Sono almeno due anni che Haris Papandreou, il nostro agente all’Avana per il vino greco ci ripete che “Lo Xinomavro assomiglia molto al Nebbiolo”. Per questo, quando ce ne siamo trovati di fronte una ventina, non dico che ci aspettavamo una bella serie di “quasi” Barolo ma una cosa simile. Invece le cose sono andate diversamente, ma prima di dirvi cosa è successo alcune notizie sul vitigno. La parola Xinomavro è l’unione dei termini “Acido” (xino) e “nero” (mavro), anche se gli acini e soprattutto il vino che ne deriva non sono proprio di una colorazione intensa. Viene coltivato nella Macedonia Centro-Occidentale, soprattutto nella zona di Naoussa, da cui è partito per trovarsi poi a suo agio anche nelle vicine zone di Amynteo, Goumenissa, Siatista e Rapsani. In realtà negli anni ’60 del secolo scorso era coltivato solo nella zona di Amynteo, perché Naoussa era stata colpita dalla fillossera a inizi ‘900 e da allora i vigneti non erano stati ripiantati. Il primo reimpianto a Naoussa fu nel 1968 e oggi ci sono quattro DOP (oltre a Naoussa, Amynteo, Goumenissa, e Rapsani) a base Xinomavro.
La degustazione L’assaggio che la redazione di Winesurf ha fatto a fine novembre aveva 18 vini da 9 cantine diverse. La cosa che ci ha stupito di più è stato trovarci davanti, all’inizio, ad alcuni Xinomavro vinificati in bianco e rosé, sicuramente non il miglior modo per avvicinarsi a questo vitigno. Le cose sono migliorate nettamente passando ai rossi, sia giovani che con qualche anno di invecchiamento. Mentre assaggiavamo i primi l’idea che quest’uva assomigliasse al Nebbiolo (se si lascia da parte il colore non certo intenso) si scioglieva come neve al sole, anche perché la potenza non è certo paragonabile al vitigno di Langa e i tannini sono molto più levigati e rotondi. Però una cosa che Haris ci aveva detto c’era e cioè un aroma di pomodoro che scompare però dopo qualche anno di invecchiamento. Una caratteristica molto particolare che caratterizza veramente il vitigno e non dipende assolutamente da scarsa maturazione in quanto non è affiancato da note vegetali ma da sentori fruttati.
A un certo punto, attorno al decimo vino degustato abbiamo cominciato a guardarci come tra giocatori di poker, attendendo che qualcuno parlasse, ma niente è successo sino al tredicesimo vino, uno Xinomavro in purezza del 2012 di Apostolos Thymiopoulos, quando quasi all’unisono abbiamo esclamato: “Ma questo sembra un Sangiovese!” In effetti sia il colore non certo rubino intenso, che le note aromatiche che soprattutto la trama tannica e la presenza al palato erano quelle di un ottimo sangiovese chiantigiano.
In definitiva: lo Xinomavro, si è dimostrato un vitigno estremamente eclettico, con caratteristiche che variano a seconda dei territori dove è coltivato che da un punto di vista altimetrico vanno dai 150-200 metri di molte vigne di Naoussa sino ai quasi 700 della DOP Amynteo. Lasciando un attimo da parte le versioni in bianco e rosé sono vini profumati, di non grande intensità colorante, dotati di profumi particolari che vanno dal pomodoro alle spezie, con una buona (ma non eccessiva) tannicità e una freschezza precisa ma non marcata. Maturano bene e sicuramente, grazie ai progressi tecnici degli ultimi anni in vigna e in cantina, sono in grado di evolvere per diverso tempo.
In chiusura oltre allo Xinomavro 2012 di Thymiopoulos ci piace sottolineare anche lo XinomavRAW 2020 Oenops. Xinomavro in purezza: colore rubino scarico, bei profumi di pomodoro e china, di media potenza con tannini giovani e ancora ruvidi ma dal finale dolce.
Kali Riza 2019 Amynteo DOP Kir-Yianni. Vino che nasce quasi a 700 metri di altezza da xinomavro in purezza, ha un’equilibrata freschezza e i classici aromi del vitigno ben amalgamati a frutta rossa. In bocca è rotondo e armonico, con tannini ben fusi.
Carlo Macchi
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed estere. Ha scritto libri su personaggi importanti nel mondo del vino. Da oltre dieci anni gestisce il sito Winesurf.it ed è ideatore del gruppo Garantito Igp, oggi costituito da sette giornalisti di settore che condividono le loro esperienze sulle rispettive testate online.
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Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
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