Tra le 66 aziende che hanno partecipato ad “Anteprima Amarone 2006“, sesta edizione organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella in collaborazione con la Camera di Commercio di Verona, la Banca Popolare di Verona, VeronaFiere e con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, un ruolo di primo piano lo ha recitato l’Agricola Fratelli Tedeschi. Ho approfittato della cortese disponibilità e passione di Sabrina, insieme alla sorella Antonietta e al fratello Riccardo, esponente delle “giovane leve” dell’azienda guidata dal papà Lorenzo, per visitare la sede storica di Pedemonte di San Pietro in Cariano, un’azienda dalle dimensioni rilevanti (circa 500.000 bottiglie prodotte ogni anno di cui quasi l’85% venduto nei mercati esteri) ma dalla filosofia e produzione tradizionale e soprattutto radicata nel territorio. Sabrina, che nel corso della nostra visita con caparbia fierezza ha lottato per un paio d’ore con le stampelle e il dolore causato da un recente infortunio al ginocchio, “regalo” di una sporadica uscita sugli sci, prima di addentrarsi nelle zone di vinificazione e affinamento dei “suoi” vini, con orgoglio ci ha illustrato il progetto Maternigo. La nuova tenuta acquistata nel 2006, 84 ettari tra i comuni di Tregnago e Mezzane di Sotto, che si estende intorno a un edificio di origine monastica, con un nucleo centrale risalente al XV secolo, ben conservato e nei prossimi anni sottoposto a totale restauro, incrementerà in maniera sensibile gli originari 20 ettari di proprietà, i cui atti di acquisto risalgono addirittura al 1630. A fianco di oltre cinquanta ettari di bosco, dal 2007 sono entrati in produzione un paio di ettari di ulivi, dove vengono coltivate le qualità classiche della Valpolicella (Favarol, Grignano, Frantoio, Leccino e Pendolino) dalle quali nasce un olio fine e fruttato, l’extra vergine Maternigo DOP Veneto-Valpolicella, selezionato dalla “Guida ai migliori extra vergine del mondo 2010” di Marco Oreggia.
I primi nuovi impianti sono stati realizzati l’anno scorso, 11 ettari di vigneto che entreranno in produzione nel 2010. Nei primi cinque mesi di quest’anno sono stati messi a dimora altri 15 ettari di vigna, e altri 7 andranno ad aggiungersi nel biennio 2010-2012: in totale 33 nuovi ettari compresi tra i 200 e i 450 metri sopra il livello del mare, esposizioni sud-est e sud-ovest su un terreno di marne e argilla ideali per la coltivazione delle uve tipiche della Valpolicella, che andranno a consolidare la tradizione di famiglia, volta a valorizzare il più possibile unicamente varietà autoctone e ottimizzare la produzione attuale dell’azienda, anche se Riccardo Tedeschi, l’enologo di famiglia, non esclude l’ipotesi di dar vita a nuovi cru, considerate le notevoli potenzialità dei nuovi impianti. Le due varietà più presenti saranno la Corvina e il Corvinone, ai quali si aggiungerà un 10% di Rondinella e un 15% di Oseleta, Terodola, Dindarella e Negrara. Mentre Sabrina ci illustra con motivato orgoglio i particolari di questo progetto, ci addentriamo nella rinnovata zona di vinificazione, dotata ora di una capacità complessiva di 2000 ettolitri, utilizzando fermentatori in acciaio con sistema di follatura automatico, controllati termicamente sia in fase di fermentazione alcolica che di malolattica e di successivo stoccaggio per i vini giovani che non necessitano di affinamento in legno. La zona adibita precedentemente alla vinificazione è stata anch’essa ristrutturata e trasformata in bottaia, ed ora ospita una cinquantina di nuove botti, tutte in rovere di Slavonia della capacità variabile da 1.000 a 5.000 litri, dove si affinano la maggioranza dei vini prodotti da Tedeschi per un periodo variabile dai 15 ai 36 mesi. Prima di addentrarci nella degustazione di un’ampia selezione dei suoi vini, Sabrina ci ha illustrato brevemente anche le caratteristiche del loro nuovo centro di appassimento delle uve a Pedemonte, che non è stato possibile visitare in quanto ormai privo delle uve destinate all’Amarone e al Recioto 2009: ultimato nel luglio 2007, ha una capacità di ben 3.500 quintali di uva, ed è possibile gestire il controllo della temperatura ma soprattutto il grado di umidità per salvaguardare e ottimizzare la delicata fase di appassimento dei grappoli.
