Segnatevi questo nome: Bruno Leusciatti, eccellente vignaiolo valtellinese
Una persona normale, un uomo di vigna, che ha ereditato dal nonno Guglielmo la passione per quella terra straordinaria che è la Valtellina, vero e proprio gioiello paesaggistico e culla fantastica per la coltivazione del nebbiolo. Bruno Leusciatti è persona semplice, schietta, l’antitesi dei sempre più numerosi personaggi mediatici che ronzano anche nel mondo del vino. Lui ama la sua vigna, non gli interessano i riflettori. Certo veder premiato il suo vino non credo gli farebbe dispiacere, ma non farà mai carte false per riuscirci, il vino che produce è quello che lui ama, in cui crede, con assoluta modestia te lo propone nella sua piccola casa-cantina, a Sondrio, forse inconsapevole di avere sotto mano un gran bel prodotto.
È dal 1977 che la famiglia produce vino, tutto ottenuto da vigne di proprietà nella sottozona Sassella. Con l’annata 2005 Bruno ha prodotto quasi 12.000 bottiglie di Valtellina Superiore Sassella, un numero che per queste zone rappresenta già una discreta quantità. Per affinarlo usa botti di castagno, quelle che non si trovano più, mancano i mastri bottai, le mode hanno spinto verso il rovere, meglio se piccolo e di origine francese. Ma il nebbiolo se ne frega delle mode, il chiavennasca, come lo chiamano in Valtellina, dà il meglio di sé proprio nel castagno, che ne esalta le caratteristiche e contribuisce in minima parte ad arricchirlo, con una delicata quanto fine speziatura.
Avevo già apprezzato fortemente il Sassella “Del Negus” 2004, ma la versione 2005, assaggiata domenica scorsa, durante Nebbiolo Grapes, mi ha lasciato quasi senza parole. Un vino del quale mi viene da dire un termine che non uso mai: “bello”. Bello perché straordinariamente puro, profumato di fiori e pietre, intenso e finissimo, elegante, digeribile, perfetta bevanda da pasto, ma affatto scontata, bensì intrisa di un’affascinante melodia espressiva, che conquista senza esitazioni. Un simile gioiello, vi assicuro uno dei più buoni degustati in questa straordinaria regione vitivinicola, Bruno “osa” venderlo a 6 euro in cantina! Un prezzo che, guardandosi intorno, non solo qui ma in qualunque altra zona dove i vini hanno conquistato il successo, lascia senza parole, sembra dichiarare, involontariamente perché Bruno non è certo quel tipo di persona, che molti dei vini che sono in circolazione hanno un costo che non trova giustificazione alcuna. Sarebbe molto interessante mettere questo vino in degustazione cieca con altri ben più costosi e blasonati, per vedere come andrebbe a piazzarsi.
Certo, non è un vino ruffiano, non è opulento, dolciastro, vanigliato, non si sente la spremuta di legno, ma i tratti varietali del vitigno e la terra da cui proviene, cose che a palati ormai deviati potrebbe non piacere. Ma questo non ha alcuna importanza, perché Bruno il suo vino lo vende quasi tutto direttamente in cantina, e la più grande soddisfazione gliela danno i clienti che ritornano, ben felici di poter acquistare qualche cassa per assicurarsi un periodo di piacevoli libagioni in sua compagnia!
Roberto Giuliani