❂ Verdicchio di Matelica Riserva D.O.C.G. (Approvato DOC con D.M. 13/9/1995 – G.U. n.232 del 4/10/1995; approvato DOCG con D.M. 18/2/2010 – G.U. n.49 del 1/3/2010; ultima modifica D.M. 7/3/2014, pubblicato sul Sito ufficiale del Mipaaf, Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)
► zona di produzione ● in provincia di Ancona: comprende parte del territorio dei comuni di Cerreto d’Esi e Fabriano; ● in provincia di Macerata: comprende parte del territorio dei comuni di Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Matelica e Pioraco;
► base ampelografica ● min. 85% verdicchio, possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente per un massimo del 15%;
► norme per la viticoltura ● per i nuovi impianti e reimpianti la densità dei ceppi per ettaro non può essere inferiore a 2.200, in coltura specializzata; ● è vietata la forma di allevamento a tendone; ● è consentita l’irrigazione di soccorso; ● la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere di 9,5 t/Ha e 12,50% vol.;
► norme per la vinificazione ● le operazioni di vinificazione e imbottigliamento devono essere effettuate nei comuni il cui territorio entra in tutto o in parte nella zona di produzione delle uve; ● non è consentito l’arricchimento. È ammessa la dolcificazione secondo le norme comunitarie e nazionali; ● il vino prima di essere immesso al consumo deve essere sottoposto a un periodo d’invecchiamento di almeno 18 mesi a decorrere dal 1° dicembre dell’anno di produzione delle uve;
► legame con l’ambiente geografico ●A) Informazioni sulla zona geografica ◉ Fattori naturali rilevanti per il legame La zona geografica delimitata per la DOCG Verdicchio di Matelica Riserva interessa il territorio di otto Comuni di cui sei compresi nella provincia di Macerata e due in quella di Ancona. È decisamente interna e lontana dall’ambiente e dall’influenza marina. Difatti, è una Pianura Alluvionale Interna che include tutti i tratti di fondovalle fluviale e torrentizio, di dimensioni riconosciute cartografabili, all’interno della regione Marche. La quota media è attorno ai 350 mt .s.l.m. La zona è attraversata dal fiume Esino nella fase iniziale del suo percorso che scorre parallelo verso nord alla zona montuosa appenninica e alla costa adriatica. La vallata, ove si sviluppa la zona delimitata, è il prodotto dell’effetto erosivo dei molti corsi d’acqua sulla dorsale pedemontana e montana caratterizzata da rocce calcaree. L’assenza sul clima di qualsiasi influenza marina per la sua posizione fa registrare periodi invernali con freddi intensi e mesi estivi con temperature elevate che, però, non pregiudicano la coltivazione della vite. L’area delimitata e pianeggiante è altimetricamente compresa tra 250 mt. s.l.m. fino a 700 mt .s.l.m. con una percentuale di presenza dell’80% tra mt 280 e mt 480 s.l.m. Un vigneto è stato rilevato anche a 720 mt s.l.m. La classe di pendenza media è racchiusa per l’80% entro il 2-35%. Dette classi di pendenza identificano bene questa area di collina a discreta energia del rilievo. Il clima appartiene al Piano fitoclimatico “Alto collinare” ed è caratterizzato da piovosità medie superiori a 7/800 mm annui e temperature medie inferiori a 14 °C. Geologicamente nella parte collinare prevalgono rocce calcarenitico-pelitiche (32%) e quelle marnose e calcaree (26%); sono tuttavia presenti substrati conglomeratici e arenitici e anche depositi appartenenti ai terrazzi pleistocenici. Sempre in geologia la valle appartiene alla Sinclinale Camerte che inizia a Fabriano e termina a Camerino quale vallata pre-appenninica. La parte valliva è occupata da depositi alluvionali con prevalenza di terrazzi di granulometria variabile, ghiaiosa e spesso interessata da coperture fini e alluvionali. Il 12 % di aree occupate da abitati, il 7% di fasce arborate lungo i corsi d’acqua e il 22 % di boschi termofili (roverella) completano il paesaggio dell’area destinata ad uso agricolo (59%) ripartito tra colture intensive, erbacee e arboree (vigneti). La classe di esposizione si divide equamente a metà tra est e ovest per il 75% delle aree. ◉ Fattori umani rilevanti per il legame La valle ha al centro l’abitato di Matelica, centro industriale e vinicolo. Di origine umbra divenne colonia romana. Popolata dai Piceni è provato che questi già conoscessero l’uva e il vino per il ritrovamento nel centro abitato di Matelica di una tomba di un giovane “principe” dove, fra splendide armi e scettri e altri oggetti, è stato rinvenuto un bacile emisferico al cui interno stavano 200 vinaccioli di vitis vinifera, più di un grappolo. Fra i vasi ceramici alcuni erano legati alla mensa e al vino. Il periodo Romano ha permesso a Plinio, Varrone, Catone ed altri di dissertare sull’uva e sul vino piceno. Da ciò si può affermare che in queste terre, giudicate fertili, non mancavano le vigne. La caduta dell’impero Romano, le invasioni medievali, il disfacimento dell’impero d’oriente, che aveva avuto potere e influenza lungo la costa adriatica, riducono l’attività agricola al solo sostentamento e le vigne, abbandonate le antiche alberate dell’epoca romana quando le viti venivano “maritate” agli aceri e ad altre piante, ora occupano piccoli appezzamenti a se stanti, protetti. Nasce il vigneto dell’azienda agricola. Alta densità d’impianto per non “sprecare terreno”, applicazione del contratto mezzadrile con la ripartizione del prodotto, due vinificazioni separate destinate all’autoconsumo. Nel periodo medioevale la valle è feudo della signoria dei “Da Varano” di Camerino, potenti e illuminati protagonisti della storia dell’area di dominio. Il passaggio dall’Impero allo Stato della Chiesa nel 1578 creò un risveglio dell’attività agricola dovuto ai monaci e agli insediamenti monastici nel territorio che influirono sulle attività temporali che le popolazioni accettarono. Proprio in questo periodo (12 gennaio 1579) un contratto notarile, in quel di Matelica, cita la parola “Verdicchio”. Da qui la vite riprende un suo ruolo nell’economia aziendale e rurale cessando di essere esclusivo uso del Clero e dei Nobili ed entra nelle abitudini della comunità di persone. È nella seconda metà dell’800, con l’arrivo dell’oidio, della peronospora e della fillossera, che la viticoltura subisce la sua fine per riprendere il suo nuovo sviluppo ai primi del ‘900 ove la divulgazione tecnica e l’insegnamento permettono di ricreare la viticoltura moderna con nuove varietà e, purtroppo, con l’abbandono di varietà e cloni del territorio. Con gli anni ’50 si avvia il passaggio da coltura promiscua a specializzata, ha termine la figura del mezzadro (ope legis), i proprietari divengono imprenditori i quali, accorpando più poderi, investendo con il sostegno dei fondi comunitari, sfruttando le agevolazioni concesse alle forme cooperative e allo sviluppo del sistema agroalimentare danno vita alla vitivinicoltura marchigiana di oggi nel matelicese e nella regione. La denominazione “Verdicchio di Matelica Riserva” è conseguente al D.P.R. 930/1963 che norma le DOC e le DOCG. La tipologia Riserva è aggiunta alla DOC nel 1995. Nel febbraio 2010 viene riconosciuta la DOCG in quanto nell’area delimitata si otteneva anche un prodotto classificabile come “eccellenza produttiva”. Ciò ha permesso ai viticoltori matelicesi, nel 2005, di attivare l’iter normativo per dare ufficialità all’eccellenza produttiva con la DOCG. L’ampelografia del vitigno autoctono “Verdicchio” trova attenzione nel XIX sec con più descrizioni ufficiali. Nel tempo i viticoltori hanno sempre effettuato una selezione massale per la sua moltiplicazione, cui ha fatto seguito una selezione scientifica del materiale di moltiplicazione. Le forme di allevamento della vite hanno subito un’evoluzione passando dall’alberata (acero, olmo, conocchia) alla vigna (filari) forti dell’esperienza acquisita che la prima forma rispondeva alla quantità e la seconda alla qualità. Oggi la vigna è generalizzata con una densità superiore alle 2.000 viti/ettaro. Per produrre il vino bianco secco non sono applicate tecniche specifiche per il Verdicchio Riserva, ma occorre precisare che tutti i produttori dell’area sono stati molto sensibili ad applicare le nuove tecnologie di trasformazione vinicola sostenute da sperimentazioni scientifiche come la criomacerazione, l’iperossigenazione, la decantazione a freddo. Ciò permise di distinguere il prodotto vino nella tipologia “Riserva”, poi DOCG. ● B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico Il clima continentale del matelicese e la quantità di sali minerali presenti nei suoli rendono unico il terroir: il Verdicchio non è versatile come quello di Jesi, meno esplosivo negli aromi, ma più capace di esaltarsi con la terziarizzazione; l’elevata presenza di acido malico lo rende scontroso in gioventù, ma dopo la malolattica il vino si fa pieno, complesso, armonioso. Grande complessità olfattiva ampi sentori di mandorle tostate, cedro e miele, al gusto strutturato, ricco e opulento caldo e avvolgente. ● C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B) È proprio l’interazione causale tra quanto descritto che il vitigno, geneticamente a maturazione tardiva, sembra riuscire ad esaltare al meglio le proprie caratteristiche qualitative. Difatti concorrono a ciò la particolare situazione climatica, combinata con una componente pedologica, caratterizzata da terreni formatisi su matrice argillosa e, in particolari situazioni, calcarea.
● Menzioni Geografiche (Comune): Cambrugiano (Matelica), Colferraio (Matelica), Collamato (Fabriano), La Valle (Matelica), La Monacesca (Matelica), Del Cerro (Cerreto D’Esi), Fogliano (Cerreto d’Esi), Mistriano (Matelica), Sainale (Matelica), San Leopardo (Cerreto D’Esi), Santa Teresola (Matelica), Valbona (Matelica), Vinano (Matelica).
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.
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Classe ‘77, Nadia è nata ad Ischia. Dopo quindici anni di "soggiorno" romano che le è valso il diploma di Sommelier AIS e un'importante collabor (...)
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Mi presento, sono Rachele Bernardo, annata 1968, ribelle quanto ME. La passione per la scrittura risale agli spensierati anni giovanili, tuttavi (...)
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È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a qu (...)
Economista di formazione, si avvicina al giornalismo durante gli anni universitari, con una collaborazione con il quotidiano L'Arena. Da allora (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
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