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Un girarrosto che non le fa girare

il girarrosto

Sarà anche una questione anagrafica, ma adoro quei posti – nel senso di bar, trattorie, ristoranti – rimasti come negli anni ’70 o quasi. Quei posti di periferia o di provincia che, anche quando ebbero la velleità di rimodernare la vetusta osteria fondata dal nonno, rinacquero comunque demodé, perché ispirati a stili “moderni” già un po’ al tramonto. E lo hanno mantenuto in certe tinte improbabili, in certe ceramiche da film poliziesco, in tendaggi dilavati da miliardi di raggi solari.
Naturalmente, in questi locali, l’atmosfera è una cosa e la qualità del cibo un’altra.
Di solito si va per estremi, in stretta connessione con l’estetica: o la gente è così soddisfatta da non badare all’apparenza o la cucina è così mediocre che nessun abbellimento potrebbe risollevare l’umore degli avventori.
Il “Nuovo Arrosto Girato” delle Sieci, popolare frazione sulla via Aretina, lungo l’Arno tra Firenze e Pontassieve, appartiene alla prima categoria: classica rosticceria da asporto con tavoli al piano superiore (e un assai piacevole quanto fresco dehors sulla piazzetta del paese, almeno finché le norme anti-covid lo consentiranno), atmosfera assolutamente informale, clientela tutta locale o quasi, modi sbrigativi che oscillano tra una giovialità contagiosa e una scontrosità rumorosa (guai ad esempio a non rispettare gli orari o a fare richieste gastronomicamente “strane”: la risposta sarà brusca).

l'arrosto

Le specialità, ovvio, quelle “indispensabili” di una rosticceria toscana, coi suoi alti e bassi: crostini, primi al sugo, carne alla griglia e allo spiedo, rosticciana. Ottima new entry, frutto delle “innovazioni” apportate dalla nuova gestione, i ravioli burro e salvia, una piacevole sorpresa.
Ma sono almeno due le ragioni profonde per venire qui apposta: i ricchi, saporiti, opulenti, inconfondibili spiedini che escono dal coreografico megagirarrosto piazzato proprio all’ingresso e soprattutto il pollo alla piastra, senza timore di smentite il migliore che io abbia mai mangiato. Cottura perfetta, sapidità ricca, tenero ma consistente, giustamente profumato delle spezie con cui è lardellato. Un piatto da consumare voracemente per il suo retrogusto domestico, che non tradisce le aspettative ma addirittura le arricchisce di boccone in boccone.
Non ho indagato sulla provenienza degli animali, sui segreti della preparazione o su altre amenità da critico: mi sono lasciato andare a una bella strafogata dell’irresistibile portata, riordinandola più volte e fregandomene pure del vino visto che (anche se siamo in zona Chianti Rufina), me lo sono pappato con un bianchetto senza pretese, frizzante e dissetante.
Conto: primo, doppio secondo e frizzantino a 25 euro.
Non so se mi spiego.

Stefano Tesi

Nuovo Arrosto Girato
Via Aretina 178, Le Sieci, Pontassieve (FI)
Tel. 055-8309138

Stefano Tesi

Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gli altri per Cucina Italiana, Meridiani del gusto, Viaggi & Sapori, Bell’Italia. Collabora per Civiltà del Bere, Dove, Corriere Vinicolo, Guida Ristoranti dell’Espresso, oltre a curare la sua blog-zine Alta fedeltà. È assaggiatore professionista di olio extravergine. Fa parte del gruppo Garantito Igp.

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