Melnik è la città più piccola della Bulgaria (i 216 abitanti nel 2011 sono diventati già 385 grazie al successo del suo vino), sta nel distretto di Sandanski ed è situata in provincia di Blagoevgrad nella parte sudoccidentale di questo stato dei Balcani a pochi chilometri dai confini con la Repubblica della Macedonia del Nord e con la regione greca della Macedonia. Si trova ai margini di un altopiano di arenaria ai piedi della catena dei monti Pirin ed è circondata da canyons e rocce di arenaria, tra cui le cosiddette Piramidi di Melnik. È famosa da secoli per la produzione di vino, in particolare dal vitigno autoctono rosso melnik a foglia larga (ranna melniška loza – ранна мелнишка лоза) che è coltivato soltanto in questa zona e che la master of wine inglese Caroline Gilby, nel suo nuovo libro sui vini in Bulgaria, paragona al nebbiolo. Poiché la sua maturazione è piuttosto tardiva, gli enologi bulgari nel 1963 lo hanno incrociato con il vitigno valdiguié (allora diffusissimo nel sud-ovest della Francia, ma ormai quasi dimenticato), creando un ibrido precoce chiamato melnik 55 che produce vini leggermente più rotondi, fruttati e di minore acidità, immediatamente più abbordabili.
L’azienda vitivinicola organica Orbelus si trova qui, nella valle del fiume Struma, con i 20 ettari delle sue vigne sparse in una ventina di parcelle tra i 160 e i 250 metri di altitudine nei territori dei villaggi di Kapatovo, Kromidovo, Marikostinovo e Harsovo, tutte curate dall’esperto Hristo Iliev, con la cantina affidata agli enologi Nikolay Stoyanov e Kiril Miladinov. In totale si producono circa 60.000 bottiglie da melnik 55 e ranna melniška loza soprattutto in tagli con altre uve rosse come cabernet sauvignon, merlot, syrah, grenache noir, petit verdot, primitivo, marselan e mourvèdre, tutti ottenuti da fermentazioni spontanee, freschi, puliti, gustosi e interessanti (in particolare quelli delle linee Getika e Prima) con una piacevole acidità, ma c’è anche un 20% di vini bianchi.
Il Prima Special Selection 2013 proviene da microparcelle delle località Kapatovo, Marikostinovo e Kromidovo lungo la valle del fiume Struma oltre i 200 metri di altitudine su terreni sabbiosi franco argillosi e sabbiosi franco limosi coltivati biologicamente con impianti allevati a cordon de Royat per garantire basse rese, fino a 1 kg di grappoli per ceppo. Le uve sono state raccolte e selezionate a mano a grappoli interi e in due fasi, quindi sono state raffreddate prima della vinificazione. Le percentuali tra cabernet sauvignon, merlot, ranna melniška loza, syrah e petit verdot dipendono dall’andamento dell’annata. Il mosto è macerato 7 giorni, a freddo, con una post macerazione prolungata e una fermentazione degli acini interi a 26/28°C per una resa di 30 hl per ettaro. Il vino è maturato 15 mesi in barriques di rovere francese e non è stato filtrato, ha un paio di grammi al litro di zuccheri naturali residui che ne mitigano bene l’austerità, un tenore alcolico del 14% ed è certificato biologico BG-BIO-02. Ha un bel colore intenso, denso, ma trasparente e un bouquet di mirtilli, prugne, more di gelso e ribes nero. In bocca sorprende per la freschezza e la succosità e, sebbene sia ancora un po’ austero, risulta vivace e piacevole, con una struttura piena che gli garantisce un affinamento ulteriore ancora per due o tre anni, in cui può migliorare (l’hanno messo in commercio troppo velocemente, non avevano più spazio). Consiglierei di decantarlo e servirlo tra 17 e 19°C con carni rosse brasate o arrostite e con i formaggi stagionati.
Rolando Marcodini
Tipologia: IGP Tracian Valley Vitigni: cabernet sauvignon, merlot, ranna melniška loza, syrah e petit verdot Titolo alcolometrico: 14% Produttore: ORBELUS Bottiglia: 750 ml Prezzo enoteca: da 18 a 20 euro
Ha smesso di giocare in cortile fra i cestelli dei bottiglioni di Barbera dello zio imbottigliatore all'ingrosso per arruolarsi fra i cavalieri di re Nebbiolo e offrire i suoi servigi alle tre principesse del Monte Rosa: Croatina, Vespolina e Uva Rara. Folgorato dal principe Cabernet sulla via dei cipressi che a Bolgheri alti e stretti van da San Guido in duplice filar, ha tentato l'arrocco con re Sangiovese, ma è stato sopraffatto dalle birre Baltic Porter e si è arreso alla vodka. Perito Capotecnico Industriale in giro per il mondo, non si direbbe un "signor no", eppure lo è stato finché non l'hanno ficcato a forza in pensione da dove però si vendica scrivendo di vino in diverse lingue per dimenticare la bicicletta da corsa, forse l'unica vera passione della sua vita, ormai appesa al chiodo.
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Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
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