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Barolo e Barbaresco, il re e la regina dei vini italiani raccontati da Kerin O’Keefe

Kerin O'Keefe

Ebbene sì, mi avete scoperto! Ogni volta che vedo un libro che racconta di due grandi vini rossi come Barolo e Barbaresco non resisto, devo assolutamente averlo! In questo caso poi, nonostante l’inglese non sia la lingua a me più consona, mi è bastato sapere che l’autrice è la bravissima Kerin O’Keefe per convincermi a mettere alla prova la mia capacità di tradurre la terza lingua più parlata al mondo (intesa come madrelingua).
Kerin conosce molto bene il vino italiano, lo ha ampiamente dimostrato con precedenti pubblicazioni come “Franco Biondi Santi. Il Gentleman del Brunello” (Veronelli Editore, 2004) da lei tradotto l’anno successivo e per il quale ha ricevuto il “Gourmand Wine Books Award“, e “Brunello di Montalcino” (UC Press, 2012), ma soprattutto con i numerosissimi articoli dedicati alle aziende, ai vini, ai territori del Bel Paese su riviste prestigiose come The World Of Fine Wine e Decanter. Da maggio 2013 è Italian Editor della rivista Wine Enthusiast.
La giornalista di Boston ha sempre avuto un occhio attento alle evoluzioni e alle derive del vino italiano, prima fra tutte quella legata a Brunellopoli. Nei suoi articoli ha più volte espresso la sua perplessità in certi Brunello dai colori impenetrabili e dal gusto marmellatoso e concentrato che la spingeva ad esprimere tutti i suoi dubbi sull’autenticità di quei vini, ben conoscendo le caratteristiche espressive del sangiovese.

Barolo and BarbarescoHo conosciuto Kerin una decina di anni fa in occasione di Alba Wines Exhibition (ora Nebbiolo Prima), l’evento organizzato dall’Albeisa per giornalisti e buyers durante il quale vengono presentate le nuove annate di Barolo, Barbaresco e Roero. L’autrice di questo interessantissimo libro ha una lunga esperienza sul territorio di Langa, più volte mi è capitato di confrontarmi con lei e ho notato sempre una notevole capacità di inquadrare i vini e una visione che ho spesso condiviso.
Barolo And Barbaresco è un gran bel volume, oltre 300 pagine, corredate di bellissime foto rigorosamente in bianco e nero a firma Paolo Tenti, che illustrano la storia e le caratteristiche dei territori dove nascono questi due grandi vini a base nebbiolo. Il cuore del libro, ovviamente, è rappresentato dall’incontro con i principali produttori delle due denominazioni, accompagnato dalle degustazioni di diverse annate dei loro vini.
La scelta di raggruppare le cantine per Comune è ulteriore conferma della grande esperienza dell’autrice, chi conosce le Langhe sa bene quanta differenza ci sia fra Serralunga d’Alba e Castiglione Falletto, tra Monforte e Verduno o La Morra e Barolo. Kerin O’Keefe ha giustamente fatto una selezione delle aziende che rappresentano da una parte la storia di queste terre e dall’altra il futuro del Barolo e del Barbaresco.
Così troviamo a Barolo immancabili nomi come Giuseppe Rinaldi, Marchesi di Barolo, Mascarello (Bartolo), Famiglia Anselma, Brezza, Sandrone, Scarzello e Bric Cenciurio, mentre a Novello non può mancare Elvio Cogno.
A Castiglione Falletto ci sono i Cavallotto, Paolo Scavino, la famiglia Brovia con i loro straordinari vini, Gigi Rosso, l’altro Mascarello, ovvero Mauro, figlio di Giuseppe, che con il suo Monprivato offre numerosi spunti per capire la grandezza del Barolo.
Serralunga d’Alba è rappresentata da Fontanafredda con i suoi 150 anni di storia; Ettore Germano, che il figlio Sergio porta avanti non senza voglia di sperimentare e sperimentarsi, per fortuna, visto i suoi ottimi risultati anche con vini come l’Herzu, un sorprendente riesling allevato a quota 550 metri.
Mi fa piacere trovare anche Guido Porro, un’azienda che ho particolarmente a cuore e che, a mio avviso, rappresenta una delle più belle espressioni di questo Comune, insieme alla straordinaria Massolino-Vigna Rionda, oggi portata avanti dai fratelli Franco e Roberto.
Non poteva mancare Cappellano, altra azienda storica con oltre 140 anni di attività, giustissimo da parte dell’autrice ricordare che Baldo Cappellano è stato uno dei fondatori di ViniVeri, un gruppo di produttori che lui stesso definiva come “anarchical naturalists“; molto interessante la descrizione riportata dal figlio Augusto sulle notevoli differenze nella composizione del suolo tra l’interno del cru Gabutti e i suoi confini.
Non sto qui ad elencarvi tutte le aziende trattate, sta a voi scoprirle, posso assicurarvi che i vari capitoli si leggono con estremo piacere; molto utili le due appendici, dove si possono trovare la guida alle annate dal 1947 al 2010 e l’elenco per Comune della Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA).
Un volume certamente utilissimo per tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza di questi due grandi vini e dei loro “maestri”, che meriterebbe di essere tradotto anche in italiano, perché, ne sono sicuro, sarebbe molto apprezzato per la sua completezza e scorrevolezza.

Roberto Giuliani

Barolo And Barbaresco – The King And The Queen Of Italian Wine
di Kerin O’Keefe
Ed. University Of California Press
www.ucpress.edu

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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