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Consorzio Tutela Lambrusco: le varie anime del Lambrusco, grande versatilità e una direzione condivisa

Consorzio Lambrusco a Sorrento

Se si pensa all’Emilia, al cotechino e allo gnocco fritto, non si può non pensare al Lambrusco, o meglio ai Lambruschi, ciascuno con la sua storia e con le sue peculiarità uniche; un universo di vitigni, territori e colori, una moltitudine di sapori e fragranze, abbinamenti ed emozioni, che ne fanno la sua ricchezza.
Rendendosi conto che l’unione fa la forza, a gennaio 2021 i tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano, ovvero il “Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena”, il “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa” e il “Consorzio di Tutela Vini del Reno D.O.C.”, si sono uniti in un unico consorzio, dando vita al Consorzio Tutela Lambrusco.
Una visione lungimirante che oggi mostra con orgoglio i passi compiuti; come commenta il Direttore del Consorzio Giacomo Savorini è ora importante agire in modo concreto, rendendo sempre più forte il potenziale di questi vini: “Il Lambrusco è il vino dei colori, uno diverso dall’altro. Nel mondo è identificato come un vino rosso scuro frizzante, ed abbiamo l’esigenza di far comprendere che esistono tante varietà di lambrusco, con colori e profumi diversi, che possono veicolare esperienze completamente differenti e che, grazie alla loro versatilità e ampia gamma di referenze di qualità, si possono perfettamente abbinare a diverse e numerose tipologie di cucina completamente differenti”.

Consorzio Lambrusco a Sorrento

Le anime del Lambrusco sono tante almeno quanti sono i suoi colori e le bollicine, tutte diverse, in un bicchiere. Il punto di partenza di questa molteplicità sono i luoghi dell’Emilia, nei quali la coltivazione della vite ha dato adito ad espressioni del vino talvolta simili, talvolta diametralmente opposte. L’unico modo per conoscere il Lambrusco è venire a contatto con i Lambruschi, vini dall’energia unica, come gli esseri umani.
Il Consorzio ha anche creato una nuova identità visiva, che dà ora volto all’ente in tutti i contesti nei quali è chiamato ad agire. Una brand identity che fonde alcuni degli elementi essenziali del territorio e del vino che rappresenta, con le tonalità di colore che il Lambrusco assume a seconda delle tante anime di quest’uva: dal rosa chiaro, al rubino, fino al porpora e a quelle che richiamano i caratteristici piccoli frutti rossi, il cui aroma è uno dei fattori più identificativi delle sue bolle. Il capolettera L, l’iniziale di Lambrusco, è poi posizionato all’interno del nuovo brand dalla forma sinusoidale.
Un ente di tutela, che rappresenta 70 produttori e otto denominazioni tra Modena e Reggio Emilia: Modena DOC, Lambrusco di Sorbara DOC, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, Reggiano DOC, Colli di Scandiano e di Canossa DOC, oltre a Reno DOC e Bianco di Castelfranco Emilia IGT. Un totale di circa 16.600 ettari vitati nelle due province, di cui circa 10.000 dedicati al Lambrusco, e una produzione che, nel 2022 si è attestata su oltre 40 milioni di bottiglie di Lambrusco DOC. In aggiunta a questi quantitativi, vanno considerati oltre 100 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia IGT, che rientrano nell’ambito di tutela del Consorzio Vini Emilia.
Il Consorzio, inoltre, punta a rafforzare le attività di promozione e comunicazione non solo in Italia, ma anche all’estero. Oltre all’Italia, la Germania e gli Stati Uniti rappresentano gli altri mercati dai volumi più importanti, mentre tra quelli emergenti si inseriscono l’Asia, con Cina e Giappone, e Sud America, con il Messico e il Brasile, oltre al Regno Unito.

