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Carema e Donnas, il nebbiolo di confine

Masterclass Carema e Donnas

Un confine tra Piemonte e Valle d’Aosta capace di raccontare una versione di Nebbiolo ricercato, quello della Doc Carema e dei cru di Donnas, dove si esprime ai massimi livelli in purezza. Sono i protagonisti di questa masterclass organizzata da Marco Cum e Saula Giusto di Riserva Grande per l’evento Nebbiolo nel Cuore, la Doc Carema che risale al 1967 e va a inserirsi all’interno del Consorzio di Tutela Vini Caluso, Carema e Canavese, raccontata dal presidente Bartolomeo Merlo, e a cui afferiscono 37 produttori e la Valle D’Aosta Doc sottozona Donnas, del 1971.  Siamo in zone poco frequentate che schivano la pubblicità, il crollo post fillossera è stato sanato dalla lungimiranza di alcuni produttori e oggi le pieghe collinari sono di nuovo vestite di filari sostenuti a pergola dai famosi pilun, che agganciati ai terrazzamenti, vanno a disegnare il paesaggio e a imporre una viticoltura eroica, data la conformazione dei terreni. Le caratteristiche sono dettata dall’origine alluvionale, per la presenza di ghiacciai che si sono espansi e ritirati, troveremo quindi sabbie, pietre e rocce.

Masterclass Carema e Donnas

Il Nebbiolo, qui detto Picotendro si riassume in un carattere meno carnoso e solido rispetto a quello nelle Langhe, il clima e l’altitudine aiutano una maturazione equilibrata tra la fenolica e la tecnologica, permettendo meno grado alcolico e maggiore acidità. Con Carema e Donnas siamo in un avamposto invidiabile, una perla del Canavese, dove lo scenario si apre su pendii di origine morenica, ricca di elementi minerali. Probabilmente intimiditi dai vicini ben più noti e blasonati – pensiamo a Ghemme e Gattinara – i Nebbiolo di queste parti vanno riscoperti, dileguando la timidezza che li connota e anche la poca comunicazione che, nonostante gli appassionati, ancora si riscontra.
Andiamo nello specifico per una serie di assaggi.

Carema Doc 2020 Cellagrande

Carema Doc 2020 Cellagrande, da un’azienda di 5 ettari di cui 3 in produzione con Carema base e Riserva. Quest’annata prevede almeno 12 mesi in botte grande, il colore è granato, il naso complesso, si evidenziano note di incenso e un accenno floreale di violetta. Il tannino setoso e l’acidità persistente, per una beva agile ed elegante.

Canavese Nebbiolo Doc 2018 Giovanetto, un vero Nebbiolo di montagna, su piccoli poderi strappati alla roccia alpina, in una zona che cerca di riemergere dalla mera agricoltura, condotta con fatica e enorme dedizione. Anche qui coltivazione con raccolta manuale e terrazzamenti a pergola, dove troviamo il Ner d’Ala che viene usato per tagliare il Nebbiolo, dall’acino spargolo e buccia spessa, con alto grado zuccherino e acidità che tende a scendere. Le rese sono basse e le bottiglie poche, ma tutti i sacrifici sono rivolti al recupero di una tradizione secolare. Colore e naso inconfondibili per questo Nebbiolo immediatamente riconoscibile, 18 mesi di botte grande gli conferiscono pienezza di beva, la frutta fresca di bosco si percepisce immediata, croccante al palato, erbaceo e fragrante, si presta a diversi abbinamenti.

Piole e Sorpasso

Vino Rosso 2018 Piole, nome della cantina e della località dove si pratica viticoltura eroica estrema. 12 mesi di botte piccola, il colore granato trasparente, al naso forte il sentore di lampone, in bocca pirico, resinoso, tendente a una rosa appassita. Sul finale una percezione amaricante e di cosmesi, setoso e levigato il tannino. Realtà giovane, nel 2018 ancora era fuori dalla Doc Carema, si sviluppa su superfici vitate molto piccole per un numero di bottiglie limitato ma dalla qualità sorprendente.

Carema Doc 2020 Sorpasso, questo Nebbiolo fa botte piccola di secondo passaggio, al naso intenso, frutta acerba, floreale e sensazioni di scorza di arancia. Il tannino evidente e incisivo promette longevità.

