Capo d’Orlando: come si mangia al Pepe Rosa di Antonio Magistro
Gino Paoli si trovava a Capo d’Orlando, a poche miglia dalle Isole Eolie, quando ebbe l’ispirazione per la sua intramontabile “Sapore di sale”. Un sapore che, spostandoci verso il suggestivo porto turistico, tra i tavoli del ristorante Pepe Rosa, abbiamo vissuto senza mezze misure. Il patron Antonio Magistro si è rivelato un imprenditore attento e lungimirante, che va dritto al punto: qualità e saper stare al passo con i tempi che si son fatti esigenti e molto competitivi.
Vince chi investe e racconta la verità, con coraggio e senza garanzie di successo, e questo ci è piaciuto parecchio. Il successo è giustamente arrivato visto che, bando alla suspence, al Pepe Rosa si gode di un’esperienza di alta ristorazione che non lascia niente per strada: illuminazione, arredamento, cantina e naturalmente la cucina, affidata al siciliano Domenico Perna.
C’era una volta
Era il 2016 quando si sono aperte le porte del Pepe Rosa, allora, in centro città. Ed è stato subito chiaro l’intento di rottura dei classici schemi di ristorazione già proposti sul territorio. Nel 2018 il ristorante si trasferisce nella sede attuale, quindi nel porto turistico di Capo d’Orlando Marina, ed abbiamo fatto una riflessione in loco: esistono città di mare dove godi dell’alba, ma non del tramonto, il che è un vero peccato, visto che il sole muore in mare. Dunque, quando hai la possibilità di assistere anche al finire della giornata, sei nel posto giusto: città di mare a tutti gli effetti. E per noi, accomodati ai tavoli esterni del Pepe Rosa, il tramonto era già in menu.
La proposta
Cantina, servizio e cucina: si è investito tanto e si vede. Quaranta coperti interni, sessanta esterni, oltre 650 referenze vinicole, selezionate dal sommelier Giuseppe Migliazzo, comodità di parcheggio. Dal 2022, in cucina c’è Domenico Perna con il suo sorriso accogliente: persona di poche parole e belle idee. Nei piatti consegna tecnica e ricerca, senza mai risultare eccessivo, incomprensibile o, peggio ancora, banale. La sua è una linea di cucina chiara e diretta, anche quando si lascia influenzare dai prodotti scovati in giro per il mondo: sa mettere insieme con garbo e solo se ha senso farlo. Il pastry chef che lo affianca è Alessio Magistro, mentre a dirigere la sala c’è Andrea Presti.
Tre i menu degustazione proposti:
– “Sicilia Discovery” da 6 portate, per 90,00 euro a persona, vini esclusi
– “Nuove Rotte” da 7 portate, per 130,00 euro a persona, vini esclusi
– “Rivoluzione Vegetale” da 7 portate, per 80,00 euro a persona, vini esclusi
In alternativa, è possibile ordinare à la carte.
I nostri preferiti
Il benvenuto, si sa, è d’uopo, ma non passa inosservato: Tartelletta di nocciola, con ombrina frollata e finger lime, Oliva Bella di Cerignola, con stracotto di maiale iberico ed un piccolo Wonton farcito con quinto quarto di coniglio e gel di yuzu. Da leccarsi le dita: quanto ci piacciono i condensati di gusto one-shot, qui raccontati tra mare e terra, senza snobbare quinto quarto e preziose acidità.
Proseguiamo con i salumi di mare, un banco di prova che incontra sempre più appassionati e abbiamo inteso che lo snodo sta tutto nell’individuare la grande materia prima, il metodo giusto e il tempo perfetto di maturazione: tutto per consegnare all’ospite succulenza e piacevolezza al palato. Domenico Perna ci riesce con Salame di pesce spada affumicato, Testina d’ombrina e arancia, Bacon di pesce spada e Ricciola maturata con soia e miele. Sapidità svettante, ben gestita dal Kombucha, con zenzero e lime, proposto in accompagnamento.
La mia Vulcano è un cannolo di peperone, con aglio nero e chimichurri, salsa verde tipica dell’Argentina, preparata con prezzemolo, aglio e peperoncino.
Ancora spazio ai vegetali (che felicità!) con La Zero kilometri: molto appagante, è una melanzana con fico d’India e caprino. Invece, si chiama Gambero 100% il gambero, appunto, servito con acqua di pomodoro e bergamotto.
Arriviamo al momento carboidrato e allo Scrusciu di mare, ovvero spaghettoni con anemoni, gambero rosso e ravanello marinato.
Assaggiamo anche il Risotto con erbe selvatiche e kefir e, tra pasta e riso, ci convincono entrambi: sono piatti costruiti per centrare un gusto pieno e perfettamente decifrabile.
Sul finire, Ventresca di tonno dimenticata, giocando sul fatto che sia stata lasciata a maturare per cento giorni, per poi essere servita con caramello di carruba e salsa olandese preparata con acqua di porro fermentato.
Nadia Taglialatela
Pepe Rosa
Contrada Bagnoli, 16 – 98071 Capo d’Orlando (ME)
+ 39 094 1426076