Statistiche web
Assaggi dall'Italia e dall'EsteroIl vino nel bicchiereItalia

Gavi World Tour 2022 fa tappa a Roma: degustazioni itineranti per approfondire il noto bianco piemontese

logo Gavi World Tour 2022

Si è da poco conclusa a Roma, presso l’Aleph Rome Hotel, la prima tappa del Gavi World Tour 2022, il primo di una serie di appuntamenti organizzati dal Consorzio Tutela del Gavi, interamente dedicati al Gavi DOCG, che lo vedranno protagonista a Londra e successivamente a New York.
Un’occasione interessante per approfondire la conoscenza di questo bianco piemontese, che ad oggi conta circa 1600 ettari vitati in totale.
Il Gavi DOCG è prodotto tradizionalmente da uve cortese 100%, coltivate all’interno di una precisa area geografica, prevalentemente collinare, della fascia sud-orientale del Piemonte, della provincia di Alessandria, ultima propaggine della Pianura Padana, che si estende verso l’Appennino Piemontese a 30km dal mare. Una denominazione compresa negli 11 Comuni di Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo in Provincia di Alessandria.

Gavi World Tour convegno

Costituito nel 1993, il Consorzio Tutela del Gavi si impegna nella tutela e nella valorizzazione di questo prodotto.
«I paesaggi del Gavi – racconta Walter Speller, editor italy di jancisrobinson.com, durante le Masterclass da lui condotte – sono un alternarsi di vigneti, boschi, montagne, pianure e castelli; fondamentale è la grande biodiversità ambientale che ritroviamo. All’interno della denominazione ci sono boschi, campi dedicati a seminativi, riserve di caccia e naturalmente vigneti. Altro aspetto importante e peculiare è il suo assetto geologico che può essere suddiviso in tre fasce con composizioni diverse, che incidono fortemente sulle caratteristiche del vino. Nella fascia settentrionale a nord di Gavi, i suoli sono segnati dalle terre rosse, si tratta di suoli composti da ghiaie, antichi depositi alluvionali e argilla rossa; nella fascia centrale, tra Serravalle, Gavi e San Cristoforo, i suoli sono misti e sono composti da marne e arenaria; scendendo verso sud, infine, ci sono le terre bianche, proprio dove si avvicinano gli Appennini e i rilievi si fanno più irti, tanto da trovare le marne Serravalliane. Quando parliamo di terre bianche, parliamo di marne argillo-calcaree, sicuramente di origine marina ricca di fossili, che si trovano dal centro della denominazione a scendere verso sud».

Gavi World Tour calici

Questa diversa composizione donerà ai vini profili diversi, le terre rosse daranno bianchi carichi di sapidità, nerbo, ottimo corpo e struttura, mentre le terre bianche doneranno al vino un ottimale equilibrio tra struttura e sapidità.
Alla base produttiva del Gavi c’è l’uso del 100% di uva Cortese, aspetto che definisce la volontà di non seguire le mode e portare avanti il 100% del vitigno. Una denominazione che si è specializzata in questa bacca bianca, declinandola in diverse tipologie, dal bianco fermo al frizzante, dallo charmat al Gavi Riserva e al Gavi Riserva Metodo Classico (quest’ultimo è sempre riserva).
Interessante anche il potenziale evolutivo e la loro capacità di dare vini molto complessi e con il tempo raccontare un’altra dimensione del Gavi. Caratteristiche riscontrabili anche a distanza di otto, dieci anni dalla vendemmia
Quella del Gavi è una viticoltura che si basa sulle basse rese, con i 95 quintali per ettaro, relativamente alle tipologie “tranquillo”, “frizzante” e “spumante”; per le tipologie riserva e riserva spumante metodo classico non deve essere superiore ai 65 quintali per ettaro. In ogni caso, la resa massima dell’uva in vino non deve mai essere superiore al 70%.
Altro aspetto da sottolineare è il lavoro scientifico che il consorzio sta svolgendo nel campo delle scelte sostenibili, atte a preservare la straordinaria biodiversità, espressiva della denominazione. Va ricordato che dal 2007, il Consorzio ha elaborato una attenta analisi del territorio attraverso le “Carte tematiche”, dove si evidenziano le pendenze, l’altitudine e l’esposizione delle diverse aree della denominazione. Altro aspetto è il progetto avviato nel 2015, sulla selezione di lieviti autoctoni, per incrementare il valore vitivinicolo del Gavi DOCG.
Inoltre, in collaborazione con Aspromiele, il Consorzio sta anche promuovendo il biomonitoraggio ambientale attraverso le api, un’attività condotta a partire dal 2018, che oggi sta dando i primi risultati, con un abbassamento significativo dei trattamenti sul patrimonio vitato.

vini Gavi docg

Circa un’ottantina le referenze presenti in degustazione, tra cui sono spiccano il Gavi DOCG Metodo Classico Pas dosé dell’azienda La Mesma, un millesimato del 2015, con un affinamento di 60 mesi sui lieviti. Le vigne si trovano su suoli calcarei composti da Marne Serravalliane, esposti a sud-est a 350 metri di altitudine tra Novi Ligure e Tessarolo; il risultato è un vino elegante e sfaccettato, con richiami floreali e rimandi di erbe aromatiche. Cremoso al palato, ha un ottimo equilibrio nel sorso, versatile e coinvolgente. Sempre della stessa azienda si distinguono il Gavi DOCG Riserva Vigna della Rovere verde, sia nel millesimo 2016, che nel 2012. Il 2016, frutto sicuramente di un’annata asciutta ed equilibrata, è ampio e sfaccettato, un vino che colpisce per la sua grinta e la sua precisione. Nel millesimo 2012, frutto di un’estate calda, con una diminuzione delle rese, troviamo nel calice un vino energetico, teso e ricco, con una prevalenza delle nuance agrumate di pompelmo e un cenno mentolato e balsamico.

Gavi Minaia 2021

Interessante anche il Gavi DOCG Metodo Classico Brut 2017 La Battistina, dal profilo aromatico di agrumi e delicate note di biscotto. Discretamente cremoso al palato, dal finale lungo e complesso.
Tra i Gavi giovani, si distinguono il Gavi DOCG “Minaia” 2021 Nicola Bergaglio, un vino dotato di semplicità e concretezza, espressivo all’olfatto con note di frutta bianca e gialla, erbe aromatiche, sapido e succoso al palato. Il Gavi DOCG Pian Lazzarino 2021 BIO Ghio. Interessante anche il suo Riserva Vigna Le Zucche 2019.

Gavi DOCG Superiore Tuffo 2020 Morgassi

Il Gavi DOCG Vigne di San Martino Gavi di Gavi 2021 Giordano Lombardo, un vino tattile e consistente con un profilo aromatico che gioca dal fiore al frutto, all’agrume verde. Al palato è fresco e persistente, con un finale lungo e appetibile. Il Gavi DOCG Superiore Tuffo 2020 Morgassi, risulta un vino più snello nei profumi, con nuance di erbe officinali e agrumi. Esprime lunghezza e personalità al sorso.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio