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Doc e DocgLe regole del vino

Le Docg dell’Abruzzo: Casauria

Le Doc dell'Abruzzo: Montepulciano d'Abruzzo Sottozona Casauria o Terre di Casauria


❂ Casauria D.O.C.G.
(Approvata come sottozona della DOC Montepulciano d’Abruzzo con D.M. 5/10/2010 – G.U. n.240 del 13/10/2010; proposta DOCG – consolidata con le risposte alle osservazioni della Commissione – nota Ares (2023) 6868165 – 10.10.2023, in attesa di approvazione definitiva da parte della U.E.)


zona di produzione
● in provincia di Pescara: comprende i terreni vocati alla qualità di tutto il territorio amministrativo dei Comuni di Bolognano, Castiglione a Casauria, Cugnoli, Pietranico, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Torre de’ Passeri e Turrivalignani e parte dei territori amministrativi dei Comuni di Alanno, Bussi sul Tirino, Brittoli, Corvara, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Popoli, Serramonacesca e Tocco da Casauria Alanno, Bussi sul Tirino, Bolognano, Brittoli, Castiglione a Casauria, Corvara, Cugnoli, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Pietranico, Popoli, Scafa, San Valentino, Serramonacesca, Tocco da Casauria, Torre de’ Passeri, Turrivalignani;
Bolognano, Castiglione a Casauria, Cugnoli, Pietranico, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Torre de’ Passeri e Turrivalignani; e parte dei territori amministrativi dei seguenti Comuni in provincia di Pescara: Alanno, Bussi sul Tirino, Brittoli, Corvara, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Popoli, Serramonacesca e Tocco da Casauria;

base ampelografica
anche riserva: montepulciano min. 90%, possono concorrere alla produzione di detto vino le uve di altri vitigni a bacca nera non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Abruzzo max. 10%;

norme per la viticoltura
le uve destinate alla produzione del vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Casauria” devono essere ottenute unicamente da vigneti situati su terreni vocati alla qualità, ubicati in zone collinari o di altopiano la cui altitudine non sia superiore ai 500 metri s.l.m. ed eccezionalmente ai 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno. Sono da escludere i terreni non sufficientemente soleggiati e quelli dei fondovalle umidi;
per i nuovi impianti e reimpianti a filare la densità non potrà essere inferiore a 3.500 ceppi per ettaro in coltura specializzata, fatto salvo per gli impianti e reimpianti a pergola, per i quali non deve essere inferiore a 3.200 ceppi per ettaro;
le forme di allevamento consentite sono quelle generalmente usate nella zona, ossia pergola abruzzese e spalliera semplice e doppia;
è consentita l’irrigazione di soccorso;
la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo, ivi compresa la tipologia “Riserva”, devono essere di 9 t/Ha e 13% vol.;

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione e invecchiamento devono essere effettuate all’interno della zona di produzione, nonché nell’intero territorio amministrativo dei comuni compresi anche solo in parte nella zona di produzione; tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali, è consentito che tali operazioni di vinificazione delle uve e invecchiamento dei vini siano effettuate nell’intero territorio amministrativo della provincia di Pescara, a condizione che le Ditte interessate dimostrino di avere effettuato la rivendicazione dei vini della preesistente sottozona “Casauria” della denominazione di origine controllata “Montepulciano d’Abruzzo” ottenuti da uve derivanti da vigneti in conduzione, prima della data di pubblicazione della decisione che conferisce la protezione alla denominazione “Casauria”, per almeno due vendemmie; le operazioni di imbottigliamento devono essere effettuate all’interno della zona delimitata di cui ai precedenti paragrafi;
il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Casauria” deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento minimo di 18 mesi. Il periodo di invecchiamento decorre dal 1° novembre dell’annata di produzione delle uve;
il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Casauria” che si fregia della menzione “riserva” deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento minimo di 24 mesi. Il periodo di invecchiamento decorre dal 1° novembre dell’annata di produzione delle uve;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
nell’etichettatura del vino, l’indicazione dell’annata di produzione delle uve è obbligatoria;
nella designazione dei vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Casauria” può essere utilizzata la menzione “vigna“, a condizione che sia seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale, che la vinificazione e la conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione, seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale, venga riportata sia nella denuncia delle uve, sia nei registri e nei documenti di accompagnamento e che figuri nell’apposito elenco regionale ai sensi dell’art. 31 comma 10, della legge 12 dicembre 2016, n. 238;
i vini possono essere immessi al consumo soltanto in recipienti di vetro di volume nominale pari a litri: 0,375 – 0,750 – 1,500 – 3,000 – 6,000 – 9,000 – 12,000;
sono ritenuti idonei tutti i sistemi di chiusura previsti dalla normativa vigente, ad esclusione del tappo corona;

legame con l’ambiente geografico
A) Informazioni sulla zona geografica
Fattori naturali rilevanti per il legame
L’area geografica della denominazione Casauria insiste su un territorio dalle caratteristiche geomorfologiche e pedoclimatiche fortemente distinte nel panorama regionale, soprattutto per la particolare orografia e per la vicinanza a importanti massicci montuosi.
La zona geografica delimitata comprende la fascia collinare interna e pedemontana della provincia di Pescara delimitata a sud-ovest dal massiccio della Maiella ed a nord-ovest da quello del Gran Sasso. Le montagne abruzzesi fanno parte della catena appenninica centro-meridionale e costituiscono il tratto in cui questa raggiunge la massima larghezza, altitudine e compattezza. Le formazioni collinari interessate dalla coltivazione della vite e dell’olivo, costituite da depositi plio-pleistocenici che hanno riempito il bacino periadriatico mediante un ciclo sedimentario marino svoltosi tra la fine del Terziario e l’inizio del Quaternario, fiancheggiano la pianura alluvionale di natura arenaceo-argillosa formata dal fiume Pescara. Queste colline danno luogo a un paesaggio ondulato, con ampi dossi quasi pianeggianti e versanti poco acclivi e rotondeggianti. Nella grande maggioranza dei casi il suolo presenta una adeguata fertilità giusta per le produzioni moderate. Inoltre, si caratterizza per una equa ripartizione di materiale da cui si formano terreni con struttura sabbioso-argillosa, ma anche abbastanza ricca di scheletro, in genere sufficientemente sciolti, con spessore variabile in relazione alla pendenza ed alla esposizione.
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 200 ed i 600 metri s.l.m., con pendenze ed esposizioni variabili a seconda dei versanti. Sono esclusi i terreni siti nei fondo valle umidi e quelli con esposizioni poco consone.
Le precipitazioni totali annue si aggirano mediamente sugli 800 mm; il periodo più piovoso è quello compreso tra novembre e gennaio (oltre 80 mm/mese) mentre il mese con il minimo assoluto è quello di luglio (intorno a 30-40 mm).
Il clima è di tipo temperato, con temperature medie annuali comprese tra i 12°C di aprile ed i 16°C di ottobre, ma nei mesi di luglio e agosto tende al caldo-arido con temperature medie di 24-25°C. L’indice termico di Winkler, ossia la temperatura media attiva nel periodo aprile-ottobre, è compreso a seconda dei versanti e delle esposizioni tra 1.800 e 2.200 gradi-giorno, condizioni che garantiscono la maturazione ottimale del vitigno Montepulciano.
Fattori umani rilevanti per il legame
L’ambito territoriale è legato storicamente al toponimo Casauria grazie alla presenza di una stupenda Abbazia Romanica, San Clemente a Casauria, che ha dato il nome al territorio. La fonte storica di riferimento più accreditata è il Chronicon Casauriense, o Liber instrumentorum seu chronicorum monasterii Casauriensis, una raccolta di cronache medioevali riguardanti l’Abbazia di San Clemente a Casauria tra gli anni 866 e 1182, nelle cui pagine si trovano i seguenti versi:
“Insula cingitur hoc a flumine Crisea dicta, | in cunctis quod sit et pre cunctis benedicta; | nascitur hac vinum potus que sibique ministrum | huius oliva tenet dextrum latus atque sinistrum, | quo desit luctus, tanta est sibi fructus, | ut credat visus quod vera sit hęc paradisus. hanc simul aspexit fortissimus induperator, | Ecclęsie murus, regni decus et moderator, | dixit: “habet Dominus paradisum deliciarum: | vallibus his caulas ovium statuamus earum| que iugiter famulenturei noctuque dieque | actibus in sanctis pietatis iustitieque. |Iste locus, quem fertilitas et copia rerum | exornant, debet Domini secernere clerum| a populo: faciamus in hoc claustrum monacorum, | qui sint suffulti libris actuque priorum. L’isola, chiamata “Aurea”, poiché è benedetta tra tutti e in confronto a tutti, è circondata da questo fiume (dal fiume Pescara); qui nasce il vino, bevanda grazie alla quale vien meno il dolore e il suo servitore, l’olivo, occupa il lato destro e il sinistro, lì tanta è la ricchezza di frutti che alla vista questa terra sembra sia veramente un paradiso.
Non appena la vide il valorosissimo comandante, difensore della Chiesa, lustro e guida del regno, disse: “Dio ha un paradiso di delizie: in queste valli poniamo ovili per quelle greggi che perennemente siano al suo servizio notte e giorno, con santi comportamenti di pietà e giustizia. Questo luogo, che la fertilità e l’abbondanza dei frutti rendono bello, deve tenere separati il clero dal popolo: costruiamo in questo luogo un convento di monaci, che siano sostenuti dagli studi e dalla guida dei priori”.
Questi versi latini evidenziano come la grande fertilità dei luoghi cinti dall’ansa del fiume Pescara abbiamo fatto sembrare l’Abbazia e le sue tenute una Casa Aurea (da cui Casauria) vero e proprio paradiso di delizie (tra cui il vino), degno di accogliere e custodire le reliquie del martire Clemente, come sostenuto da Carlo Tedeschi nel Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, nel saggio Insula Piscariae paradisi floridus ortus, nel 2019.
Le prime testimonianze della grande vocazione vitivinicola dell’area Casauria sono rappresentate dai Palmenti di Pietranico, antiche vasche ricavate da enormi rocce affioranti disseminate sul territorio che, lavorate con estrema perizia, di probabile origine italica venivano usate come vasche per vinificare le uve direttamente sui campi.
Successivamente, durante il medioevo, il gesto della coltivazione delle viti e della vinificazione delle uve è legato soprattutto all’instancabile opera dei padri benedettini presenti nelle diverse abbazie sorte sul territorio quali quella sopra citata di S. Clemente a Casauria e quella di Santa Maria d’Arabona del 1209 (Manoppello). Sempre nel citato “Chronicon Casauriense”, che racconta la storia del monastero con tutte le vicissitudini che ne caratterizzarono la costruzione e l’evoluzione, c’è un tentativo da parte del cronista di attribuire al termine “Casauria” un’origine legata alla costruzione dell’edificio sacro. Ma i documenti di compravendita dell’871 per l’acquisizione delle terre nonché altri atti, attestano che il termine “Casauria” già esisteva e con ogni probabilità risaliva all’epoca romana. Una volta accorpati in un’unica proprietà i terreni di pertinenza della badia, il toponimo fu esteso all’intero corpo e, per la sacralità ad esso associata, anche a tutta l’area geografica circostante. Ma, facendo un salto di alcuni secoli, come afferma il Prof. Franco Cercone in uno dei suoi numerosi scritti “dobbiamo sicuramente alle famiglie dei Mazara e dei Tabassi, alla fine del 1700, l’ampliamento dell’area di coltivazione del vitigno Montepulciano poiché queste, benché proprietarie di vasti possedimenti in Sulmona e nei centri limitrofi, indirizzarono le proprie mire sui fertili territori posti oltre le Gole di Popoli e lungo la Valle Pescara”. In quest’area vengono infatti a formarsi ricchi feudi, per lo più in tenimento di Torre dei Passeri, Tocco da Casauria e Musellaro. È da ritenersi che le condizioni climatiche e le caratteristiche geologiche dell’alta Val Pescara, particolarmente favorevoli alla viticoltura, siano alla base delle motivazioni che indussero esponenti della nobiltà sulmonese ad espandere i loro possedimenti in quest’area ed è probabile che diversi vitigni, tra cui il Montepulciano, siano stati trapiantati dai Mazara a Torre de Passeri. Si evidenzia altresì, che la lunghissima presenza viticola e specificamente del Montepulciano nero in queste zone e specifici ambienti, in aziende medio-piccole e con le viti spesso allevate nell’ottocento anche ad alberello, ha ingenerato importanti esperienze di coltivazione e vinificazione, seppure tradizionale, ma comunque sempre in grado di produrre vini da sempre ritenuti di qualità eccellenti, come testimoniato da documenti datati 1821 di compravendita di uve e vini prodotti a Tocco da Casauria. Se nel dopo guerra il nome “Torre de Passeri” era considerato ancora sinonimo del Montepulciano nero lo si deve al fatto che fino alla seconda guerra mondiale l’area Casauria si distingueva in Abruzzo come la più vocata e la stazione ferroviaria di Torre de Passeri divenne il centro logistico del gran commercio di uve e vini casauriensi.
Questa lunga tradizione ha attraversato le grandi innovazioni viticole ed enologiche degli ultimi quarant’anni, adeguando il vino prodotto a standard qualitativi elevati.
Da quanto detto si evince che la presenza del vitigno Montepulciano, base della produzione del vino Casauria, nell’entroterra della provincia di Pescara, ossia nella zona casauriense, risale ormai ad oltre due secoli ed è proprio in questa zona che esso ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità, evidenziando peculiari caratteristiche legate sia agli aspetti olfattivi che gustativi. In tale contesto si evidenza come l’adattabilità del vitigno al particolare ambiente pedoclimatico ha favorito mutazioni spontanee che hanno generato alcuni comportamenti morfo-fenologici specifici e pregiati per la produzione di uve eccellenti.
L’incidenza dei fattori umani è stata molto importante poiché, alcuni viticoltori hanno individuato nel tempo specifici ceppi più rispondenti a fattori di qualità che sono stati sfruttati per le selezioni dei materiali di moltiplicazione. Inoltre, attraverso la definizione ed il miglioramento di alcune pratiche viticole ed enologiche, che fanno parte integrante e sostanziale del disciplinare di produzione, è risultato possibile ottenere prodotti dalle spiccate caratteristiche e tipicità.
Per questi motivi il principale vivaista italiano, Vivai Rauscedo, ha omologato sin dal 2007 il clone VCR 456 biotipo Casauria, distinguendolo appunto per essere in grado di produrre vini dal maggior livello di gradevolezza, sapidità e speziatura tra tutti i cloni di Montepulciano omologati. Questo clone è stato selezionato da piante storiche che avevamo manifestato un perfetto adattamento con il territorio casauriense.
Le attuali condizioni di produzione hanno quindi permesso agli operatori del territorio casauriense di avvantaggiarsi di tutte le conoscenze teoriche e tecniche per migliorare i processi produttivi. In campagna grazie al riconoscimento e alla selezione delle migliori vigne e dei migliori cloni di uva Montepulciano e in cantina, attraverso la possibilità di governare perfettamente la temperatura di fermentazione, che ha permesso di migliorare la qualità del processo di macerazione delle uve durante la fermentazione, passaggio chiave per estrarre il profilo sensoriale tipico del vino Casauria. Le tecniche di affinamento e il livello dei controlli praticabile nelle moderne cantine del territorio garantiscono la genuinità del prodotto e la sua grande longevità.
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
Nelle tradizionali produzioni enologiche i vini Casauria si presentano con un colore rosso rubino intenso, con lievi sfumature violacee, sfumature che tendono al granato con il lungo invecchiamento; l’odore tipico nei vini più giovani è quello dei frutti rossi (ciliegia, mora, lampone, mirtillo), del fiore di violetta e di note speziate, che nei vini invecchiati si percepiscono sempre più intensamente (pepe, tabacco, liquirizia); quando il vino è affinato in botti di rovere i sentori olfattivi e gustativi si arricchiscono di note vanigliate e dolci.
Il sapore è secco, giustamente tannico ed armonico. Nel tempo il vino evolve guadagnando maggiore complessità e morbidezza. Provenendo da giovani suoli sedimentari spesso i vini Casauria guadagnano una grande sapidità, che conferisce ai vini una riconosciuta eleganza.
Questo profilo sensoriale è tipicamente legato all’influenza che il vitigno Montepulciano, perfettamente ambientato nel territorio Casauriense, riceve dal microclima della zona di produzione, che si caratterizza per l’origine sedimentaria dei suoli, ricchi di scheletro e di disponibilità di minerali, unitamente ad una condizione climatica fortemente influenzata dai massicci montuosi che circoscrivono il territorio di produzione e determinano la formazione di costanti brezze montane capaci di generare marcate escursioni termiche tra il giorno e la notte, anche nei mesi estivi. A grande vantaggio della migliore maturazione delle uve.
I vini Casauria vanno serviti ad un temperatura di 16/18 °C in un calice ampio che permetta la massima espressione della complessità del vino.
C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera a) e quelli di cui alla lettera b)
I fattori climatici unitamente a quelli umani, legati da un lato alle condizioni pedoclimatiche di coltivazione e di forte caratterizzazione viticola e dall’altro da una sempre più forte evoluzione della cultura enologica, sono determinanti per la produzione di uve di straordinaria qualità che danno origine ai vini Casauria, dalle caratteristiche importanti, distinte e riconoscibili.
L’area geografica interessata è caratterizzata da condizioni climatiche particolari strettamente legate all’evoluzione geologica e alla conformazione morfologica del territorio, caratterizzato da colline ampie, assolate e ben ventilate, dove dominano con la loro marcata presenza i massicci montuosi del Gran Sasso e della Maiella. Questi monti proteggono la zona dalle correnti fredde occidentali e determinano notevoli escursioni termiche tra giorno e notte.
Queste condizioni pedoclimatiche si accordano perfettamente alla maturazione tardiva del Montepulciano che ha bisogno, per raggiungere la migliore condizione fenologica, di circa 2000 gradi giorno. Questa lunga necessità di ore di sole permette alle viti di avvantaggiarsi notevolmente della marcata escursione termica tra il giorno e la notte nella fase fenologica della maturazione delle uve creando le condizioni ottimali per l’accumulo di sostanze aromatiche e nobili nei grappoli e permettendo la piena maturazione degli acini e dei loro vinaccioli, fonte di tannini importanti per garantire il grande potenziale di affinamento dei vini Casauria.
La qualità e le caratteristiche dei vini Casauria sono altresì intimamente connesse ai fattori umani descritti nella parte A) 2.
Il percorso millenario della coltivazione delle uve e della produzione di vini ha sempre caratterizzato il territorio di produzione dei vini Casauria.
La geografia produttiva ha vissuto la sua ultima metamorfosi nel secolo passato. Nel periodo intercorso tra le due guerre mondiali l’area Casauria era probabilmente il centro vitivinicolo più importante della Regione, come testimoniato dai testi storici. Gli effetti nefasti della Seconda Guerra Mondiale e l’implementazione negli anni ’60 di una nuova forma di viticoltura intensiva sulla costa della Regione Abruzzo e soprattutto nella provincia di Chieti, hanno determinato una lenta perdita di sostenibilità economica per la vitivinicoltura casauriense.
Probabilmente questo ultimo evento è stato fondamentale affinché gli operatori del territorio abbiamo potuto imprimere alle proprie produzioni una grande riconoscibilità nel panorama regionale e abbiamo fatto da stimolo sin dagli anni ’90 ad un controesodo dei produttori e alla delineazione di una nuova geografia produttiva, completamente vocata alla qualità delle uve e dei vini prodotti.
Una ritrovata sostenibilità economica ha reso sinergiche le qualità del territorio e l’impegno dei tanti produttori che hanno saputo cogliere il momento storico di grande miglioramento delle tecniche produttive e delle conoscenze scientifiche, sia in campagna che in cantina per esaltare al massimo le potenzialità dei vini prodotti.
La cultura della sostenibilità in vigna ha permesso di ricalibrare al meglio la coltivazione dei vigneti di Montepulciano. Le pratiche agronomiche sono sempre più mirate a prendersi cura dell’ecologia del vigneto a vantaggio del benessere del suolo, della biodiversità, degli operatori e soprattutto delle uve prodotte.
Gli operatori possono oggi approfittare enormemente delle migliorate condizioni produttive in cantina, dove la tecnologia e l’industria meccanica offrono ogni possibilità di lavorare, durante tutte le fasi del processo di vinificazione, nel rispetto assoluto delle grandi uve prodotte.
Il talento di un territorio e l’impegno dei produttori ha fatto si che nel 2006 il toponimo Casauria venisse dedicato ai vini prodotti nell’area distinta in questo disciplinare, ereditando una storia millenaria da presentare e raccontare ad un mercato sempre più attento, attraverso la qualità dei vini Casauria che, rispetto ad altri vini prodotti da uve Montepulciano in altri territori, sono l’espressione di distintivi caratteri di unicità, risultato dell’interazione armonica tra l’attività dell’uomo ed il complesso dei fattori ambientali.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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