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Rüdesheim Pinot Noir S trocken 2012 Bischöfliches Weingut Rüdesheim

Bischoefliches

Ricordo ancora le dispute di vent’anni fa a Varsavia tra i Pinot Noir del mondo e i grandissimi di Borgogna, allora con un sorriso benevolo ma oggi, diciamo la verità, con un maggior rispetto per ciò che si produce sempre meglio anche altrove ed ogni volta è una sorpresa. Un grande enologo per le uve di pinot noir è il tedesco Peter Perabo che viene dalla città di Lorch, sul Reno. Perabo mi ha convinto pienamente. I suoi Pinot Noir non sono dei vini fatti, costruiti, sulla falsariga di chissà quale modello. Niente concentrazioni eccessive, niente confetture, niente esagerazioni di macerazione, niente gustaccio di legno nuovo o fin troppo, niente profumo di cioccolato né di carne arrostita. Lo stile del cantiniere è semplicissimo, tutto il contrario di ciò che altrove si dimostra invece come una fissazione del manipolatore di cantina. I suoi sono vini freschi, di piacevole acidità, senza strafare, ottimizzare, massimizzare, arricchire. Vini della casa nel senso migliore della parola. Non c’è proprio bisogno di sottolineare quanto mi piace questo stile pulito e i miei amici Beata Anna Szermanska-Morgenstern e Michael Morgenstern lo sanno, perciò mi hanno fatto conoscere una realtà nuova che non c’entra niente con i Pinot Noir di Borgogna perché ha una sua personalità notevole da perfetto rheingauer.

Peter Perabo

Bischöfliches Weingut Rüdesheim è sicuramente una delle più antiche tenute vitivinicole del Rheingau, un circondario dello stato dell’Assia nella Germania federale. Ha una superficie vitata di oltre 3.000 ettari dalla confluenza del Meno con il Reno, a est di Wiesbaden, che si estendono per altri 50 chilometri lungo la riva destra del Reno fino a Lorch, a nord di Rüdesheim. L’acqua di questo fiume fa da volano termico per moderare gli eccessi di temperatura sia verso il gelo sia verso la canicola e fa da specchio alla luce solare, amplificandola. Un luogo ideale per la vite, tanto che già l’imperatore Carlo Magno (742-814) fece piantare il vigneto intorno al castello di Johannisberg presso Rüdesheim, perché amava i bianchi ed era rimasto colpito dal fatto che la neve qui si ritirava in anticipo rispetto alle altre zone del Paese, concedendo ai viticoltori di poter vendere il vino al dettaglio, ma imponendo il divieto di pigiatura coi piedi e di stoccaggio del vino in otri di pelle.

È soprattutto nel Rheingau che gli ordini cattolici benedettini e cistercensi hanno contributo in un modo straordinario alla vitivinicoltura. L’anno esatto dell’inizio della loro attività a Rüdesheim si perde sfortunatamente prima del Mille, ma se ne può trovare una prima menzione del XII secolo nell’ex-voto del nobile Engelhard Brömser che, tornando da lunghi anni di prigionia presso i Saraceni dopo la terza crociata, aveva ampliato il già esistente vigneto parrocchiale. L’arcivescovo Siegfried von Mainz aveva consegnato questa zona nel 1074 a Rüdesheimer in cambio di una piccola tassa annuale in natura ed è perciò che in suo onore questo colle si è chiamato “Bischofsberg”. Qui è sorto un complesso edilizio molto importante della storia della Chiesa, un antico monastero agostiniano semidiroccato che è stato rilevato e ricostruito nel 1165 per ospitare per ospitare le Benedettine di Santa Ildegarda di Bingen con la loro abbazia madre.

