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Il Pernanno di Sobrero: una verticale a Castiglion Falletto

Entrata azienda SobreroUno dei più bei ricordi della visita nella cantina dell’azienda agricola Francesco Sobrero a Castiglion Falletto, è la vista del vigneto Villero che, purtroppo, verrebbe da dire erroneamente vedendo i bei risultati che altri vi traggono con il nebbiolo, è piantato “solo” con barbera e dolcetto dall’azienda. Ma questo ragionamento sarebbe, in fondo, sbagliato: una diversità che, invece, è meglio che permanga, che l’azienda porta avanti da anni nel rispetto di chi aveva deciso di allevare queste due varietà e che, anzi, vedendo i risultati entusiasmanti, per bontà e rapporto qualità prezzo, che vi si ricavano proprio con dolcetto e barbera, si spera perduri nel tempo.
A margine dei giorni dedicati agli assaggi in anteprima dei Barolo 2004 e dei Barbaresco e Roero 2005, ci è capitato, come a molti di coloro che hanno partecipato alle intense giornate di Alba Wines Exhibition, di programmare visite in azienda per verificare ulteriormente vini che ci avevano convinto durante gli assaggi mattutini piuttosto che per scoprire realtà che si conoscono poco: tra queste i vini di Sobrero. Sedici ettari totali tra vigne di proprietà e in affitto, per questa piccola realtà di Castiglion Falletto, nel cuore della produzione del Barolo, che vive dal 1964 e che possiede diverse parcelle tra i cru di questo comune: Villero per l’appunto (con le varietà barbera e dolcetto), Valentin (nebbiolo, dolcetto e barbera), Piantà (nebbiolo), ma altrove anche Ornato, ma soprattutto, per quello che ci interessa in questo articolo, il Pernanno.

La verticale di Barolo Pernanno di SobreroSono circa 10.000 le bottiglie ricavate dalle uve nebbiolo della varietà michet allevate sui circa 1,3 ettari di proprietà di questo cru, esposto a sud-sudovest e con terreno argilloso e roccioso con venature calcaree. E’ lui il protagonista di questa verticale che ci ha dato l’opportunità di saggiare le sue caratteristiche ed il suo stato evolutivo al momento dell’assaggio. 1991 e poi, 1996, 1997, 1998, 1999 e 2000 i millesimi che il giovane Flavio Sobrero, che insieme ai familiari porta oggi avanti l’azienda, ci ha messo a disposizione: austeri, bisognosi probabilmente di maggiore ossigenazione rispetto a quella che hanno avuto al momento del nostro assaggio in cantina, sono vini che, vuoi per lo stile tradizionale sia in fase di lavorazione (macerazione in vasche di acciaio per 11-15 giorni con rimontaggi sia all’aria che automatici per circa tre volte al giorno) che in quella di affinamento (in botti di rovere da 25 ettolitri), potrebbero definirsi “d’antan”. Sottili, a tratti nervosi, con una trama olfattiva che spesso viaggia ai confini dell’ossidazione, colpiscono per una freschezza di beva non fine a se stessa, tannini quasi sempre vivi e croccanti. Non sono dei campioni di potenza, struttura e corpo, ma non devono essere per questo penalizzati, poiché al tempo stesso non mancano mai di buon equilibrio ed armonia. La prima annata di produzione del Barolo Pernanno è datata 1993, dal 1998 è commercializzato come riserva.

Barolo Pernanno 1991
I profumi terziari dominano il quadro olfattivo, ma non solo: rabarbaro ed amaretto, sottobosco, funghi e qualche nota brodosa. E ancora miele di castagno e frutta sciroppata insieme con delle continue note “affumicate” che ritornano insistentemente con il passare dei minuti. Buona la prova gustolfattiva, con la trama tannica quasi risolta e di bella morbidezza ed una freschezza che continua a tener comunque vivo il vino.
85/100 @@@

Barolo Riserva 1996
Mineralità, erbe officinali e delle note che ricordano gli agrumi, che spesso fanno capolino nei Barolo Pernanno che abbiamo testato in questa occasione. Ottima la fattura in bocca, tannini vivi e rinfrescanti così come l’acidità. Una lodevole prova per un millesimo da riprovare e verificare in futuro.
87/100 @@@@

Barolo Pernanno Riserva 1997
Intenso, a tratti quasi esplosivo, ma insieme elegante e mai sopra le righe. Riesce a coniugare l’esuberanza di un’annata calda con l’austerità tipica della denominazione e del vitigno. Ritornano, come nel campione precedente, le affascinanti note minerali, quelle di erbe e ancora di agrumi. Un vino che viene da definire d’antan, o vecchio stile se volete, ma di una levità ed equilibrio che è difficile scordare. La florealità chiude il finale in bocca dove dominano tannini sottili e come sempre una pungente freschezza che non manca in nessun vino di Sobrero.
91/100 @@@@@

Barolo Pernanno Riserva 1998
Potremmo prendere le note del 97 e ribaltarle in egual misura anche per questo millesimo, e non ci allontaneremmo più tanto dalle descrizioni per questo vino. Note di castagno e di grafite arricchiscono un bouquet sempre di bella finezza espressiva. Si riconferma la splendida freschezza e capacità di beva.
90/100 @@@@

Barolo Pernanno Riserva 1999
Le note dei piccoli frutti rossi che ricordano il lampone, la caramella mou, la mineralità e sempre gli agrumi, la scorza più che la polpa. Bocca di ottima fattura, con tannini ancora giovani e ruspanti e una freschezza dissetante. Non ha forse un gran corpo ma non gli manca una bella linearità.
87/100 @@@@

Barolo Pernanno Riserva 2000
Stilisticamente differente rispetto ai precedenti. Il pepe bianco, che dona un tocco quasi piccante ed una dolcezza del frutto più intensa e potente rispetto alle altre annate, mostrano un profilo olfattivo sempre di bella finezza (le note minerali e floreali non mancano anche in questo caso) ma meno austero ed aristocratico. L’equilibrio in bocca è ancora in divenire: tannini duri e freschezza pungente. Di tutto rispetto la persistenza ed un finale nuovamente e piacevolmente speziato.
88/100 @@@@

Alessandro Franceschini

Alessandro Franceschini

Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, grande distribuzione e ortofrutta, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Associazione Italiana Sommelier della Lombardia, è docente in vari Master della Scuola di Comunicazione dell’università Iulm di Milano, è uno dei curatori della fiera Autochtona e collabora con testate come Myfruit, l'Informatore Agrario e le pagine GazzaGolosa della Gazzetta dello Sport. In passato, oltre ad aver diretto la redazione di Lavinium.com, ha collaborato con la guida ai ristoranti del Touring Club e con la guida ai vini de L'Espresso. È stato uno degli autori dell'Enciclopedia del Vino di Dalai Editore, del volume "Vini e Vignaioli d'Italia" del Corriere della Sera e del libro "Il vino naturale. I numeri, gli intenti e altri racconti" edito dalla cooperativa Versanti.

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