Bisognerà rivedere le tabelle di longevità potenziale dei vini per quanto concerne i bianchi vulcanici laziali: il Frascati superiore Santa Teresa può affrontare due lustri evolvendo positivamente, come probabilmente possono, per induzione, i suoi conterranei altrettanto ben eseguiti. Ce lo ha comunicato lui stesso, il vino, vendemmia 2001. Perfettamente cristallino, lucido, dal colore oro chiaro netto, vivace in barba agli oltre dieci anni di età. Si muove compostamente nel calice rivelando una grassezza pronunciata, si adagia sui bordi e scende con lacrime decisamente larghe. All’impatto olfattivo sprigiona profumi fruttati in quantità, dolci a polpa gialla come pesca e albicocca, più evoluti di mallo di noce, poi speziati di anice. Ampio, complesso, in bocca si conferma come ci si attende dopo averne apprezzato gli umori, si ripete nelle sensazioni, aggiunge note minerali e terrose, si rivela grasso e succoso allo stesso tempo, strutturato e incredibilmente beverino. Il finale è delicato e piacevolmente lungo. Si può acquistare quello attualmente in commercio, il 2011 assaggiato in contemporanea, e farne tranquillamente cantina: già buono adesso, con le sensazioni floreali in bella evidenza, entusiasmante poi. Da gustarsi insieme a secondi piatti pesce pregiato, grigliato o al sale, a carni bianche o formaggi saporosi a media stagionatura. Servito a 10°C circa in ampi calici.
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