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Santenay 1er Cru Grand Clos Rousseau 2017 Claude Nouveau

Domaine Claude Nouveau

Per gran parte dei nostri connazionali, alludo soprattutto agli appassionati di vino, la “terra promessa” in tema di rossi è senza dubbio il Piemonte e la Toscana. Ormai da decenni, mercati esteri piuttosto importanti, considerano queste due culle dell’enologia italiana veri e propri cavalli di razza in grado di competere ad armi pari con i capolavori prodotti, da oltre mezzo secolo, dai cugini d’Oltralpe. Fare paragoni a riguardo non rientra tra le mie priorità, anche perché il mercato dei vini francesi è ancor oggi irraggiungibile a 360°, pur tuttavia una cosa è lampante ed è inutile nasconderlo: il prezzo di questi vini, soprattutto quelli prodotti in Borgogna, talvolta è davvero insostenibile. Non alludo soltanto ai grandi nomi che hanno scritto la storia dell’enologia francese: Domaine Romanée-Conti, Leflaive, Dugat-Py, Leroy… che oggi vengono venerati come Dei e hanno quotazioni pari ai quadri esposti al Museo del Louvre, intendo anche maison meno inflazionate che negli ultimi anni, soprattutto, hanno aumentato i prezzi in maniera vertiginosa.
Esiste, al contrario, tutto un “mondo” in Borgogna di appellation meno note, ma ricche di altrettanto fascino, in grado di restituire vini intriganti e fedeli alle peculiarità del territorio; in assoluto uno tra i più complessi. Tra queste denominazioni vi è senza ombra di dubbio Santenay, che prende il nome dal comune francese di 842 abitanti situato a sud del dipartimento della Côte d’Or; a circa 19 km dalla cittadina di Beaune, considerata la “capitale” della Borgogna. Nell’immaginario collettivo degli appassionati di questa grande regione vitivinicola francese, e ben inteso sento di appartenere a questa categoria al 100%, la Côte d’Or termina con i grandi bianchi di Chassagne-Montrachet. Diciamo pure che considerando un primo sguardo non proprio attento, è possibile asserire che a Chassagne risiedono le ultime vigne realmente celebri della Borgogna nota ai più, tutte da vini bianchi principalmente a base chardonnay: metà del Montrachet, una parte del Bâtard-Montrachet e Criots-Bâtard-Montrachet.

Domaine Claude Nouveau

In realtà non è così, all’appello mancano due importanti “isole felici”, ovvero Santenay, un tempo famosissima e successivamente caduta nell’oblio, e Maranges. Due appellation che offrono la possibilità di apprezzare vini nobili a prezzi onesti e talvolta addirittura modesti. Lo vedremo in seguito. Negli ultimi anni per fortuna la musica sta progressivamente cambiando e, un po’ come da noi in Italia con aree vitivinicole quali Alto Piemonte, Roero, la cosiddetta “Altra Toscana” – piuttosto che l’Etna o Mamoiada – in Borgogna tutte le denominazioni stanno riscuotendo interesse mediatico, non sempre e solo i soliti nomi quali: Volnay, Nuit Saint Georges, Chambolle Musigny, Vosne-Romanée…
Tra i produttori che mi hanno maggiormente stupito, e tra i più costanti anno dopo anno, ritroviamo senza dubbio il Domaine Claude Nouveau, piccola azienda borgognona a carattere prettamente familiare che segue tutte le fasi dell’attività vitivinicola dalla vigna al prodotto finito. La filosofia è prettamente artigianale, nel vero senso della parola, scevra da ogni qualsivoglia pratica di vigna-cantina, che il più delle volte allontana il risultato finale dal vero scopo dei classici vigneron come ad esempio i Nouveau. Alludo al fine di tradurre la complessità del terroir attraverso un calice di Pinot Noir o Chardonnay. In vigna le rese sono limitate, vengono effettuate potature corte, germogliature e vendemmie verdi. L’aratura del terreno, l’inerbimento per controllare la vigoria della vigna e i trattamenti ragionati, rispettano l’ambiente circostante. L’azienda è particolarmente sensibile a questo tema e lo dimostra anche con i fatti. Da agosto 2021 Domaine Claude Nouveau è certificata Haute Valeur Environnementale niveau 3.

Santenay 1er Cru Grand Clos Rousseau 2017 Claude Nouveau

Veniamo al vino, prodotto mediante uve pinot noir in purezza allevate all’interno del vigneto 1er Cru Grand Clos Rousseau. Ci troviamo nel sud della Côte de Beaune ad un’altitudine di 250 metri sul livello de mare. Il terreno è di tipo marnoso e argilloso-calcareo, garantisce longevità al vino e doti di grande sapidità e persistenza. Le viti hanno un’età che va dai 30 ai 62 anni. Raccolta manuale, diraspatura totale delle uve, prefermentazione a freddo ed estrazione per délestage. La fermentazione alcolica dura 15-18 giorni, il vino affina un anno in botti di legno e 6 mesi in vasche d’acciaio prima dell’imbottigliamento che avviene senza filtrazione o chiarifica.
Trascorsi sette anni dalla vendemmia, e almeno 4 da quando l’ho acquistato, il colore del vino appare in veste luminosa, chiara, un bel granato con unghia mattone. Consistenza e buon estratto risultano piuttosto evidenti facendolo roteare al fine di dischiuderne i profumi. Gli stessi conquistano subito i recettori del naso mediante un bel corredo floreale di zagara e violetta, frutti rossi in bella mostra: arancia sanguinella, lampone e mirtillo, rintocchi di grafite, legna arsa e incenso. Sfumature, quest’ultime, date in parte dal terroir e in parte dall’evoluzione avvenuta in cantina. In chiusura affiora un’intrigante nota di crème brûlée che addolcisce l’insieme.
In bocca ritrovo un vino appagante, succoso, ricco di slancio e sapidità; quest’ultima rimanda alla mineralità del terreno. Riempie il palato e la progressione gustativa è pressoché infinita. A voler trovare a tutti i costi un difetto, forse, manca un po’ di centro bocca e spessore ma non è assolutamente un problema; la bevibilità è l’arma vincente di questo Santenay che oggi è possibile acquistare online, annata 2020, a circa 32 euro. Prezzo davvero incredibile per un buon vino di Borgogna.

Andrea Li Calzi

www.claudenouveau.com

Andrea Li Calzi

È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a quando ha sentito che il vino non poteva essere escluso o marginale. Così ha prima frequentato i corsi AIS, diplomandosi, poi un master sullo Champagne e, finalmente, nel giugno del 2014 ha dato vita con la sua compagna Danila al blog "Fresco e Sapido". Da giugno 2017 è entrato a far parte del team di Lavinium.

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