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Ciliegiolo, vitigno minore di grande contemporaneità

manifesto Ciliegiolo d'Italia

L’Umbria è una regione italiana di grandiosa bellezza, tesori nascosti e diversità ne contraddistinguono il territorio. Oscurata a volte dalla incombente Toscana, racchiude tesori paesaggistici, culturali e vitivinicoli di notevole rilevanza.
Grazie al lavoro svolto negli ultimi anni da alcuni produttori illuminati, si è dato spazio alla conoscenza e alla crescita di una realtà e di un vitigno per anni trascurato, il ciliegiolo, che vede Narni, in provincia di Terni, la “patria” di questo vitigno.

Narni vista dall'alto
Narni vista dall’alto

Un distretto produttivo che si affianca a a poche altre realtà del centro Italia, oltre a quello della Maremma Toscana, realtà che sta riscontrando un interesse sempre maggiore: non è un caso che sia nata in questi anni anche una manifestazione dedicata esclusivamente al Ciliegiolo, la cui ultima edizione si è tenuta lo scorso maggio proprio a Narni con il nome Ciliegiolo d’Italia.
Utilizzato in passato quasi unicamente come vitigno da “taglio”, ovvero come componente aggiuntivo e/o correttivo nei vini prodotti da altri vitigni, Sangiovese in primis, in questi ultimi anni sta rivivendo una nuova modalità interpretativa, diventando solista e raccontandosi per la sua unicità e per le differenze territoriali e stilistiche che lo contraddistinguono.

scorcio di Narni

L’Associazione Produttori Ciliegiolo di Narni è nata nel 2014 ad opera di alcune aziende della zona ed è attualmente composta da sette soci; scarsi 17 ettari di Ciliegiolo tra tutti, per circa 50 mila bottiglie, questo piccolo gruppo di produttori è riuscito a radunare a Narni, per questa edizione 2019, una quarantina di ciliegiolo di annate diverse, provenienti principalmente da Umbria e Toscana (regioni dove il vitigno è maggiormente coltivato), con un paio di etichette della Liguria.
Lo scopo è quello di promuovere in primis il Ciliegiolo, vitigno presente a Narni e nei territori circostanti, vinificandolo quindi in purezza, ma anche di far scoprire e dare valore alle bellezze paesaggistiche e storico culturali dei suoi areali di riferimento.

La cantina di Leonardo Bussoletti situata nel convento
La cantina di Leonardo Bussoletti situata nel convento

Durante la due giorni della manifestazione, è stato infatti significativo visitare le diverse realtà e scoprire luoghi di incontaminata bellezza, oltre a comprendere il perché dell’espressività di questo vitigno, diversa in base alle condizioni pedoclimatiche su cui insistono le vigne.
Il ciliegiolo è infatti un vitigno contemporaneo, leggero e fragrante, è bello constatare la voglia di crescere e di far crescere questo vitigno da parte dei produttori della zona, che continuano a credere nel loro territorio, cercando un dialogo comune anche su questo vitigno. Virtuoso esempio quello di Bussoletti, Leonardo ha il Ciliegiolo nel cuore, è tra i fondatori dell’Associazione Produttori di Ciliegiolo di Narni e oltre ad aver lanciato la manifestazione Ciliegiolo d’Italia per far conoscere questo vitigno, sta svolgendo un lavoro di valorizzazione per il territorio di Narni. A breve terminerà la sua nuova cantina, in parte già funzionante, studiata in modo attento, a basso impatto ambientale, in linea con il suo approccio biologico e sostenibile già applicato in vigna. Inoltre la sua passione per l’arte lo ha portato ad impegnarsi nel restauro degli affreschi che decorano le lunette del chiostro cinquecentesco del monastero agostiniano di Narni, ripristinando l’antica cantina conventuale, dove riposano le sue vecchie annate.

Il ciliegiolo di Leonardo Bussoletti
Il ciliegiolo di Leonardo Bussoletti

Tra le referenze degustate senza dubbio meritevole di menzione il suo Ciliegiolo di Narni Igt “Ràmici” 2016, che conquista la vista con la luminosità del suo color rubino e si esprime su tonalità olfattive che vanno dal floreale a note di ciliegia, gelsomora, prugna e una delicata speziatura di pepe bianco. Al palato è fresco e succoso, emerge una rinfrescante nota balsamica, ampio e con un tannino morbido, ma presente.

