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Novac 2018 Prince Ştirbey

Prince Ştirbey

Prince Ştirbey è un’altra forma relativamente recente di “trapianto” di esperienza enologica, una cantina che si può considerare come un esempio di grande onestà e di esperienza. La famiglia Știrbey è un’antica e influente famiglia principesca della Valacchia che aveva ampi vigneti e il più grande vivaio nazionale nell’agro di Drăgăşani, dove venivano innestati per lo più i vitigni autoctoni. Il principe Barbu Alexandru Știrbey li promuoveva contro tutte le tendenze di diffusione di quelli internazionali, contribuendo in modo significativo alla conservazione dei ceppi indigeni rumeni dopo la sconfitta della fillossera, grazie ai quali sono poi stati reimpiantati migliaia di ettari in tutti gli angoli della Romania. Nel periodo tra le due guerre mondiali i suoi vini erano tra i più prestigiosi e venivano serviti anche nelle carrozze ristorante dell’Orient Express.
Dopo la nazionalizzazione nel 1949, la tenuta è stata rilevata dalla IAS Drăgăşani e nel 2001 è stata in parte riacquisita dalla pronipote, la principessa Ileana Costenescu che, dopo essere emigrata nel 1969, era poi tornata a stabilirsi su queste pittoresche colline del distretto di Vâlcea insieme con il marito Jacob Kripp, un barone austriaco cresciuto tra i vigneti di famiglia del castello di Stachlburg in Alto Adige. Da quel momento hanno lavorato insieme per ripristinare l’antico splendore della tenuta storica, mettendo in ordine i vecchi vigneti, impiantandone di nuovi, ristrutturando l’edificio e la cantina dell’inizio del Novecento. Un matrimonio veramente riuscito da cui è nato questo progetto di vini rumeni da soli 25 ettari di cui 24 vitati nelle sette vigne Ştirbey, Bibescu, Bengescu, Moraru, Tiberie, Pencovini e Foişor che sono condotte in modo esemplare dall’ingegnere agronomico Dumitru Nedelut sulle dolci colline tra i 260 e i 340 metri s.l.m. dai suoli marnosi e argillosi e che producono circa 900 ettolitri di vino l’anno.
Da nessun’altra parte in Romania non si vedono vigneti gestiti con tanta cura né cantine dall’architettura così elegante e con attrezzature così efficienti, tanto che sembra tutto trasferito qui dal Friuli o dalla Toscana. I vigneti sono situati in alta collina sulla sponda occidentale del fiume Olt, per lo più su pendii piuttosto ripidi. Qui prevalgono terreni scuri ben drenati con un contenuto di calcio relativamente alto. Nonostante alcuni ettari di merlot, cabernet e sauvignon blanc, i proprietari continuano a investire sulle varietà locali. C’è, tra l’altro, una grande vigna piantata con l’antica varietà crâmpoșie, coltivata dai Daci e quasi dimenticata altrove. Un posto importante occupano anche due nuove selezioni locali di vitigni rossi, il novac e il negru de drăgăşani, coltivati presso la stazione sperimentale vitivinicola di Drăgăşani.
Novac 2018 Prince ŞtirbeyI vini bianchi fermentano in acciaio inossidabile e i vini rossi fermentano in tini di legno aperti. I vini rossi maturano in botti nuove di rovere francese, ungherese e della Transilvania. Il giovane enologo tedesco Oliver Bauer si occupa della produzione del vino fin dal primo anno di vinificazione. Il suo stile enologico è decisamente moderno, molto pulito, sotto completo controllo. Di conseguenza, i vini rossi (perché i bianchi con questo stile se la cavano benissimo) sono un po’ omologati al gusto occidentale, si sentono il fruttato e il terroir di buona qualità, ma in qualche modo non gli è stato permesso di sviluppare quel pizzico di tipicità selvatica che caratterizza i migliori vini di questa parte d’Europa.
Il Novac 2018 è un rosso che proviene dalle uve della vigna Foisor, 4 ettari esposti a sud e a ovest sopra una collina dal terreno argilloso ben strutturato e non troppo compatto. Gli antenati genetici di questa varietà  (il negru vârtos dalla Romania meridionale e il saperavi dalla Georgia) hanno generato qui un vitigno pretenzioso per il lavoro in vigna e per la vinificazione, ma che non è subordinato al ”mainstream” dei vini di tutto il mondo. Non è un concentrato di potenza, ma è un vino elegante e fine, con tanta profondità e complessità.
Viene invecchiato per almeno 12 mesi in botti da 400 litri di rovere rumeno usate, così la struttura dei tannini rimane discreta e permette ai molteplici aromi dell’uva di questa varietà di esprimersi in pieno. La fresca acidità conferisce al vino un alto potenziale di affinamento in bottiglia, per stupire con la maturità del goudron. Prodotto in 7022 bottiglie, ha un bel colore rubino luminoso, attacca con profumi di visciola matura e liquore di amarena che aprono un bouquet di aromi di prugne nere, more di rovo, mirtilli e lamponi tra sfumature speziate di cannella e liquirizia. In bocca emerge anche il sapore di ciliegie rosse fra note delicate di luppolo, semi di anice, chiodi di garofano e pepe nero che vivacizzano la morbidezza dei tannini. Il finale è lungo e fruttato.

Mario Crosta

Tipologia:  IGT Dealurile Olteniei
Vitigni:  100% novac
Titolo alcolometrico: 13,5%
Produttore:
ŞTIRBEY
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: da 15 a 20 euro

Mario Crosta

Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del settore gomma-plastica in Italia e in alcuni cantieri di costruzione d’impianti nel settore energetico in Polonia, dove ha promosso la cultura del vino attraverso alcune riviste specialistiche polacche come Rynki Alkoholowe e alcuni portali specializzati come collegiumvini.pl, vinisfera.pl, winnica.golesz.pl, podkarpackiewinnice.pl e altri. Ha collaborato ad alcune riviste web enogastronomiche come enotime.it, winereport.com, acquabuona.it, nonché per alcuni blog. Un fico d'India dal caratteraccio spinoso e dal cuore dolce, ma enostrippato come pochi.

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