Consorzio Lambrusco a Sorrento

Tante le occasioni di promozione che hanno costellato questo percorso, in particolare le tappe che hanno visto il Consorzio protagonista di un itinerario del gusto intitolato:” Il Lambrusco e la cucina del Sud”, organizzato in collaborazione con il Gambero Rosso. Il tour è partito dalla Puglia e ha fatto tappa in Campania (al Don Geppi Restaurant, Stella Michelin a Sorrento e al Classico Ristorante Italiano di Napoli), proseguendo poi in Basilicata e Sardegna, con l’obiettivo di evidenziare la “trasversalità” di questo vino.
Nelle due occasioni campane è stato interessante non solo conoscere i protagonisti intervenuti, ma effettivamente comprendere la versatilità di questo vino, non solo il suo universo di sfumature e colori, ma anche approfondire le differenti varietà, i territori e i diversi metodi di produzione utilizzati. Dal frizzante, che rappresenta oltre il 95% della produzione, fino al Metodo Classico e a quello Ancestrale, dal secco alle versioni amabili, i vini Lambrusco ben si prestano ad accompagnare un pasto dall’aperitivo al dessert.

Calici di Lambrusco

Vera forza di questo cambiamento sono senza dubbio i “Giovani del Lambrusco”, desiderosi di condividere con i nuovi consumatori – sempre più attenti e curiosi – la loro tradizione. La nuova generazione del Lambrusco ha energia, ha viaggiato, ha visitato e assaggiato vini prodotti nelle migliori zone vitivinicole del mondo ed è pronta a portare idee e iniziative e per raccontare a tutti il vero Lambrusco.
Vediamo i protagonisti dei due incontri svolti in Campania, che con le loro referenze hanno incuriosito gli ospiti intervenuti.
Le denominazioni del Lambrusco abbracciano la provincia di Modena e di Reggio Emilia, dalle zone di pianura a quella collinare, ciascuna con la propria tradizione enologica. Se nel modenese la tendenza predilige il focus su una singola varietà, nel reggiano è tradizionalmente utilizzato un blend/uvaggio di differenti vitigni.


LA DEGUSTAZIONE


Lambrusco di Sorbara Metodo Classico “Rosé del Cristo” di Cantine Cavicchioli

Lambrusco di Sorbara Metodo Classico “Rosé del Cristo” di Cantine Cavicchioli
Siamo nel modenese e l’idea è di realizzare un vino rosa con una sua eleganza e originalità attraverso il metodo classico, prodotto con Lambrusco di Sorbara al 100%. I vigneti sono dislocati tutti nella zona di San Prospero, nella parte settentrionale della provincia di Modena, le uve vengono raccolte manualmente e la sosta sui lieviti è di 36 mesi circa. Questo Lambrusco di Sorbara si presenta con un bouquet variegato che gioca sulle note floreali di fiori bianchi e fruttati di agrumi e ciliegia rossa. Il sorso è cremoso, sottile e bilanciato.

Lambrusco di Sorbara “Silvia Zucchi Metodo Classico” Dosaggio zero 2018 di Cantina Zucchi
Siamo poco più a nord di Sorbara, a est del fiume Panaro, anche questo spumante prodotto da Silvia Zucchi – terza generazione e in azienda dal 2010 – viene realizzato attraverso il Metodo classico e affinato 36 mesi in bottiglia; il dègorgement è senza aggiunta di liqueur d’expédition in modo da esaltare le caratteristiche del Sorbara.
Uno spumante diretto, elegante, caratterizzato da piacevoli note di frutta; il sorso è pieno, fresco e di grande bevibilità e persistenza.

Lambrusco di Sorbara “Vigna del Cristo” Cantine Cavicchioli

Lambrusco di Sorbara “Vigna del Cristo” Cantine Cavicchioli
Gradevole alla vista il colore rosato chiaro brillante; piacevole al palato una spiccata nota acidula.
Lambrusco di Sorbara 100% nato nel 1987 in occasione dei sessant’anni della Cavicchioli, viene prodotto con le uve provenienti dall’omonimo vigneto in località Cristo, nel comprensorio di Sorbara. Si presenta con un gradevole color rosato chiaro brillante, profuma di agrumi, ciliegia e note floreali; il sorso è ampio e avvolgente con una piacevole verve acida.

