Luigi Drocco (a sinistra) con tutta la famiglia
La triste e lunga lista dei produttori che hanno fatto la storia del vino italiano, i cosiddetti “Patriarchi del Vino”, dalla scorsa settimana purtroppo ne annovera un altro: è infatti scomparso a 73 anni dopo una lunga malattia Luigi “Vigiu” Drocco, titolare dell’omonima storica azienda delle Langhe albesi situata ai piedi del versante est della collina di Diano d’Alba, sul confine del comune con Alba. Un’intera vita dedicata alla coltivazione delle sue vigne e alla vinificazione delle uve con passione e rispetto per la tradizione, un carattere taciturno che non gli ha però impedito di prestare tempo e risorse nella preziosa opera di salvaguardia e valorizzazione di questo territorio, collaborando negli anni ’90 con la giunta comunale presieduta dal sindaco Rossetto.
Cascina Pontepietra
Ancora bambino, nel 1959, Luigi si stabiliva con il papà Enrico presso la Cascina Pontepietra, che in origine comprendeva circa 8 ettari di terreno di cui uno soltanto coltivato a vigneto. Nel 1968, a soli 22 anni prese le redini dell’azienda, forte della sua grande passione per la coltivazione della vite che da qualche anno l’aveva portato a prendersi cura in prima persona dei vigneti dell’azienda agricola, che nel frattempo era raddoppiati di estensione.
Nel 1971 il matrimonio con Silvana, connubio dal quale nasce tre anni dopo Fabrizio e nel 1978 Roberto, gli attuali titolari dell’azienda agricola. La nascita di Roberto coincide con i primi imbottigliamenti, nasce la prima etichetta di vini Luigi Drocco per poter commercializzare le bottiglie di produzione propria in bar, ristoranti ed enoteche oltre che ai primi clienti privati, affezionati al commercio del vino sfuso.
Questo spirito innovativo di Luigi trova concretezza nel 1988 con la nascita del primo vino bianco dell’azienda, uno Chardonnay, vitigno alquanto raro all’epoca in questo territorio, denominato “di Langa” per battezzare il legame del territorio, unica dicitura possibile in etichetta considerato che non esisteva ancora nessuna Doc che annoverasse questo tipo di vitigno internazionale. Nasce con la vendemmia 2010 la Doc Alba, denominazione di cui Luigi fu uno degli ideatori e promotori, che diviene fin dalla prima annata una parte consistente della produzione, che oggi propone ben undici vini rossi e cinque bianchi, con un taglio tipicamente langarolo di uve Nebbiolo, Barbera e Dolcetto. La sua etichetta è dedicata ai nipoti Giorgia, nata nel 2008, ed Enrico, nato un paio d’anni dopo, figli di Roberto e della moglie Elisa, identificati metaforicamente come “l’Alba dell’azienda Drocco”. Una delle sue ultime idee rivolte al futuro è stato il progetto “The Green Experience”.
La filosofia di lavoro di Luigi ha da sempre privilegiato un minimale utilizzo di chimica nei vigneti ai quali corrispondeva un minimo livello di solfiti nei vini per non nuocere alla natura e al consumatore. A partire dal 2016 Fabrizio e Roberto prendono una decisione drastica: non far più utilizzo di alcun tipo di diserbante sugli attuali 15 ettari di vigneto e dei componenti di origine animale in cantina, pratica, ottenendo la certificazione di “azienda green”.
Luciano Pavesio
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma agli inizi degli anni ’90 seguendo la filosofia e le attività di SlowFood. Ha frequentato corsi di degustazione e partecipa a numerosi eventi legati al mondo del vino. Le sue esperienze enoiche sono legate principalmente a Piemonte, Valle d'Aosta, Alto Adige e Friuli. Scrive e collabora a numerose riviste online del settore; è docente di corsi di degustazione vino ed organizzatore di eventi.
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Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
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