Mare in Cantina: un bell’evento estivo alla “Spiaggia dei Sassolini”
Giovedì 18 luglio si è svolto, con notevole successo, un evento enogastronomico nel Golfo di Gaeta, nella suggestiva cornice della Spiaggia dei Sassolini di Scauri, una piccola baia racchiusa fra due promontori e una collina di fitta macchia mediterranea alle spalle. Dopo tanti anni, sono tornato volentieri in uno splendido luogo che ho frequentato da giovane.
La rassegna enogastronomica Mare In Cantina è stata ideata e curata da Andrea Polidoro, responsabile per l’Italia di Tasted Magazine e Tasted Journal, riviste di enologia diffuse in tutto il mondo in lingua cinese e in lingua inglese.
I visitatori non sono stati, come si potrebbe pensare, coloro che si attardavano sotto gli ombrelloni dopo una giornata di sole, per attendere l’apertura degli stand fissata alle 19:00; sono arrivato pochi minuti prima dell’inizio e nel parcheggio c’erano molti posti liberi; quando sono andato via ho avuto difficoltà ad uscire ed una fila di macchine era parcheggiata lungo tutta la strada d’accesso al lido. Oltre 350 persone hanno potuto assaggiare i vini ed i piatti in degustazione.
È stato uno spettacolo vedere tante persone che, anche se poco esperte e non tenevano il calice in modo ortodosso, oppure donne con i tacchi alti affondati nei sassolini, giravano per i banchi d’assaggio e si informavano sulla provenienza del vino, sui vitigni utilizzati o come venissero vinificati!
È stato bello constatare ancora una volta che tanta gente è interessata a conoscere in modo approfondito il mondo del vino e direttamente da chi il vino lo produce. Spesso le persone che si stanno avvicinando al vino vogliono conoscere la storia che c’è dietro alla bottiglia di vino ed è un vero peccato se al banco non c’è il produttore diretto a raccontargliela!
Scauri è, geograficamente, una zona cuscinetto fra Campania e Lazio e i produttori partecipanti provenivano da queste due regioni. Il luogo di mare ed il periodo estivo spingevano, com’era naturale, per una selezione di vini orientata a bianchi e rosati; ma i rossi presenti erano molto importanti. Ricordandone alcuni, ne approfitto per avanzare qualche considerazione.
Gruppo Horeca
Fra i tanti vini proposti è da segnalare il Maturano Bianco 2011 di Cominium (vino di ottima freschezza e con una gran piacevolezza di beva del quale ho già parlato in altro articolo), ed un syrah della Tenuta Le Quinte, il Nasyr, che inizialmente sembrava non avesse grande pregio, mostrando i lati meno nobili, tipici del vitigno nella fase giovanile: vegetale, peperone verde, erba sfalciata; poi, invece, frutti rossi e neri sotto spirito, liquirizia, pepe nero; ed infine, ti accorgi che è meglio cambiare il bicchiere, perché quel vino lo ha “marcato” indelebilmente con cacao e tabacco che influenzerebbero qualsiasi altro assaggio!
Voto: @@@+
Terre delle Ginestre
Ho più volte segnalato i vini di questa piccola azienda, che sta crescendo sia in termini di ettari gestiti (attualmente 5, ma a breve raddoppia), sia in numero di etichette, che in numero di bottiglie prodotte: circa quindicimila oggi e quarantamila il prossimo traguardo. In questo evento ha presentato due vini senza solfiti aggiunti, seguendo la tecnica di messa a punto da “Integrapes”.
Invito 2012 è vino prodotto da uve moscato di Terracina in versione secca; a differenza di tanti moscato che, oltre all’aromaticità del vitigno, non offrono grandi caratteristiche, ma rimangono secchi e magri in bocca, questo vino offre ventaglio aromatico e fruttato molto ampio, sorretto in una persistenza notevole da una buona spalla acida.
Voto: @@@@
Ricordi 2012 è, invece, un blend di barbera del Sannio, maturano nero ed abbuoto; anche questo vino è stato prodotto senza aggiunta di solfiti e credo che darà grandi soddisfazioni, perché alle spiccate note fruttate abbina corpo, freschezza e persistenza.
Voto: @@@@
La Cantina Sociale Cesanese del Piglio presenta una Passerina 2012 prodotta con procedimento molto particolare. All’arrivo in cantina le uve vengono raffreddate con “neve carbonica”, lunga fermentazione a bassa temperatura, breve passaggio in barriques d’acacia, assemblaggio con saldi di vini prodotti con trebbiano e malvasia ed imbottigliamento finale. Tutte le operazioni avvengono in assenza di ossigeno, anzi con l’utilizzo di gas inerti; in questo modo si evita l’aggiunta di anidride solforosa. I risultati sono sorprendenti: la tipica acidità della passerina è certamente attenuata dal passaggio in legno; in compenso si guadagna una vellutata morbidezza; i profumi e gli aromi sono esaltati e la consistenza accompagna una persistente piacevolezza.
