LES CRÊTES – Azienda Agricola Les Crêtes
Indirizzo: Località Villetos, 50 – 11010 Aymavilles (AO)
Tel.: +39 0165 902274
Fax: +39 0165 902758
Sito: www.lescretes.it
Email: info@lescretes.it
laVINIum – 05/2022
Non potevo esimermi dall’includere la Famiglia Charrère di Aymavilles (AO), alias Les Crêtes, all’interno del mio approfondimento dedicato ai vini della Valle d’Aosta. Quest’ultima è senza ombra di dubbio una tra le regioni più belle d’Italia, vero e proprio angolo di paradiso alpino per tutti i grandi appassionati di montagna a livello europeo, e non solo.
La storia di Famiglia inizia “qualche” anno fa, per l’esattezza nel 1750, epoca in cui gli Charrère, con determinazione e passione, allevano la vite tra i ripidi pendii montuosi ai piedi di sua maestà Monte Bianco, una tra le vette più alte ed importanti del Vecchio Continente. E’ proprio la sua influenza a determinare il successo della viticultura di queste colline, le stesse sono state letteralmente strappate alla montagna, alla roccia che ne delinea i lineamenti e ne forgia l’aspetto a tratti ipnotico.
L’ambiente circostante è caratterizzato da forti dislivelli e i terreni sono composti da suoli di origine morenica, sabbiosa, piuttosto drenanti e a componente granitica. Indubbiamente Les Crêtes, anno dopo anno – e anche in periodi piuttosto bui – è sempre stata in prima linea per quanto riguarda la promozione del territorio. Tanti i motivi specifici e non soltanto circoscritti ad una produzione piuttosto ben nutrita (circa 200.000 bottiglie annue) considerando gli standard regionali; trovo che la determinazione e la voglia di comunicare di Costantino Charrère, il fondatore, colui che nel 1989 avvia l’Azienda, rappresentino tuttora un faro per l’intera Valle d’Aosta del vino. Oggi al suo fianco troviamo l’intera famiglia che si occupa, da ben cinque generazioni, di produzioni agroalimentari oltre ad essere proprietaria di uno storico mulino ad acqua del ’700 e delle antiche cantine di Via Moulins.
Visitare tutti questi luoghi durante il classico week end fuori porta, soprattutto in primavera, è un’esperienza che mi sento di consigliare; dal 2005 ad oggi, personalmente, sarò tornato almeno tre volte. C’è poi il “rifugio del vino”, così chiamata la sala degustazione di Casa Charrère: trattasi di un capolavoro in pieno stile valdostano, tuttavia inserito all’interno di un contesto architettonico moderno, che ben si allinea al paesaggio di queste colline montuose. Il legno, le travi e soprattutto la pietra sono elementi in grado di creare una sorta di continuità con l’ambiente circostante.
Il cuore pulsante dell’Azienda rimane tuttavia il vigneto, là dove nasce la miglior materia prima; a tal riguardo Les Crêtes si affida, ormai da anni, alle linee guida dei programmi europei di settore. Sto parlando dei classici livelli di efficienza atti a ridurre i trattamenti fitosanitari, i fitofarmaci… anche grazie alle cosiddette pratiche di lotta integrata. La tutela dell’ambiente si applica non solo in vigna ma anche in Cantina e nella produzione, a tal riguardo è da segnalare che l’Azienda impiega energia verde da fonti rinnovabili al 100%; utilizza inoltre tappi senza impronta di carbonio, da polimeri rinnovabili di origine vegetale e riciclabili in toto.
La proprietà si estende su un’area di 30 ettari lungo la Dora Baltea, diversi i comuni coinvolti tra cui: Aymaville, Saint Pierre, Sarre, Gressan, Aosta e Saint Christophe. Un elemento che favorisce immensamente la viticoltura valdostana è senza dubbio il clima alpino: secco e costantemente ventilato, rende possibile una coltivazione a basso impatto ambientale. Muffe, insetti e funghi, acerrimi nemici delle uve, appaiano di rado e proprio per questo è possibile ridurre i trattamenti. Da considerare, inoltre, la grande escursione termica tra giorno e notte, responsabile in gran parte del notevole profilo aromatico insito nei vini valdostani.
I vigneti sono allevati ad un’altitudine che varia tra i 600-1000 metri sul livello del mare. Da sempre le cultivar di riferimento sono quelle della tradizione, le cosiddette autoctone, presunte tali o internazionali. In Valle d’Aosta non è mai stato semplice decretare con certezza la paternità di un vitigno: il fumin è tra i pochi a rientrare in questa categoria, il petit rouge con molta probabilità, la petite arvine con scarsa, infine chardonnay e pinot noir che ormai hanno conquistato da anni un posto di rilievo nella tradizione regionale, e con ottimi risultati s’intende. Vedremo alcuni tra questi esempi nelle prossime pubblicazioni: sarà una buona occasione per approfondire in maniera capillare il territorio, e l’impegno della Famiglia Charrère che mi auguro presto di rivedere.
Andrea Li Calzi
Vini degustati | Annata | Prezzo | Voto |
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Valle d’Aosta Petite Arvine | 2015 | 10 a 15 euro | @@@@ |
Mon Blanc | s.a. | da 5,00 a 7,50 euro | @@ |
Valle d'Aosta Chardonnay Cuvée Frissonnière | 1998 | da 7,50 a 10 euro | @@@ |
Valle d'Aosta Petite Arvine Vigne Champorette | 2005 | da 10 a 15 euro | @@@ |
Vallée d’Aoste Petite Arvine | 2021 | da 14 a 18 euro | @@@@ |
Vallée d’Aoste Petite Arvine Fleur | 2020 | da 20 a 25 euro | @@@@ |
Vallée d’Aoste Bianco Neige d’Or | 2017 | da 50 a 55 euro | @@@@@ |
Vallée d'Aoste Nebbiolo Sommet | 2018 | da 30 a 35 euro | @@@@ |
Vallée d’Aoste Torrette Superiore | 2019 | da 18 a 20 euro | @@@@ |
Vallée d'Aoste Fumin | 2019 | da 20 a 25 euro | @@@@ |