Monte Maletto e Pianta Grossa

Carema Doc 2020 Monte Maletto, dal colore molto concentrato, austero, al naso forte il sottobosco, frutta rossa, le note tendenzialmente scure, la beva risulta agile e immediata. Un buon compromesso tra struttura e slancio.

Donnas Doc Georgos 2020 Pianta Grossa, un’azienda a cui siamo molto affezionati, già incontrata un paio di anni fa, si chiama così perché all’ingresso c’era un bellissimo ippocastano di 400 anni, poi abbattuto, ma di cui rimane in memoria una bella targa. Anche qui terreno alluvionale e sabbioso che conferisce finezza ai vini, una viticoltura attenta alla biodiversità, mantiene sano il terreno grazie a metodi naturali senza aiuto di pesticidi. Donnas Doc comprende 22 ettari di cui 4 a Pianta Grossa, il vino di oggi Georgos, dal greco agricoltore, è segnato da un’annata calda, anche a 600 metri. La vendemmia tardiva, poi una lunga macerazione di 90 giorni, a seguire 24 mesi in rovere d’Austria. Al naso spicca una mineralità ben definita, bella la freschezza e la spinta acida. Sentori di frutti di bosco maturi, cenni di tabacco, il sorso è ricco e dai tannini molto raffinati.

Donnas Doc Napoleon 2020 Caves de Donnas, una grande cantina cooperativa, circa 100mila bottiglie che sono poche ma in realtà un numero consistente per un territorio tanto piccolo. Il vino, dedicato al passaggio di Napoleone in Valle d’Aosta, fa 12 mesi di tonneau, risulta molto evoluto, al palato denso, consistente, frutti rossi, spezie, tabacco e cuoio. Un’ottima avvolgenza data da tannino molto elegante.

Masterclass Carema e Donnas

Carema Riserva Doc 2019 Produttori di Carema, fermenta in cemento, almeno 12 mesi in botte grande di rovere e un anno di affinamento. Colore molto intenso, granato, il naso è verticale, tagliente, le note sono scure, al palato coerente con l’olfattiva, la sapidità finale gli regala slancio e il frutto si sente più accentuato.

Carema Riserva Doc 2019 Cantina Togliana, la produzione è limitata a duemila bottiglie, si usa il tonneau per l’affinamento di 12 mesi, il granato è trasparente, i colori scuri di sottobosco, frutta matura, cuoio.  Il sorso molto pieno promette longevità.

Carema Riserva Doc 2018 Muraje, la cantina è gestita da due ragazzi toscani che hanno realizzato un sogno, producendo una piccola perla in Carema. Utilizzano il cemento per la fermentazione, l’affinamento in botte grande, il naso è giovanile, dai sentori di cosmesi, incenso e spezie dolci. Al palato è scalpitante, un ottimo inizio per questi due giovani.

Susanna Schivardi

Susanna Schivardi

Amante della letteratura classica, consegue la Laurea in Lettere, indirizzo filologico, con una tesi sperimentale sull’uso degli avverbi nei testi arcaici della tradizione classica. Appassionata di viaggi e culture nel mondo, dai suoi studi impara che la tradizione è fondamentale per puntare all’innovazione, e si avvicina al mondo del vino dopo vari percorsi, facendone un motivo conduttore di tante esperienze. Conoscere le aziende da vicino, i territori e la visione da cui nasce una bottiglia, rimane una ricerca alimentata da una curiosità che si rinvigorisce viaggio dopo viaggio. Affianca al vino la pratica di uno sport come l’arrampicata, che richiede concentrazione, forza di volontà e perseguimento di obiettivi sempre più alti. In questo riconosce un’affinità forte con i produttori di vino, che investono vite intere per conseguire risultati appaganti, attraverso ricerca e impegno. Da quattro anni cura la rubrica Sulla Strada Del Vino finora online sulla testata giornalistica gliscomunicati.it, grazie alla collaborazione di Massimo Casali, sommelier da anni e studioso del vino. Attualmente lavora in Rai, ed è giornalista pubblicista dal 2005.

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