Vino, olio, sapori e unicità capisaldi della nuova “Strada del vino e dei sapori della Valle dei Templi”
Turismo, cultura e promozione del vino, un dialogo sinergico, che ha trovato la sua espressività nella realizzazione e inaugurazione della tredicesima Strada del vino in Sicilia, la “Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi”.
Un traguardo importante per l’Agrigentino, area che per troppi anni è rimasta ferma dal punto di vista del turismo in Sicilia, nonostante sia sede della meravigliosa Valle dei Templi e provincia della Scala dei Turchi, solo per citare qualche attrattiva.
L’obiettivo della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi è quindi quello di valorizzare un’area rappresentativa della Sicilia Occidentale, partendo dalla valorizzazione di un’offerta produttiva unica, dal vino all’olio, tali da fare da traino per l’intero comparto produttivo, culturale e turistico. Infatti qui il Nero d’Avola trova grande espressività e una estensione produttiva importante, la missione sarà quindi non solo quella di portare in auge questo vitigno, ma dare vita e forza al brand Valle dei Templi e a tutte le bellezze paesaggistiche che si trovano in questi 250 chilometri di Strada.
L’associazione, come ha raccontato il direttore Fabio Gulotta durante la presentazione – avvenuta lo scorso 1 giugno presso Casa Sanfilippo, nel cuore del Parco archeologico – riunisce attività diverse, ben 14 cantine, 6 oleifici, diverse aziende agricole e strutture ricettive tra alberghi e ristoranti in provincia di Agrigento e Caltanissetta.
L’offerta dei prodotti del territorio è davvero ampia, ma le carenze infrastrutturali danno vita ad un turismo mordi e fuggi, per cui solo con la reale cooperazione di tutti i soci si può arrivare ad un livello importante. Anche Parello, direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi – Ente capofila della nuova associazione e socio onorario – ha mostrato non solo il completo appoggio, ma ha messo a disposizione la risorsa unica e attrattiva della Valle dei Templi.
Ha più volte sottolineato che “il paesaggio lo si può tutelare solo vivendolo, animandolo e, soprattutto, essendo un paesaggio agricolo, coltivandolo”; ha quindi raccontato l’esperienza del progetto “Diodoros” (marchio scelto come omaggio a Diodoro Siculo, storico greco di Agyrion, autore della Bibliotheca Historica), che nasce dalla cooperazione fra Partner pubblici e privati per valorizzare il patrimonio artistico, culturale, paesaggistico ed agricolo dei 1300 ettari del Parco Archeologico e vede coinvolte attività produttive riguardanti il vino e l’olio realizzate all’interno del Parco stesso. Idea di punta che vede l’attività del parco, premiata con riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, la cui produzione vinicola è realizzata dalla cooperativa Cva di Canicattì e quella olivicola dall’azienda Val Paradiso di Naro (AG), entrambe socie della Strada.
Primo obiettivo è quindi non solo rafforzare il lavoro di squadra e fare rete tra pubblico e privato, ma fare incoming e usare come volano proprio la forza e l’unicità del sito archeologico e mettere in rilievo l’ampia offerta produttiva del territorio.
Non solo archeologia e paesaggio, ma anche il binomio architettura antica ed espressione artistica o contemporanea, che ha trovato la sua concretezza nel progetto Farm Cultural Park, messo in pratica da Florinda Saieva, professionista con studi ed esperienze all’estero, tornata poi alle sue radici, che insieme al marito, ha dato vita nel cuore del centro storico di Favara (AG), a un centro culturale indipendente di nuova generazione con una forte attenzione all’arte contemporanea e all’innovazione. Farm Cultural Park ha acquisito alcune delle abitazioni presenti all’interno di sette cortili, trasformandole in luoghi di esposizione di arte contemporanea, con spazi d’incontro, cucine a vista per workshop e altro ancora.
Una vera e propria riqualificazione urbana, nodo di attrazione turistica e sede di meeting sull’innovazione e le arti. La nascita di Farm Cultural Park è inoltre servita da stimolo per l’intera cittadinanza di Favara che ha deciso di investire nel binomio, creando altre realtà molto interessanti. Come sottolineato da Florinda Saieva, basta rimboccarsi le maniche e agire, prendendo coscienza delle ricchezze e delle numerose potenzialità che si hanno.
Importante anche l’intervento di Vincenzo Cusumano, direttore dell’Irvo, Istituto Regionale del Vino e dell’Olio, che ha evidenziato l’unicità di questi luoghi e le enormi potenzialità che il vino e il Nero d’Avola nello specifico, hanno come strumenti di valorizzazione del territorio.
Vino, olio, sapori e unicità del territorio sono quindi i 4 capisaldi del progetto, come sottolinea Luigi Bonsignore (Az. Baglio Bonsignore, nonché presidente delle “Strade del vino e dei sapori Valle dei Templi”), che servono per rilanciare il vitigno principe della zona – il Nero d’Avola – e il turismo esperienziale permettendo a chi verrà di fruire di tutte le realtà che si sono unite in questa “strada”.
Un progetto che vuole quindi mettere in luce l’enoturismo e renderlo concreto, attuale e internazionale, proprio per il legame indissolubile tra la cultura del vino e antichità, beni culturali e territorio.
Nel 2020, in occasione delle celebrazioni per i 2600 anni dalla fondazione della città di Akragas (Agrigento), si darà il via al primo evento itinerante lungo la via Sacra, un wine tour incentrato sul Nero d’Avola, attraverso le cantine associate.
La Strada del Vino è già in fermento puntando alla concretezza delle azioni, attraverso la start-up Kresco, partner dell’associazione, che ha presentato delle soluzioni di mobilità green, rivolta a un turismo ecosostenibile, attraverso l’installazione di colonnine di energia pulita disposte lungo l’itinerario e presso gli associati per la ricarica di auto, bici e scooter elettrici.
Fosca Tortorelli