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Anteprima Vino Nobile di Montepulciano 2024: dal 1994 a oggi

Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

L’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano ha compiuto 30 anni, raggiungendo un bel traguardo. In questo lungo periodo sono successe molte cose, ad esempio dal 1994 a oggi il numero delle cantine è quasi raddoppiato, passando da 44 a 81 (soci del Consorzio), come è raddoppiata la produzione di vino, da 3,5 a 7 milioni di bottiglie.
Ma al di là dei numeri, che sono comunque importanti, il mondo del Nobile ha subito numerose trasformazioni, passando da una condizione in cui gran parte del comparto puntava a un’internazionalizzazione del prodotto, tanto da variare il disciplinare per favorire una maggiore presenza di vitigni francesi a fianco del sangiovese, qui chiamato prugnolo gentile, fino ai giorni nostri, in cui il progetto “Pievi” rappresenta una chiara volontà di recupero d’immagine, rimettendo al centro il vitigno principe, ma fortemente collegato alla storicità dei luoghi, con un disciplinare che esclude l’utilizzo dei vitigni “stranieri” a vantaggio dei classici toscani canaiolo, ciliegiolo, mammolo, colorino come eventuale compendio del sangiovese per un massimo del 15%.
Per produrre un Nobile “Pieve” è necessario che i vigneti abbiano almeno 15 anni, che la resa massima non superi i 70 q/ha e 2,5kg per pianta, che i terreni siano a un’altitudine fra i 250 e i 600 metri s.l.m. e che le uve provengano esclusivamente dai vigneti condotti dall’azienda imbottigliatrice. L’affinamento deve essere di almeno 36 mesi, di cui almeno 12 in legno di qualsiasi formato e tipologia. Almeno un anno in bottiglia. Del progetto “Pievi” ho già scritto dettagliatamente qui e qui, ma ora parliamo delle nuove annate di Nobile, ovvero 2021 e Riserva 2020.

Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

Anche quest’anno la Fortezza di Montepulciano è stata teatro dell’anteprima, con una forte partecipazione di giornalisti italiani ed esteri, un contesto quasi perfetto, tranne che per la presenza in sala di video che trasmettevano in diretta una conversazione con Brunello Cucinelli e Riccardo Cotarella che ha reso problematico concentrarsi sui vini.
L’impressione che ho avuto è di due annata molto diverse, la 2021 mi è apparsa avere una materia più fitta, un tannino esuberante, elementi che hanno sicuramente messo alla prova i produttori per trovare un giusto equilibrio; al momento la media dei vini assaggiati (29) mostra la necessità di un ulteriore affinamento in bottiglia, tutti elementi che lasciano intuire un’annata dalle notevoli prospettive di longevità.
La 2020, invece, pur trattandosi di Riserve (12), è apparsa mediamente più pronta, meno irruenta e spigolosa, anche se non mancano le differenze tra i vini, del resto parliamo di un’annata che è stata decisamente calda e, proprio per questo, le altitudini e i suoli hanno giocato un ruolo molto importante, come spiegavo l’anno passato: “quelli in posizione più elevata e con maggiore pendenza hanno sofferto di più gli effetti del caldo estivo, anche a causa della minore riserva idrica, con conseguenti casi di stress delle piante e perdita fogliare parziale”.


LA DEGUSTAZIONE (I più convincenti)


Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

2021

Dei: granato classico, naso di prugna, ciliegia matura, carruba, olive, timo, buona espressione speziata, una sfumatura di tabacco; al palato ha una bella freschezza, tannino importante e da temperare, vino proiettato in avanti con sicure possibilità evolutive.

Fattoria Svetoni: anche qui si affacciano prugna e ciliegia, appaiono note fungine, erbe aromatiche, “respiro” meno fresco del precedente; all’assaggio presenta un percorso espressivo leggermente impreciso, austero, con un finale piuttosto asciutto, aspetti che ritroverò anche in altri vini, a conferma di un’annata bisognosa di tempo per assestarsi.

La Braccesca: molto fruttato e intenso, amarena, lampone, molto balsamico che si spinge fino alla salvia; al gusto ha notevole spinta, estrattivo, si sente la vena tannica, la freschezza non manca e, rispetto ad annate passate, sembra avere trovato una maggiore impronta territoriale.

Le Bertille: naso selvatico, boschivo, ricami di prugna e mora, ma anche mirtillo; bocca dai toni scuri, austeri, tannino ancora teso, frutto scuro, liquirizia, al momento è in una fase difficile, in tensione, ma confido in una futura risalita.

Poliziano: lo stile di Carletti non cambia, fitto nella trama fruttata, balsamico, con la prugna matura e la mora, il ginepro; in bocca ha una freschezza ben integrata, tannino ben gestito, un po’ affaticato e contratto nel finale.