Voto: @@@+
Villa Matilde ha presentato molti vini e, in onore del luogo dell’evento, segnalo quelli di zona.
Roccamonfina Rosso Cecubo 2008. Le uve, primitivo, piedirosso ed altre uve autoctone, provengono dalla tenuta di San Castrese, alle falde del vulcano di Roccamonfina, e da Sessa Aurunca. Il colore è rubino cupo; la frutta rossa e viola si presentano subito al naso; poi erbe aromatiche e macchia mediterranea: si distingue la resina di pino. Bel sorso fruttato, dinamico ed intenso; è fresco, persistente, secco ed ha un tannino importante.
Voto: @@@@+
Falerno del Massico Rosso Vigna Camarato 2006: blend classico composto da aglianico e piedirosso coltivati nella tenuta di San Castrese. Il colore è rubino cupo. Marasca, amarena, viola e carrubo assalgono il naso. Alla beva è fruttato e fresco; molto intenso intenso e giovane con un tannino in affinamento.
Voto: @@@@+
Ale.P.A. ha presentato un Riccio Bianco 2010 (pallagrello bianco) all’apice delle sue caratteristiche. Nel calice si presenta con un color oro smagliante e già alla vista ti dà la misura della sua consistenza! Al naso offre profumi di frutti tropicali, albicocca, pesca, erbe aromatiche e note di agrumi canditi. La sua freschezza non è elevata, ma la sua piacevolezza ed i variegati sapori fruttati, accompagnati da note nocciolate, danno una sensazione di consistenza e persistenza che obbligano al riassaggio. Questo è un vino che vedo molto ben abbinato a tutto pasto di pesce: dagli antipasti crudi all’orata al forno con patate!
Voto: @@@@+
Galardi è una certezza costante di qualità: non perde colpi! Produce un unico vino, ma è anche un vino unico: Terra di Lavoro 2009. E’ un perfetto equilibrio di terroir (siamo sul vulcano spento di Roccamonfina) ed elevazione in barriques (12 mesi) per un accurato e sapiente blend di aglianico e piedirosso. Nel calice si presenta rubino cupo ed uniforme; il naso viene invaso da ciliegie ed amarene condite con buccia d’arancia ed accompagnate da sbuffate di cenere ed incenso. Al palato ti conferma tutti gli odori promessi, accompagnati da grande freschezza, sapidità e tannini vellutati in una persistenza incredibile. Il gran corpo ti suggerisce di non abusarne se non sei a tavola con carni nobili in succulenti intingoli: è un vino che richiede pasti strutturati!
Voto: @@@@@
Galardi produce anche un olio! Il “Fontana Galardi” viene ottenuto dalla molitura di cultivar sessana, leccino e frantoio. È un olio fruttato, minerale, dolce, fresco, con sentori di erbe aromatiche, ma tutto in un perfetto equilibrio, senza eccessi, mantenendo una delicatezza ed una eleganza unica!
I grandi vitigni campani, soprattutto quelli utilizzati in purezza, producono vini di rilevanza nazionale; alcuni perché specializzati in un territorio molto ristretto (il greco di Tufo a Tufo e zone limitrofe, il fiano tra Lapio e Montefredane, i pallagrello sulle colline Caiatine, ecc.) altri, invece, si sono acclimatati ed adattati in varie zone con risultati diversi e comunque notevoli. L’aglianico, il piedirosso e la falanghina ne sono un esempio dimostrativo. La falanghina, per esempio, produce ottimi vini in varie zone della Campania, mantenendo le sue peculiarità principali ed aggiungendo quanto di meglio il terroir le offre. Erano due le falanghine presenti alla serata, ognuna delle quali caratterizzata dal territorio di provenienza.
Masseria Felicia
Anthologia 2012 è una falanghina in purezza; il colore è giallo paglierino dorato; i profumi sono molto intensi: fiori gialli, frutti tropicali, melone bianco ed erbe aromatiche; il sorso è fruttato e secco, caldo ed elegante ed una sostenuta acidità accompagna verso una chiusura sapida ed ammandorlata.
Voto: @@@@
E, poi, Etichetta Bronzo 2008, senz’altro il vino più importante dell’azienda. Il colore è rubino cupo; il naso è sollecitato da ciliegie, more e prugne ben mature accompagnate da carrube, viola, una leggera nota ferrosa, tipica del territorio, ed, infine, la speziatura. Alla gustativa è morbido e fruttato, secco e con un tannino possente e levigato, giovane, intenso e di gran corpo; la grande freschezza accompagna tutte queste sfaccettature gustative in una lunga persistenza insieme ad una leggera nota calda in chiusura.
Voto: @@@@@
Cantine Astroni
Ed ecco un’altra importante espressione di falanghina che traduce fedelmente il territorio, ma con delle particolarità aggiunte dall’originale processo seguito in cantina: Strione 2009. In verità abbiamo apprezzato anche una versione più semplice e fresca, ma questa versione ha una personalità molto più decisa. Tutta la fermentazione alcolica avviene in presenza delle bucce a temperatura controllata; segue una evoluzione di nove mesi parte in tonneau e parte in acciaio. Dopo l’assemblaggio segue un affinamento in bottiglia per almeno sei mesi. I risultati si distinguono nel bicchiere già dal colore più carico e da qualche riflesso ramato. Fiori gialli ed erbe aromatiche assalgono il naso prima della frutta gialla matura: si distinguono camomilla, te verde e mimosa passita, poi albicocca e pesca gialla, infine note agrumate e sottili note di idrocarburi. Al palato arrivano sapori fruttati e morbidi; la sapidità e la freschezza accompagnano la tanta materia verso un lungo finale speziato e ammandorlato.
Voto: @@@@+
Il piedirosso merita qualche attenzione e riflessione. Viene coltivato in tutta la Campania e, quasi ovunque, viene utilizzato quale vitigno complementare dell’aglianico negli uvaggi prima ed ora in blend; esclusa l’isola d’Ischia e qualche altra eccezione sul Vesuvio, raramente veniva vinificato in purezza.
Da qualche anno si sta diffondendo l’utilizzo del vitigno in purezza come, probabilmente, avveniva qualche secoli fa; Sannio e Campi Flegrei sono state le zone pioniere e salutiamo con soddisfazione questa tendenza! Il piedirosso dona vini freschi, fruttati, mai stucchevoli, poco impegnativi, spesso eleganti,fini e delicati. Vien da pensare con distacco a tanti produttori, soprattutto nel nord dell’Italia, che si ostinano a coltivare il pinot noir per produrre poi un vino che sarà una brutta imitazione dell’originale francese, mentre in Italia ci sono vitigni, come il nerello ed il piedirosso, che danno vini molto più interessanti dal punto di vista organolettico, più facilmente abbinabili ai nostri piatti e dotati di gran personalità ed eleganza.
Un bell’esempio è il Piedirosso Colle Rotondella 2012. Il colore è rubino scuro; il ventaglio olfattivo offre note affumicate, tostate e di nocciola; poi si apprezza la viola e piccoli frutti rossi: ciliegia e lamponi. L’ingresso in bocca è caratterizzato da una leggera nota erbacea e frutta rossa; poi la freschezza e la leggerezza lo rendono piacevole, delicato e dinamico, ma persistente: ne berresti a litri!
Voto: @@@@+
Antiche Cantine Migliaccio
Il Fieno di Ponza 2011, oltre al nome suggestivo ed alla mineralità conferitale dal territorio, rimane un vino semplice e beverino; viene prodotto con le tante uve bianche presenti in vigna aggiunte nel corso degli anni (biancolella, falanghina, fiano, chardonnay, trebbiano, ecc.) e dipende, quindi, dalla variabilità stagionale. Il colore è giallo paglierino brillante; frutta esotica, frutta bianca, erbe aromatiche di macchia mediterranea e ginestra assalgono il naso accompagnate da un caratterizzante odore di pietra focaia. Al palato si ritrovano toni fruttati ed agrumati accompagnati da decise note di freschezza e sapidità, verso un finale leggermente caldo e ammandorlato.
Voto: @@@+
Di ben altra personalità, invece, il Biancolella di Ponza 2011. Sono viti molto vecchie, portate sull’isola qualche secolo fa ed il territorio fa il resto! Giallo paglierino intenso e brillante nel calice; è un vino che non aspetta altro che essere bevuto: è aperto ed emana intensi profumi di fiori bianchi, frutta a pasta bianca, erbe aromatiche e pietra focaia. Beva molto piacevole e dinamica: è morbido ed equilibrato in una sequenza decisa, dapprima fruttata ed agrumata, poi fresca e sapida verso un lungo finale speziato. Veramente un ottimo vino!
Voto: @@@@+
Antonio Di Spirito