Alessandro Paciacconi
Alessandro Paciacconi

Distintivo anche il lavoro del giovane Alessandro Paciacconi dell’azienda Sandonna, che seppur ancora legato al suo mestiere di ferroviere, dedica anima e corpo al suo progetto di vigna, impegnandosi per delineare una gamma di prodotti di giovialità e personalità. La sua azienda si trova a Giove, località del confine meridionale dell’Umbria con la Tuscia viterbese; delizioso borgo che da Orte va ad Orvieto lasciando i Monti Cimini sullo sfondo. Un paesaggio caratterizzato dalla presenza di vigneti, oliveti frutteti, caratteristiche che rendono Giove e i suoi dintorni apprezzati fin dall’antichità.
Le loro vigne, poste ad est del paese, si inseriscono in un contesto del tutto particolare, dove all’influenza climatica della valle fluviale si combina quella ancor più rilevante dei lontani rilievi appenninici, garantendo un microclima fresco e ventilato e connotato da una interessante escursione diurna rispetto al territorio circostante, caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto alla produzione vitivinicola. Ciliegiolo e grechetto sono senza dubbio i vitigni di riferimento, che sfruttano appieno le potenzialità geologiche e climatiche dell’altipiano Sandonna, il tutto seguendo un’agricoltura rispettosa delle tradizioni e dell’ambiente.

Le vigne dell'azienda Sandonna a Giove
Le vigne dell’azienda Sandonna a Giove

L’uso dei diserbanti è naturalmente bandito, mentre la ricchezza dei terreni fa si che la concimazione sia praticamente assente; dalla salvaguardia di un originario vigneto di ciliegiolo sono nati i nuovi vigneti innestati con tale varietà.
In questo caso il suo Narni IGT Ciliegiolo 2018, è fortemente espressivo e si è distinto nella batteria degustativa, coinvolgendo i sensi con il suo bel colore rubino e un profilo olfattivo fresco e pulito, caratterizzato da piacevoli sentori di frutto carnoso, ciliegia e un floreale di iris, a cui si aggiunge un tocco balsamico di eucalipto. Fresca al palato, con tannini maturi, di grande piacevolezza e bevibilità.
Bella anche la storia della Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919, un’azienda in continua evoluzione, che vede Maurizio, enologo dell’azienda, appassionato e sensibile produttore, legato alla memoria del lavoro svolto dal padre, che da sicuramente un taglio più internazionale ai suoi vini, viste anche le esperienze che lo vedono continuamente all’estero.
La tradizione agricola della famiglia Mazzocchi è iniziata qualche generazione fa tramandando il modo di relazionarsi con la terra. Nel 1919 dalle vallate delle montagne circostanti Stroncone si sono spostati nelle colline di Calvi dell’Umbria, dove hanno trovato le condizioni ideali per ampliare l’azienda agricola. Negli anni ’60 spostandosi di pochi km, alla ricerca di colline più dolci, sono arrivati nel comune di Narni, dove ha sede oggi l’azienda.

etichette di Ciliegiolo in degustazione

Interessante il suo Ciliegiolo di Narni Igt “Spiffero” 2018, dai profumi piacevoli e fruttati, ciliegia croccante e prugna, note speziate di radice di liquerizia, di piacevole beva e balsamicità.
Notevole la diversità stilistica tra i vini umbri e quelli dei cugini toscani, tra cui si distinguono per frutto e struttura.
Tra le realtà toscane in degustazione il Ciliegiolo Igt Toscana “Poggio Ciliegio” 2018 di Rascioni & Cecconello ha una buona intensità olfattiva, profuma di ciliegia e prugna, di buona intensità, succoso, cenni floreali e un leggero soffio balsamico che gli dona freschezza, lunga e persistente.

tre etichette di Ciliegiolo

Lo segue il Maremma Toscana Doc “Alpan” 2018 di Mocali, luminoso alla vista e dal colore rubino; fruttato intenso all’olfatto, godibile e da leggere in prospettiva. Gioviale e già godibile al palato.
Non manca l’espressività nelle referenze di Sassotondo, realtà che crede nel Ciliegiolo praticamente da sempre e che lo declina in due versioni, tali da sottolinearne la versatilità.

altre etichette di Ciliegiolo

Il Maremma Toscana Doc “San Lorenzo” 2015, ha una bella profondità di colore, buona intensità olfattiva, di frutta rossa e ampio spettro balsamico, speziato e di erbe mediterranee; piacevole e disteso al palato. Mentre il Maremma Toscana Doc Ciliegiolo “Poggio Pinzo” 2017, ha una piacevole intensità olfattiva, disteso e snello nei profumi con note di ciliegia e cenni balsamici, di carattere e scorrevole al palato.
Una panoramica interessante, tante storie diverse che hanno creduto e credono in un rosso che si dimostra di grande contemporaneità e che mantiene un invidiabile rapporto qualità prezzo, diventando ogni giorno di più identitario dei territori di appartenenza.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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