Tenuta Golo: i toni di prugna e ciliegia matura sembrano una caratteristica propria dell’annata, si aggiungono note terrose e di radice di liquirizia; in bocca ha una presa tannica davvero intensa, il frutto non manca ma al compenso fatica a compensare l’esuberanza del tannino.

“Signore del Greppo” – Vannutelli: naso che parte con una ciliegia intensa, in parte sotto spirito, sfumature vanigliate, poi arriva anche la prugna, sensazioni molto morbide, quasi palpabili, poi menta, pennellate di pepe; al gusto ha una bella freschezza, emerge la componente balsamica, molto piacevole, fresco, succoso, con un tannino misurato. L’ho preferito alla versione dell’anno scorso (2020).

Antico Colle: marasca, prugna, balsamico, leggero rabarbaro ed erbe aromatiche; assaggio faticoso per via di un tannino davvero esuberante, che asciuga e ritarda la piacevolezza del frutto, torna la vena balsamica a dare respiro.

Boscarelli: bel bouquet fine e rifinito, finalmente colgo anche note floreali, cenni di lavanda e glicine, torna la prugna nitida, poi la ciliegia; al palato è fresco, tannino importante ma ben gestito, bello sviluppo preciso e vivo, succoso, con un frutto nitido e croccante, un bell’esempio di Nobile.

Silìneo – Fattoria del Cerro: forse il vino che mi ha più sorpreso, direi spiazzato, per la prima volta ho sentito un parziale cambiamento di stile; sebbene l’impatto olfattivo rimandi a toni un po’ dolci, si fa strada un ventaglio di erbe aromatiche che abbellisce la tavolozza; il sorso ha percorso di buona finezza, perfetto nella trama tannica, fresco, equilibrato, vivo, preciso, senza spigoli, molto lontano da certe interpretazioni internazionali che lo hanno sempre caratterizzato.

Tenuta di Gracciano della Seta: naso di prugna, marasca e ciliegia in confettura, ma anche cenni di rosa appassita; anche qui si conferma un’annata dove il frutto tende a una maturità anticipata, leggera componente balsamica, sbuffi di cuoio; l’approccio al gusto esprime una certa tensione tannica ma non arriva a rendere il sorso contratto, lasciando in bocca sensazioni piacevoli e di un certo spessore.

Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

Podere Le Caggiole – Tiberini: al momento si sente una spiccata maturità del frutto, sostenuto da una piacevole vena balsamica; il percorso gustativo evidenzia come fra naso e bocca ci sia una discrepanza (piuttosto frequente in quest’annata), ovvero il caldo ha maturato il frutto, ma il tannino non ha raggiunto pienamente la stessa condizione, probabilmente tutto si è deciso in fase di raccolta. Resta il fatto che, anche in questo caso, la materia è tutt’altro che scarsa, c’è solo da aspettare…

Arya – Manvi: la domanda che mi sorge spontanea è: Puru e Sudha Manvi, coppia di origine indiana, avete fra le mani una materia con i fiocchi, perché non ridurre l’apporto dolce del legno? Sì, perché questo è un gran bel vino, ma queste sfumature di vaniglia, questi toni boisé non sono necessari. Lo dimostra chiaramente all’assaggio, dove si possono cogliere piacevoli sfumature agrumate in un contesto equilibrato e non privo di fascino, ma il legno è ancora lì.

Crociani: naso lento e progressivo, si sente che non è frenato dal legno, bella finezza di frutto, anche erbe aromatiche, ciliegia, arancia fresca; al palato è lui, fresco, scorre come un ruscello immergendoti nei profumi del bosco, tannino importante ma che si integra in un frutto fresco e piacevolissimo, lungo e balsamico, uno dei vini top.

Alboreto – Fattoria della Talosa: c’è freschezza nella trama fruttata di ciliegia, fragola e leggero mirtillo, e questo è indubbiamente positivo, tanto più che arriva una spinta balsamica a rallegrare l’ambiente; anche al palato sembra che la mano sia stata felice, il tannino è uno dei meno aggressivi, la freschezza è viva e ben integrata con la polpa, risultato incoraggiante.

Guidotti: naso materico, molto fruttato, mora, prugna, balsamico, oliva; bocca austera, con un tannino piuttosto mordace ma non seccante, la freschezza non manca, ha carattere, vino molto diretto e sincero.

La Spinosa – Il Molinaccio di Montepulciano: azienda che ha avuto una notevole evoluzione in pochi anni, proprio per questo rimango perplesso per questi toni di caffè che non gli appartengono, per fortuna poi ritrovo le erbe aromatiche, i piccoli frutti e tratti che gli riconosco. Al gusto è piacevole, fresco, con un tannino misurato, buona polpa, allungo convincente, finale appena amarognolo ma anche sapido.

