Marco Capitoni, il vigneron cortese
Nella World Heritage List, dal 2004, compare anche la Val D’Orcia, meravigliosa campagna Toscana che si sviluppa intorno all’entroterra di Siena: un incantevole paesaggio dove avviene quel magico incontro tra arte e natura, che trova numerose testimonianze nei singolari borghi del Rinascimento. Perché non farci un salto?
In questo tempo d’inverno si potrebbe pensare che non sia il periodo migliore per passeggiar per vigne, ma non è esattamente il mio sentire e così, nel programmare le giornate di “Benvenuto Brunello” a Montalcino, ho creduto fosse arrivato il momento giusto per far visita a MARCO CAPITONI in Val D’Orcia.
Erano mesi che mi ripromettevo questa “conviviale sosta” e grazie ad un’amica/collega che adora (almeno per il momento) queste mie fughe improvvise, siamo riuscite a ritagliarci ore preziose.
L’accoglienza dell’Azienda Capitoni inizia dal sorriso-abbraccio di Marco, che sembra spalleggiare quello del sole e che si fa strada tra le nuvole minacciose della giornata novembrina. Da vigneron cortese ci attende all’inizio del viale della sua proprietà, dove i colori rosso arancio delle vigne sono ancora così fervidi e accattivanti.
Da ogni angolazione io cerchi di ammirare questo paesaggio rurale, avverto una bellissima sensazione di benessere: vigne, ulivi, campi di grano, cipressi, prati e bosco contornati da piccole strade ciottolose bianche; tutto diventa fermo-immagine senza tempo.
Sentendoci bene nel ruolo di enoturiste, Teresa ed io ci lasciamo convincere da Marco a degustare i suoi vini nel casolare-caseificio-ristorante al confine della sua proprietà, dove il gregge del vicino pascola regolarmente.
Come resistere alla tentazione di assaggiare i diversi pecorini (dal più fresco al più stagionato) come speciale benvenuto?
Fanno deliziosamente seguito pietanze tradizionali, trionfanti di colore e di gusto, piacevolmente abbinate ai vini da Sangiovese che Marco aveva posto in tavola:
- Troccolone Orcia Sangiovese DOC
- Capitoni Orcia Riserva DOC
- Frasi Orcia DOC Sangiovese Riserva
La prima curiosità si accende sui nomi dei vini: perché “Troccolone”? Per raccontare un personaggio conosciuto nel mondo agricolo della Val d’Orcia e mantenere in vita un vocabolo dimenticato. Le uve derivanti da una porzione di vigneto, su suoli stratificazioni di sabbie e argille di formazione marina, sono vinificate in anfora. Il “Troccolone” viene imbottigliato prima che si completi la fermentazione malolattica e diviene presto godibile. Un vino interessante per la ricchezza di profumi e la buona freschezza.
L’etichetta Capitoni, Marco la definisce rappresentativa ed identificativa del proprio lavoro, il vino della famiglia… la continuità.
Componenti fruttate e speziate ne fanno apprezzare il carattere e l’eleganza.
Mentre la scelta del nome Frasi è arrivata immediata e appropriata all’inserimento di un pensiero personale o metafore narranti della vendemmia, a corredo del vino imbottigliato.
Frasi rappresenta la più alta selezione dell’Azienda Capitoni e viene prodotto solo nelle annate in cui la bontà dell’andamento stagionale lo consente, utilizzando uve di Sangiovese, Canaiolo e Colorino, provenienti dal vigneto più vecchio impiantato nel 1973.
Solo 1 ha di vigneto (viti allevate con cordone speronato bilaterale) situato a 464 m s.l.m. su suoli composti da stratificazioni di sabbie e argille di formazione marina.
Fermentazione in acciaio, maturazione in botte di rovere francese da 33 ettolitri per 24
mesi. Affinamento in bottiglia per un minino di 12 mesi.
La nostra visita si conclude in cantina, ma solo dopo la passeggiata in vigna per toccare con mano la parte del terreno sabbioso-limoso con presenza di fossili e conchiglie.
Tra le grandi botti e le anfore di terracotta realizzate a mano con terra dell’Impruneta, le degustazioni continuano grazie alla grande generosità di Marco: un vignaiolo che ascolta la sua terra, coccola le sue viti, tramanda il suo sapere e, cosa non trascurabile, osserva le persone che assaggiano i suoi vini con curiosità e rispetto.
La Val D’Orcia ci ha regalato un incontro straordinario: Marco Capitoni, a cui promettiamo una seconda visita durante la stagione primaverile al fine di cogliere le vivaci sfumature di queste colline, intrise di lavoro e memorie.
Rachele Bernardo