LA DEGUSTAZIONE
Valpolicella Classico Lucchine 2009 – 12,5% Prodotto in ben 15.000 bottiglie, vinificato interamente in acciaio, è il primo vino che esce dalla cantina Tedeschi per permettere di dare un giudizio dell’ultima vendemmia. Prende il nome dal vigneto dal quale provengono le uve, situato in pianura ai piedi delle colline di Pedemonte, nel cuore della Valpolicella storica. Composto in parti uguali (circa 25%) da uve Corvina, Corvinone e Rondinella, più un 10% di Molinara e la restante parte da uve autoctone come Rossignola, Oseleta, Negrara e Dindarella, il vino si presenta molto fresco e fruttato, con una buona morbidezza in bocca supportata però da una nota di acidità che contraddistingue tutti i vini di questa azienda e che ne garantisce un’ottima longevità: questo vino ad esempio può arrivare tranquillamente ai 3-4 anni.
Valpolicella Superiore Ripasso Capitel San Rocco 2007 – 14% Il vino viene ottenuto mediante la rifermentazione per circa una settimana di una parte di Valpolicella Classico sulle vinacce di Amarone dopo il suo primo travaso primaverile. L’uvaggio è lo stesso del Valpolicella Classico, ma l’affinamento viene fatto in botti di rovere di medie dimensioni per circa 18 mesi. In questo caso la nota di acidità è più marcata, il vino in bocca pecca ancora di gioventù, un po’ scomposto, con nette note di ciliegia, ribes rosso e lampone, un buon tannino che lo rende ideale per abbinamenti con carni rosse e formaggi stagionati.
Valpolicella Classico Superiore La Fabriseria 2006 – 14% Le uve utilizzate per questo vino (Corvina, Corvinone, Rondinella e piccola parte di Oseleta) provengono da una vendemmia tardiva e vengono vinificate intere, inizialmente per un mese in serbatoio di acciaio prima di venire pigiate. La surmaturazione del grappolo evita la formazione di un tannino “verde”, spigoloso, che difficilmente si ammorbidirebbe anche con il successivo passaggio per circa 18 mesi in botti di rovere da 10-15 ettolitri. Al contrario questo vino preserva le caratteristiche dell’ambiente e del terreno da cui nasce, con un tannino e un’acidità molto presenti nei primi anni di vita, ben supportati da un adeguato grado alcolico, rendendolo molto complesso, tipico, con sentori aromatici e mandorlati nel finale, ideale per la cucina invernale dell’entroterra veronese (cacciagione, polenta concia, formaggi stagionati).
Amarone della Valpolicella Classico 2006 – 16% Il vino è stato presentato ad “Anteprima Amarone 2006” al posto della selezione Capitel Monte Olmi, ancora in botte e con l’uscita prevista sui mercati solo a fine anno, in quanto ancora troppo giovane per essere proposto. Anche questo Amarone si caratterizza da una spiccata acidità, basso residuo zuccherino (5 grammi/litro), bisognoso ancora di una buona permanenza in bottiglia prima di venire apprezzato, dove ancora una volta è evidente la volontà di rispecchiare il territorio a scapito dell’eccesiva morbidezza e facilità di beva.
Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi 2005 – 16,50% Monte Olmi è il nome del vigneto di 2,5 ettari situato a Pedemonte di Valpolicella, nel cuore della Valpolicella Classica, a circa 200 metri di altitudine, acquistato da Tedeschi nel 1918 e oggetto di risistemazione negli ultimi 10 anni. Il vigneto è impiantato su terrazze con muri a secco a causa della grande pendenza per evitare frane in caso di piovosità abbondante, mentre la profondità delle radici e la struttura prevalentemente argillosa del terreno permettono di trattenere l’acqua nei periodi di siccità. Invariate percentuali e varietà di uve utilizzate per questo “cru” aziendale, la macerazione sfiora in alcune annate i due mesi, seguita da un affinamento in botte da 50 hl anche superiore ai 3 anni. Vino di grande struttura, con acidità e tannino ancora un po’ scomposti, molto basso il residuo zuccherino (attorno ai 2 gr/l), non temerà il passare degli anni per rivelare appieno la sua complessità e potenzialità, pur preservando i sentori fruttati e aromatici dei vitigni.
Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi 2001 – 16,50% L’affermazione relativa alle impressioni ricavate dalla degustazione del 2006, trovano conferma assaggiando questo vino. Dove l’equilibrio tra i sentori di ciliegia e frutti rossi, l’acidità e il tannino sfiorano la perfezione, regalando un vino morbido, asciutto, molto elegante e di ottima beva e persistenza in bocca.
Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi 1999 – 15,00% Il vino si presenta di un colore leggermente aranciato, mentre in bocca denuncia un minor equilibrio rispetto al 2001, a conferma della maggiore “durezza” di questa annata, gioia e dolori di molti produttori e consumatori, dovuta forse anche a una minor struttura. Vino nel complesso elegante, di buona persistenza, nel quale non si percepisce l’appassimento delle uve pigiate.
Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi 1995 – 15,50% Vino dotato ancora di una buona freschezza, percepita sia al naso che in bocca, dove si percepiscono note di confettura, frutta sciroppata, tannino molto morbido e ottima beva.
Amarone della Valpolicella Classico La Fabriseria 1995 – 15,50% Questo Amarone è nato da una rigorosa scelta di uve operata da Renzo Tedeschi in tre vigneti situati in tre valli diverse della Valpolicella: la Corvina è raccolta nelle valli di Marano, la Rondinella in quella di Negrar e il Corvinone in quella di Fumane. Proprio per questo motivo questa particolare riserva dal 1983 ad oggi è uscita dall’azienda soltanto in 6 annate: il 1983, anno della sua nascita, il 1988, 1995, 1997, 1998 e 2003, appena 3.000 bottiglie ogni anno. Per evitare che questo vino diventi eccessivamente di “nicchia”, l’obiettivo dei prossimi anni è però quello di destinare a questo Amarone le uve raccolte nel vigneto Le Pontare, situato nel comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, a pochi chilometri dalla sede dell’azienda, 5 ettari a 420 metri di terreno calcareo marnoso. Dal profumo si percepisce la complessità e grandiosità do questo vino, dal colore leggermente aranciato, con netti sentori di prugna accanto ad aromi di caffè, vaniglia; in bocca ha un ottimo equilibrio e persistenza, un vino da “caminetto e sigaro” come suggerito dalla stessa produttrice Sabrina.
Recioto della Valpolicella Capitel Fontana 2005 Con l’identico taglio di uve con cui viene prodotto l’Amarone, questo vino si differisce per un maggior appassimento delle uve, anche oltre i 4 mesi, ed il successivo affinamento in fusti di rovere di piccole dimensioni per circa un paio d’anni. La fermentazione alcolica supera il mese mediante lieviti selezionati, arrestandosi naturalmente. Ne deriva un vino con un buon compromesso tra i recioti molto amabili e “ruffiani” ed altri al contrario quasi secchi, dotato di una buona bevibilità grazie al giusto dosaggio di zucchero residuo (circa 90 gr/l), con sentori tipici di ciliegia marasca e prugna, un morbido ingresso in bocca con un finale asciutto che favorisce la beva.
Recioto della Valpolicella Capitel Fontana 1988 Servito da una bottiglia da 0,75 litri, il vino impressiona per la sua evoluzione ossidativa e aromatica che lo rende paragonabile a un Porto, grazie a queste note di caffè, frutta secca, vaniglia, grande persistenza, di facile abbinamento al cioccolato e da sperimentare con alcuni formaggi molto stagionati o erborinati.
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