La Ciarliana: qui torniamo su note di frutto piuttosto concentrato e maturo, del resto il colore carico è un segno della ricerca di materia, arrivano note di cacao e leggerò caffè tostato; infatti al palato rivela una trama tannica importante, richiami alla liquirizia e una sensazione generale un po’ appesantita.

Tenuta Poggio alla Sala: buona precisione al naso, il frutto è ben espresso, c’è finezza ed eleganza, molta ciliegia matura, meno prugna, cenni di ginepro; all’assaggio è piuttosto contratto, scomposto, ma il frutto ritorna fresco, ha bisogno di tempo, il finale è piacevole e merita fiducia.

Selezione I Quadri – Bindella Tenuta Vallocaia: bouquet di bella finezza, frutto tornito e maturo al punto giusto, anche balsamico, erbe aromatiche generose; al palato ha freschezza, stile, molto godibile, frutto pieno e carnoso, finale salino.

Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

RISERVA 2020

Godiolo: nota di prugna matura e mora, leggero balsamico, cenni boisé; in bocca ha freschezza, tannino vivo ma di bella grana, slancio, frutto pieno di energia, finale coerente.

Vallocaia – Bindella Tenuta Vallocaia: naso fresco e agrumato, arancia sanguinella, bella ciliegia, menta; al palato è già in prefetto equilibrio, tannino di notevole finezza, frutto fresco, ampiezza espressiva, lungo, saporito, che dire di più.

Boscarelli: austero, balsamico, agrumato, cassis, anche floreale, si schiude poco alla volta; in bocca è già aperto, materico e ben gestito, intenso, un sorso che ti riempie di sensazioni, davvero notevole, profondo, lungo.

Tenuta di Gracciano della Seta: naso di erbe aromatiche e frutto maturo, si rinvigorisce man mano che si ossigena, si apre meglio al frutto “rinfrescandolo” con sensazioni balsamiche e di bergamotto; bocca con buona freschezza, tannino ben gestito, buon ritorno fruttato, allungo, energia, bella progressione.

Le Bertille: naso floreale, alloro, un filo di carruba, poi elicriso, conifere; in bocca è leggermente scomposto, il frutto c’è, buona materia, struttura importante che non condiziona la beva.

Ojas – Manvi: naso più convincente del 2021, meno segnato dal legno, buon sviluppo fruttato dove emergono lampone e fragola, note di menta, sandalo; in bocca è un po’ asciugante, però la materia è molto interessante e fortemente sapida.

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ANNATE USCITE SUCCESSIVAMENTE

2020 – De’ Ricci: bel naso agrumato, fresco, molto piacevole, di bella finezza, con note di rosa e mandarino; al palato è coerente, fresco, giocato tutto sull’eleganza, molto godibile ma tutt’altro che banale, ha carattere ed è una bella espressione del prugnolo.

2020 – Il Macchione: bouquet di erbe aromatiche, eucalipto in primis, anche speziato, emerge la ciliegia, la prugna, in bocca ha una bella definizione, tannino non aggressivo, buon allungo.

2020 – La Combàrbia: leggera carruba, china, frutto maturo di ciliegia, tracce di erbe aromatiche e sottobosco; bocca coerente, appena dolce ma piacevole, con tannino risolto e duttile, discreta freschezza, manca un po’ di spinta nel finale.

2019 – Contucci: confettura di fragola e lavanda; sorso fresco, tannino fine e rispettoso, una buona dinamicità, spinta, finale sull’eleganza.

2019 – Messaggero – Montemercurio: note selvatiche che si trasformano progressivamente in espressioni fruttate di amarena e lampone maturo; al palato non manca di freschezza, materia interessante e in progressione.

Soraldo 2019 – De’ Ricci: sorprendente anche il secondo vino di questa interessante realtà, naso di bella finezza, si apre agli agrumi, molto floreale, ciliegia, fragola, cannella; all’assaggio è molto bello, vivo, fresco, tannino di trama finissima, direi esemplare, elegante, molto sangiovese.

Vigna Scianello 2019 – La Ciarliana: erbe aromatiche, balsamico, vegetale maturo; sorso fresco, materia avvolgente, bel tannino, succoso, molto piacevole, vivace, convincente.

Pietra Rossa 2019 – Contucci: si apre gradualmente a note di ciliegia, arancia, ribes, sandalo, pellame conciato; dal lato gustativo è meno pronto, ha il freno a mano tirato e lascia intravedere un’ottima materia che deve ancora distendersi.

Riserva 2019 – La Combàrbia: parte con la viola, slanci fruttati e speziati, leggermente maturo; al palato esprime uno stile rotondo e morbido, molto diretto e sincero, forse non finissimo ma indubbiamente coinvolgente.

Roberto Giuliani

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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