Il comune di Eibingen ha acquistato questa proprietà sulla riva sinistra del fiume Nahe, alla sua confluenza nel Reno, nel 1831 e ne ha gestito la vitivinicoltura tra guerre, incendi, corsi e ricorsi della storia fino al 1984, quando è stata rilevata dalla diocesi di Limburg, che vi ha incorporato altri piccoli vigneti parrocchiali e altri ancora acquistati e sparsi per tutta la zona. Nel 1996 il nome della cantina è stato cambiato in quello di Bischöfliches Weingut Rüdesheim, che ha sede appunto in un antico edificio con una cantina a volta, in quella che fu l’ultima ala dell’ex monastero. In pochi anni, grazie all’amministratore delegato Jürgen Groh e al maestro di cantina Helmut Anthes, la cantina episcopale di Rüdesheim è diventata un fiore all’occhiello del Rheingau.

Dal 2007 Peter Perabo è il direttore operativo nonché maestro cantiniere e si sente la sua notevole impronta nella qualità e nella gestione ecosostenibile dei vigneti, certificata EMAS nel 2010. Dal 2011 Silke Trick è la prima donna ad aver assunto responsabilità in cantina e oggi ne è l’amministratore delegato. Una coppia di veri rinnovatori. Vinum nostrum quotidianum da nobis hodie… è una delle attività più antiche dell’umanità, ma se non si adegua ai tempi e non corrisponde più ai gusti si chiama archeoenologia. Hanno appena iniziato a cambiare la gamma dei prodotti e a usare le nuove etichette su sfondo carta da zucchero con sorprendente velocità, tanto che mentre vi scrivo neanche il loro sito web riesce a stare al passo con i grandi cambiamenti che stanno facendo. Via le ragnatele, obiettivo il terroir e la lunga tradizione di vini autentici, pieni di carattere, rivalutazione delle vecchie viti nelle località più privilegiate e di tutto ciò che i padri, i nonni e i bisnonni hanno piantato, costruito e conservato con grande abnegazione, fatica, sacrificio e lungimiranza. Le parcelle vitate che nel tempo sono state pazientemente e completamente rivolte a sud richiedono anche 2.500 ore di lavoro, di cura e di selezione all’anno per ogni ettaro.

È vero che in questa regione, la più occidentale del Rheingau, i terreni sono ancora sedimentari e hanno una capacità di ritenzione idrica maggiore di quelli composti da quarzite e scisto un po’ più in là, ma ne vengono vini corposi, pieni, maturi nelle parcelle intorno all’ex monastero, dove c’è roccia, anche di quell’ardesia che viene utilizzata per le coperture dei tetti su, oppure molto eleganti, fruttati e piccanti da quelle con suoli di argille profonde e calcare. Circondata da un oceano di riesling, a Rüdesheim c’è un’isola di pinot noir, dove Peter Perabo fa vini rossi asciutti, secchi, di piena fragranza. Eppure in queste vigne avrebbe potuto fare ben altro, adeguandosi alle mode, un po’ come Carlo Magno che voleva solo vini bianchi per non macchiare di rosso la barba. Poteva riuscire a fare qualcosa di diverso, ne sono certo, ma certamente non di meglio. Il vitigno pinot noir richiede molto tempo e pazienza e rappresenta una grande sfida in vigna e in cantina. L’enologo deve avere un’incredibile comprensione e una grande sensibilità professionale, dedicando ai mosti e ai vini in formazione anche molte notti e numerose levatacce per quel meticoloso lavoro manuale che è necessario in cantina.

Anche qui, come nel caso dei fratelli Volker e Bernd Schreieck di cui ho già descritto il Pfalz unsere S-klasse Riesling trocken 2016, in etichetta si è deciso di usare la S in etichetta per sottolineare questi sforzi per la qualità che sono superiori a quelli richiesti per la classificazione standard secondo la legge enologica tedesca.

