Nel mondo del vino della Repubblica Ceca Jaroslav Springer è un personaggio non comune, un individualista gioviale, eccentrico, un vero asso dell’enologia morava. Jaro (per gli amici) conduce la cantina Stapleton & Springer e gli amanti del vino della Moravia sanno che dalle sue mani nascono dei Pinot Noir perfetti. Un quadro appeso a una parete di questa cantina proclama ”In Pinot veritas” e Jaro si è avviluppato in questo vitigno come in nessun altro, ovviamente con lo sguardo rivolto alla Borgogna (in etichetta utilizza solo il nome Pinot Noir e non il corrispondente moravo Rulandské Modré). Questa cantina è stata fondata nel 2004 e i proprietari sono tre: l’ex ambasciatore degli Stati Uniti a Praga, Craig Stapleton, l’avvocato Benjamin Stapleton e anche Jaroslav Springer, responsabile della parte enologica di questo progetto. Coltivano pinot noir, st. laurent, blauer portugieser e chardonnay, ma stanno trasformando i 24 ettari delle loro vigne per coltivare soltanto chardonnay e pinot noir. Il pinot noir si concentra in diverse parcelle: Trkmanska, Čtvrtě, Terasy. Haltýřky, Roučí e Záhřebenské. La premessa di base del progetto è la qualità senza compromessi: solo i vini migliori. Dal 2007 sono certificati in viticoltura biologica e stanno prestando attenzione alla biodinamica. Jaro usa botti piccole come le barriques, ma anche quelle molto più grandi, di qualche migliaio di litri. Il percorso e il periodo di maturazione dipendono dalla combinazione di quello che ha in mente l’enologo con quello che avverte il suo palato. Non vuole fare vini che vengono pronti alla beva già il secondo anno dopo la vinificazione, ma è convinto che bisogna aspettare ed è cosciente che i suoi vini sono disponibili in buona forma soltanto dopo un lustro e raggiungono la pienezza dopo almeno due lustri, se non tre. Ho confrontato i Pinot Noir di parcelle differenti. Trkmanska, da suoli d’argilla con calcare e arenaria, mostra finezza e razza, è carnoso, speziato, piccante e si sviluppa meravigliosamente negli aromi e nel sapore. Čtvrtě, da suoli di argilla e di loess, è più austero, ma anche con una struttura più mite, più morbida, ha bisogno di tempo per sistemarsi a puntino, ma ha già un’attraente veste di lampone. Il Terasy è molto speziato, sa di buona pelle e di prugna, è equilibrato, ricco di tannini ed erbe aromatiche. Tutti e tre, ma soprattutto il Trkmanska, hanno mostrato in modo fantastico quanto guadagnano nel tempo questi vini. Diventano più ”leggeri”, trasparenti, raffinati, con l’eleganza e la finezza dei Pinot Noir. Il Pinot Noir Haltýřky manca un po’ di delicatezza e di eleganza, ma è potente, denso, grintoso, asprigno, piccante, mentre il Roučí è fresco, sa di ginepro e di frutti di bosco, si sentono note di terra pulita, ha una buona acidità e un finale piccante, marcato. Secondo il mio gusto personale il migliore in assoluto è però il Pinot Noir Záhřebenské 2020 anche se l’ho bevuto ancora molto giovane. La vigna Záhřebenské è una delle più antiche della zona (compare sulle mappe già nel 1621, formalmente come Lumperky o Plumberg). Terreno specifico farinoso e sabbioso su calcare e arenaria completamente coltivato biologicamente da sempre a rese molto basse. Ottenuto dal clone 777, uno di quelli rilasciati nel 1981 e chiamati ”cloni di Digione”, nel 2020 ha dato una resa limitata al 30% circa (il resto è stato divorato dalle vespe), ma con una elevata maturità fenolica. È maturato per 15 mesi in barriques ed è stato imbottigliato in bottiglie borgognotte a parete spessa, non è filtrato né chiarificato ed è tappato con sughero garantito TCA-free. Ha il colore classico del pinot noir vinificato in rosso, rubino chiaro tendente al mattone e di una bella trasparenza.Il profumo è inizialmente dolce, ma si armonizza nel calice diventando più intenso e pieno con un bouquet di aromi fruttati freschi di albicocche, ciliegie, scorze d’arancia tra sfumature di confetto da sposa. In bocca è succoso, si avverte la composta di fragole e la confettura di alchechengi. Il vino è di corpo pieno e molto ben strutturato, intenso ed equilibrato, con tannini maturi, dolci. Il finale è persistente con un retrogusto di piccoli frutti di bosco su fondo sapido. Lo stile ricorda i Pinot Noir di Volnay. L’alcool al 14% è ben incorporato. L’estratto secco di 32 g/l è la prova di un raccolto d’indubbia qualità. È ancora di facile beva, ma con il tempo si affinerà sempre meglio. Mi mangio le dita per averlo aperto così presto, anche perché la sua finezza e la sua complessità lo abbinerebbero un po’ più maturo a occhi chiusi con quaglie, fagiani, beccacce, anatre, colombacci e altra cacciagione di piuma cucinata in salse nobili.
Rolando Marcodini
Tipologia: Vinařská obec Bořetice Vitigni: 100% pinot noir Titolo alcolometrico: 14% Produttore: JAROSLAV SPRINGER Bottiglia: 750 ml Prezzo enoteca: da 45 a 5O euro
Ha smesso di giocare in cortile fra i cestelli dei bottiglioni di Barbera dello zio imbottigliatore all'ingrosso per arruolarsi fra i cavalieri di re Nebbiolo e offrire i suoi servigi alle tre principesse del Monte Rosa: Croatina, Vespolina e Uva Rara. Folgorato dal principe Cabernet sulla via dei cipressi che a Bolgheri alti e stretti van da San Guido in duplice filar, ha tentato l'arrocco con re Sangiovese, ma è stato sopraffatto dalle birre Baltic Porter e si è arreso alla vodka. Perito Capotecnico Industriale in giro per il mondo, non si direbbe un "signor no", eppure lo è stato finché non l'hanno ficcato a forza in pensione da dove però si vendica scrivendo di vino in diverse lingue per dimenticare la bicicletta da corsa, forse l'unica vera passione della sua vita, ormai appesa al chiodo.
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Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
Non ha certificazioni, non è sommelier, né degustatrice ufficiale del gran Regno. Si occupa di comunicazione e di digital design dal 2002 in una (...)
Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Mast (...)
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Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
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