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G.D.Vajra, la storia continua

G.D.Vajra

A Vergne, il Barolo trova un terroir autorevole, ma differente, più elevato e più fresco del solito, e non sempre facile da interpretare. Ci vogliono, infatti, tutte le qualità professionali di Aldo Vajra che nel 1972 prende in mano l’azienda dei nonni per delimitarne l’attitudine evitandone accuratamente i confini. I lavori della cantina iniziano poi nel 1986, ma già due anni prima la moglie Milena lo affianca nella direzione aziendale. In tempi non sospetti (e mai frase più azzeccata come in questo caso), la strada del biologico viene sapientemente imboccata con i primi vini, notevoli sin da subito, e soprattutto lontano dai clamori delle certificazioni, “coltivando la certezza che al centro di una buona agricoltura, c’è sempre il rispetto dell’uomo”.
Insomma, una famiglia di appassionati vignaioli, interamente compenetrati nel loro lavoro e capaci di restituirne fascino e vocazione, anche perché il podere dei Vajra è, in primis, un luogo di ospitalità, serenità, passione e sorriso. In poche altre cantine si ha infatti la sensazione di trovarsi di fronte a una così perfetta fusione tra amore per la tradizione e volontà di ricerca.
Negli anni, intanto, i genitori vengono affiancati rispettivamente in ordine di tempo e di scrupolosità, dai tre figli, Giuseppe, Francesca e Isidoro. La dedizione alla tutela del territorio di questa nuova generazione è davvero encomiabile: nessun compromesso per arrivare alla qualità, perché tutti e tre sanno bene che il futuro tra vigna, cantina e accoglienza, è fatto di scoperte ma anche di sacrifici.
Dal 2009, infine, tale lungimirante nucleo piemontese ha rilevato la conduzione della piccola cantina Baudana a Serralunga d’Alba, inaugurando alla loro familiare imprenditorialità un ennesimo e stimolante orizzonte enologico.

Vini G.D.Vajra

Langhe Bianco Dragon 2021 Luigi Baudana: Dragon è un’avvincente miscela bianca delle Langhe. Originariamente prodotto da Luigi Baudana negli anni ’80 con Chardonnay e Sauvignon Blanc, si è evoluto per “incontrare” la Nascetta, uno dei più rari vini piemontesi, e una piccola parte di Riesling. Il vigneto originario si trovava a Cerretta Piani in Serralunga d’Alba. La Nascetta fu invece impiantata nel Comune di Novello, il proprio luogo di origine di quest’uva, in cima alla collina di Ravera. Fermentazione di circa dodici giorni in tini verticali a bassa temperatura, solitamente senza malolattica e affinamento dai sei agli otto mesi in vasche di acciaio inox, fino alla primavera successiva la vendemmia. Bello slancio aromatico dalle vivide note agrumate, con cenni floreali di biancospino e frutta a polpa bianca. Esprime un accattivante fraseggio gustativo, fresco e vibrante, scorrevole e deciso con finale piuttosto salino.

Langhe Riesling Pétracine 2017: prodotto con le più vecchie viti di Riesling mai piantate in Piemonte, ovvero un’intuizione nata negli anni ’70 e concretizzatasi nel 1985. I vigneti sono esposti a est/sud-est esposto a 420-480 m slm. Il suo nome deriva da un antico sinonimo di Riesling, che significa “le radici [nella] pietra”, indicando così che potrebbe crescere bene in rocce suoli. Di impressionate purezza varietale, tra note di idrocarburi e toni agrumati, sfoggia un palato molto espressivo e risolto, pieno di succo, supportato da una brillante vena acida, di persistenza tanto lunga quanto cristallina.

Barolo Baudana 2018 Luigi Baudana: MGA storicissima e di elevato lignaggio, ai confini tra la Marna di Sant’Agata Fossile e la Formazione di Lequio. Da una terra compatta, argilloso-calcarea e bianca, piuttosto strutturata e poco sciolta, ad un’altitudine tra i 230 ai 370 m slm, con esposizione Ovest e Sud- Ovest, nasce un grande Nebbiolo dai freschi profumi varietali, con note di prugna, amarena, grafite e tabacco dolce. Potente ma fresco, caratterizzato da una maglia tannica puntiforme e fine e da un ottimo allungo gustativo.

Barolo Cerretta 2018 Luigi Baudana: MGA complessa, sia per quanto riguarda l’esposizione, sia per la composizione dei suoli. Gli appezzamenti di questo vino sono collocati rispettivamente sul versante orientale con esposizione da Sud-Est a Est, sulla parte che sia affaccia sulla Valle Talloria. Una parte poggia su una formazione di Lequio, dominata dal limo, mentre l’altra si trova all’altezza della fusione tra la formazione Diano e le marne di Sant’Agata su suoli evoluti, più vigorosi. Davvero invitante all’olfatto, su delicate e infiltranti note di frutti di bosco, liquirizia e resine di balsamiche, altrettanto armonioso al gusto, ampio e salino, dove si distende con eleganza e grande finezza tannica.

Barolo Chinato: 85% Barolo Albe, 15% estratti idroalcolici di erbe aromatiche e officinali. “Ogni Chinato ha una ricetta segreta, ma alcuni aromi (in primis quello del Barolo) sono così evidenti che non possono essere taciuti… Nella scelta delle erbe abbiamo prediletto quelle dalle specifiche proprietà digestive, decongestionanti e rilassanti, attingendo a piene mani dal ricchissimo patrimonio floristico delle Alpi che abbracciano il Piemonte. Scorze di arance di Sicilia da agricoltura biologica, spezie e zucchero di canna completano la lavorazione”.
Notevole componente aromatica speziata e liquorosa in cui si percepiscono i gusti di china, cannella, rabarbaro e liquirizia, in un intrigante contesto vinoso di Nebbiolo.

Lele Gobbi

Lele Gobbi

Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Master in “Non profit” presso la SDA Bocconi di Milano. Per otto anni si è impegnato in progetti con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, occupandosi di raccolta fondi, marketing, comunicazione, relazioni esterne, degustazioni e soprattutto di organizzazione di viaggi educativi in Italia e nel mondo. Scrive per Spirito diVino, James Magazine, La Cucina Italiana, Viaggiare con Gusto, Senza Filtro. È consulente per agenzie di marketing e comunicazione. Ha viaggiato in tutti i continenti alla ricerca dei cibi più vari, dei mercati più pittoreschi e dei popoli più antichi. Ama lo sport (sci e basket), la montagna (le Alpi) e l'arte contemporanea.

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