Lambrusco di Sorbara “Infondo” Cantina Zucchi

Lambrusco di Sorbara “Infondo” Cantina Zucchi
Il vino Infondo è uno spumante Extra Brut, realizzato con uve Lambrusco in purezza provenienti da San Lorenzo (MO) vicino al Fiume Secchia; è il Lambrusco di una volta, la prima fermentazione da mosto avviene in tini d’acciaio a temperatura controllata, mentre la rifermentazione avviene in bottiglia con successivo affinamento e maturazione sui propri lieviti. Ne risulta un vino di color rosa corallo, che porta con sé richiami di fiori bianchi, pompelmo rosa e note di fragola e lampone.
Corpo e acidità sono ben evidenti al sorso e giocano bilanciandosi, regalando dinamismo al palato e una persistenza lunga di grande piacevolezza.

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Castelli Modenesi” Caviro
Corpo e acidità sono ben evidenti al sorso e giocano bilanciandosi, regalando dinamismo al palato e una persistenza lunga di grande piacevolezza.

Lambrusco Grasparossa “Sbiadì” Fattoria Moretto
L’Azienda Vitivinicola Fattoria Moretto si trova nel cuore del Lambrusco Grasparossa, a Castelvetro di Modena, qui la famiglia Altariva produce le sue uve seguendo il metodo biologico. Sbiadí è un lambrusco atipico, di colore rosa, che esprime note di fragole e ciliegie. Fresco e goloso al sorso, richiama le piacevoli note fruttate in retrolfazione. Diretto e gioviale.

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “SuDiGiri” Az. Ag. Pezzuoli

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “SuDiGiri” Az. Ag. Pezzuoli
Vino spumante prodotto con metodo Martinotti in versione extra dry, che rientra nella linea biologica dell’azienda di Maranello, guidata dal giovane Alberto; questo Grasparossa in purezza proviene da un unico vigneto sito nella parte pedecollinare della provincia. Piacevole e brioso, esprime la sua energia dirompente, dove il frutto rosso gradevole e acidulo, gli dona grande freschezza e grande godibilità.

Lambrusco di Sorbara Pietrarossa linea “Pietra” F.lli Bellei -  Az. Ag. Pezzuoli

Lambrusco di Sorbara Pietrarossa linea “Pietra” F.lli Bellei –  Az. Ag. Pezzuoli
In questo caso le uve usate sono 100% lambrusco di Sorbara, anche qui la spumantizzazione avviene in autoclave, dando vita a un colore chiaro sulle sfumature del porpora. Il profumo ricorda le nuances floreali, un vino garbato e scorrevole, di grande piacevolezza, croccante nel sorso e lungo.

Lambrusco di Sorbara “Vecchia Modena Premium”- Cleto Chiarli

Lambrusco di Sorbara “Vecchia Modena Premium”- Cleto Chiarli
La famiglia Chiarli consapevole delle potenzialità dei luoghi del lambrusco ha acquisito proprietà agricole nelle zone maggiormente vocate e può contare su oltre 100 ettari di vigneto dislocati in tre Tenute Agricole che risultano fondamentali per ottenere la indiscussa qualità dei suoi vini.
La storica bottiglia “Vecchia Modena”, datata 1890, rappresenta la più antica testimonianza di un Lambrusco in bottiglia recante una etichetta e ormai è parte indissolubile dell’immagine della Cleto Chiarli. Si tratta di un Sorbara in purezza ottenuto da una severa selezione delle migliori uve del vigneto “Sozzigalli”, a cui segue una ‘pris de mousse’ da solo mosto; un vino che esprime all’olfatto piacevoli note di fragola, melagrana e ciliegia, a cui si uniscono note floreali di rosa. Il sorso è carezzevole, delicato e dinamico.