Secondo la legge enologica tedesca, la classificazione ufficiale della qualità di un vino è stabilita dal grado Oechsle (Oe) secondo una scala idrometrica che misura la densità del mosto, considerandola come l’indicatore più adeguato durante il processo di vinificazione. Le classi sono: Kabinett minimo 73 gradi Oe, Spätlese minimo 85 gradi Oe, Auslese minimo 95 gradi Oe, Beerenauslese minimo 125 gradi Oe, Trockenbeerenauslese minimo 150 gradi Oe. Il Prädikatswein (in passato indicato con ”Qualitätswein mit Prädikat”) corrisponde al massimo livello di qualità per ogni tipologia. Per molti enoappassionati, però, è un sistema che ignora le caratteristiche cruciali della qualità, perciò i produttori più seri hanno deciso di utilizzare la S quando adottano attenti e ripetuti piani di controllo e analisi di laboratorio per la conoscenza delle mutazioni delle caratteristiche di uve, mosti e vini nei momenti chiave del processo enologico, dal decorso della maturazione tecnologica e fenolica dell’uva allo svolgimento della fermentazione alcolica e della macerazione, dalla fermentazione malolattica all’evoluzione dell’affinamento, sempre verificando il rispetto delle norme e dei requisiti in materia di sicurezza alimentare.

Per quanto riguarda i vini Pinot Noir di questa tenuta che è considerata una vera e propria patria dei Riesling, c’è da dire che sono la passione di Peter Perabo, che ha accumulato da lungo tempo una comprensione tecnica completa e sentimento per il vitigno borgognotto. Peter Perabo dà il tempo ai suoi vini. I suoi Pinot Noir maturano fino a 20 mesi in botti e mezze botti tradizionali del Rheingau (oppure in barriques di rovere francese) e si affinano per altri 15 mesi in bottiglia prima di essere messi in vendita. I vini che ne derivano sono longevi e hanno una struttura più complessa e una maggiore ampiezza di sapori. Con la S si contraddistinguono quelli maturati nelle botti di rovere più tradizionali, che hanno una straordinaria concentrazione, una splendida pulizia olfattiva, precisione e freschezza.

Rüdesheim Pinot Noir S trocken 2012 Bischöfliches Weingut RüdesheimIl Rüdesheim Pinot Noir Trocken 2012 Bischöfliches Weingut, che è uno Spätburgunder Wein-Prädikat QbA, per la sua ricchezza dovuta all’alto grado di maturazione e affinamento, è considerato uno dei migliori rossi di tutta la Germania e presenta subito l’impronta del terroir con quella delicata nota di cassis che è tipica di quest’area. Certo, è una questione di gusti, è inutile il paragone con i borgognotti, ma se si cercano dei Pinot Noir freschi, densi, succosi e con una piacevole acidità, è proprio qui che si trovano.

Vino di un bel colore rubino scuro con riflessi porpora, ha un bouquet aromatico che si apre con ribes rosso e marasca maturi, un sottile ricordo di buon tabacco, rose nere e terra fine, pulita. Al palato si ammorbidisce e si rinfresca con un fruttato più pronunciato e succoso, leggermente erbaceo, e una sapidità in sottofondo che sorprende la lingua come la piacevole, fine, acidità. I tannini sono levigati e danno un po’ di potenza al gusto secco e asciutto. Il finale è leggermente e meravigliosamente piccante. Tenore alcolico 13,5%. Residuo zuccherino naturale 0,4 g/l. Acidità totale 5,4 g/l. È un vino longevo che può affinarsi bene ancora per 5 o 6 anni.

Mario Crosta

Bischöfliches Weingut Rüdesheim
Marienthaler Straße 3, 65385 Rüdesheim. GERMANIA
tel. +49.(0)6722.910560, fax +49.(0)6722.910562
sito: www.bischoefliches-weingut.de
e-mail: info@bischoefliches-weingut.de

Mario Crosta

Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del settore gomma-plastica in Italia e in alcuni cantieri di costruzione d’impianti nel settore energetico in Polonia, dove ha promosso la cultura del vino attraverso alcune riviste specialistiche polacche come Rynki Alkoholowe e alcuni portali specializzati come collegiumvini.pl, vinisfera.pl, winnica.golesz.pl, podkarpackiewinnice.pl e altri. Ha collaborato ad alcune riviste web enogastronomiche come enotime.it, winereport.com, acquabuona.it, nonché per alcuni blog. Un fico d'India dal caratteraccio spinoso e dal cuore dolce, ma enostrippato come pochi.

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