenti dinnanzi al suo feretro. Don Pierre Perignon non ha inventato lo Champagne. Franco Ziliani ha inventato il Franciacorta.
Pierluigi Gorgoni
I funerali saranno celebrati domani, martedì 28 dicembre alle 11.30 alla Parrocchia di Paratico.
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana fin dalla sua fondazione, membro del Comitato editoriale e Responsabile delle degustazioni di SpiritodiVino già dal suo primo numero in edicola. Gli piace viaggiare, assaggiare, curiosare, incontrare e soprattutto gli piace raccontare tutto.
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
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