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Vigneto Cialdini” Cleto Chiarli

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Vigneto Cialdini” Cleto Chiarli
Il Lambrusco “Vigneto Cialdini” nasce dall’utilizzo in purezza del Lambrusco di Grasparossa, un vino che vuole esprimere una beva schietta e autentica. È un rosso frizzante, fresco e piacevole, caratterizzato da profumi intensi di frutta rossa fresca; il sorso è leggiadro, gradevole e di equilibrata acidità.

Lambrusco Reggiano “Pra di Bosso” Casali Viticultori

Lambrusco Reggiano “Pra di Bosso” Casali Viticultori
Pra di Bosso è il primo Cru prodotto agli inizi degli anni ’80 del 1900, che si è distinto sin dalla prima produzione; il suo nome vuole infatti ricordare la capacità di questo vino di tracciare i confini; infatti, la pianta del Bosso veniva utilizzata per segnare la fine di un vigneto e l’inizio di un altro, e così si è comportato il Pra di Bosso fino ad oggi, simboleggiando il Lambrusco Reggiano.
Un vino che esprime all’olfatto delicate note di amarena e melagrana, succoso e dalla gradevole bevibilità.

Pra di Bosso Noir Lambrusco Reggiano Doc Casali Viticultori
La linea Pra di Bosso viene realizzata utilizzando solo varietà storiche provenienti dai migliori vigneti di collina e con una produzione limitata, l’ultima etichetta della linea è il Pra di Bosso Noir, un Lambrusco dolce Reggiano DOC, nato per mettere in risalto la varietà Ancellotta, spesso vinificata con uve Lambrusco. Ne è nato un blend composto dal 70% del Lambrusco Salamino, che apporta corpo all’Ancellotta, che con il suo 15% dona colore e morbidezza, a cui si uniscono in minima parte il Lambrusco Maestri e il Malbo Gentile. Un vino che richiama intensi sentori di mora e lampone a cui si uniscono sottili note vegetali. Intenso e coinvolgente al palato.

Lambrusco Colli di Scandiano e di Canossa “Codarossa”- Albinea Canali
Frizzante e amabile, ottenuto con varietà Lambusco Grasparossa e Malbo Gentile, il Codarossa è frutto di una selezione accurata delle uve. Si distingue per le sue sensazioni fruttate di more e ribes, a cui si uniscono note floreali di rosa e peonia. Amabile, delicato, connotato al palato da una gradevole cremosità ed una buona vena acida.

Degustazione Lambruschi

In prima linea nel racconto della tradizione familiare e cooperativa rispettivamente Tommaso Chiarli, Alberto Pezzuoli e Giulia Montanari, rappresentanti di quel “Gruppo Giovani produttori” considerato dallo stesso Consorzio fondamentale nelle attività di promozione nel mondo.
Imprenditori under 40 che parlano perfettamente due lingue, conoscono il prodotto e sono desiderosi di condividere con i nuovi consumatori, sempre più attenti e curiosi, la loro tradizione. La nuova generazione del Lambrusco ha energia, ha viaggiato, ha visitato e assaggiato vini prodotti nelle migliori zone vitivinicole del mondo. Sono pronti per portare idee e iniziative e per raccontare a tutti il vero Lambrusco. Producono e rappresentano un vino che, per quanto storico, presenta caratteristiche organolettiche estremamente contemporanee.
“Il Lambrusco è il vino dei colori, uno diverso dall’altro, – ha spiegato il Direttore del Consorzio Giacomo Savorini – Nel mondo è identificato come un vino rosso scuro frizzante, ed abbiamo l’esigenza di far comprendere che esistono tante varietà di lambrusco, con colori e profumi diversi, che possono veicolare esperienze completamente differenti e che, grazie alla loro versatilità e ampia gamma di referenze di qualità, si possono perfettamente abbinare a diverse e numerose tipologie di cucina completamente differenti”.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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