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Le Doc del Lazio: Aleatico di Gradoli

Le Doc del Lazio: Aleatico di Gradoli


❂ Aleatico di Gradoli D.O.C.
(Approvato con DPR 21/6/1972 – G.U. n.217 del 22/8/1972; ultima modifica D.M. 7/3/2014, pubblicata sul Sito ufficiale del MIPAAF, Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)


zona di produzione
● in provincia di Viterbo: comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Gradoli, Grotte di Castro e San Lorenzo Nuovo e parte del territorio del comune di Latera;

base ampelografica
anche liquoroso, liquoroso riserva, passito: aleatico min. 95%, possono concorrere altri vitigni a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, max. 5%;

norme per la viticoltura
Sono da considerarsi idonei alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata «Aleatico di Gradoli» unicamente i vigneti situati ad un’altitudine non superiore ai 600 metri sul livello del mare;
è consentita l’irrigazione di soccorso;
la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere di 9 t/Ha e 11,50% vol. (12,00% per le versioni “Liquoroso” e “Liquoroso Riserva”, 16,00% vol. per la versione “Passito”);<(p>

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione, di preparazione e di affinamento dei vini devono essere effettuate all’interno della zona di produzione delimitata, tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, è consentito che tali operazioni siano effettuate nell’intero territorio dei comuni anche se soltanto in parte compresi nella zona delimitata;
le uve destinate alla produzione del vino “Aleatico di Gradoli” Passito devono essere sottoposte a un periodo di appassimento che deve essere protratto fino a raggiungere un contenuto zuccherino minimo di 280 grammi/litro;
i vini a denominazione di origine controllata “Aleatico di Gradoli” Liquoroso devono essere ottenuti mediante alcolizzazione in conformità alle disposizioni delle norme vigenti;
il vino a DOC “Aleatico di Gradoli Liquoroso” deve aver subito un periodo di invecchiamento di almeno 6 mesi a decorrere dalla data di alcolizzazione;
il vino a DOC “Aleatico di Gradoli Liquoroso Riserva” deve aver subito un periodo di invecchiamento di almeno 2 anni dalla data di alcolizzazione, in botti di rovere di capacità non superiore a 250 litri e un ulteriore affinamento in bottiglia di almeno un anno;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
sulle bottiglie o altri recipienti contenenti vini a d.o.c. “Aleatico di Gradoli” è obbligatoria l’indicazione dell’annata di produzione delle uve;
per le tipologie «Aleatico di Gradoli» passito, liquoroso e liquoroso riserva è consentito l’imbottigliamento in recipienti di volume nominale fino a 0,750 litri, con tappo sughero.

legame con l’ambiente geografico
A) Informazioni sulla zona geografica
Fattori naturali rilevanti per il legame
La zona geografica delimitata ricade nella parte settentrionale della regione Lazio, in Provincia di Viterbo, si estende su una superficie di circa 8.500 ettari e comprende un territorio di media e alta collina, situato sulle pendici del distretto vulcanico Vulsino poste a settentrione.
I terreni sono di origine vulcanica e ricadono nella struttura principale del distretto che è quella della vasta conca del lago di Bolsena, che si è creata come un ampio bacino di collasso dovuto al verificarsi di una serie di esplosioni, avvenute in più fasi successive; lo sprofondamento della caldera è stato controllato da un sistema di faglie a carattere regionale. L’attività vulcanica ebbe inizio circa 800.000 anni fa con lo sviluppo di colate di lave e con la formazione di coni di scorie.
Successivamente, circa 600.000 mila anni fa, l’attività si sviluppò maggiormente in corrispondenza di un primitivo centro, oggi non più evidente, in corrispondenza della conca lacustre. A questa attività si riconducono i materiali vulcanici più antichi presenti sia ad est che a sud della conca lacustre. Le rocce che appartengono a questo complesso sono particolarmente ricche in potassio.
Il territorio è prevalentemente pedomontano-collinare, con i terreni in dolce pendio. È possibile suddividere l’area DOC nelle seguenti zone: zona ad andamento sub pianeggiante, con quote altimetriche comprese tra i 300 e i 400 metri, dislocate soprattutto nella parte meridionale e settentrionale; zona ad andamento collinare presenti soprattutto nella parte orientale dell’area con quote altimetriche che raggiungono i 600 metri.
La natura dei terreni è di conseguenza condizionata dall’attività del vulcano, per cui è possibile distinguere due tipologie: nella zona nord ed in quella occidentale dell’area prevalgono materiali dovuti all’attività intercalderica finale quali lave (tefriti fonolitiche e leucitiche), scorie saldate e stratificate e banchi di lapilli alternati a lenti e strati di ceneri debolmente cementate; solo in alcune zone si rinvengono tufi leucititici contenenti grossi proietti lavici; nella zona orientale e in quella meridionale prevalgono materiali quali i tufi leucititici grigiastri detti di Montefiascone e, con alternanza di ceneri, sabbie vulcaniche e lapilli (talvolta a consistenza litoide), con inclusi lavici di dimensione variabile in relazione alla loro distanza dai centri di emissione. Intercalate a questi si rinvengono colate di lava leucitica, sempre di limitata estensione. Localmente sono stati rinvenuti strati di pomici e ceneri con livelletti tifatici di sedimentazione lacustre. La permeabilità di questo tipo di rocce è sempre piuttosto elevata sia per porosità (tufi, lapilli, sabbie) che per fessurazione (lave).
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i 305 e i 600 m s.l.m. con pendenza variabile e l’esposizione generale è orientata verso ovest, sud-ovest e sud.
Il clima dell’area delimitata ricade nella regione temperata con caratteristiche riconducibili al termotipo collinare inferiore/superiore – umido inferiore è caratterizzato da precipitazioni medie annue comprese tra i 775 ed i 1214 mm, con debole aridità estiva (pioggia 112-152 mm) nei mesi di luglio agosto e sporadicamente a giugno. La temperatura media è compresa tra i 12,4 ed i 13,8°C: freddo prolungato da ottobre ad maggio, con temperatura media inferiore ai 10°C per 4-5 mesi l’anno e temperatura media minima del mese più freddo dell’anno che oscilla tra 1,9 e 2,9° C.
La combinazione tra natura del terreno e fattori climatici fanno della zona delimitata come DOC Aleatico di Gradoli un territorio altamente vocato alla produzione di vini di pregio.
Fattori umani rilevanti per il legame
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Aleatico di Gradoli”. La viticoltura dell’areale di Gradoli si sviluppò sicuramente in epoche antiche anche grazie all’influenza positiva sul clima del vasto bacino lacustre di Bolsena, e sul quale si affacciano la gran parte dei terreni vitati.
Presso gli Etruschi la coltivazione della vite raggiunse un notevole progresso, favorito anche da evolute conoscenze tecniche e da materiale ampelografico di varia origine, raccolto attraverso gli ampi rapporti commerciali di questo popolo. La coltivazione della vite continuò ed ebbe maggiore espansione ad opera dei Romani, passò indenne attraverso i secoli bui, tanto che nel 1627 il Tassoni nell’opera De’ pensieri diversi, discorrendo sul declino dei vini di Napoli presso i Romani riporta:
“…e trouano di preferire i vini loro più sani allo stomaco, e più grati al gusto di quelli di Napoli, massimamente gli Albani, i Gianziani, quei di Marino, di Caprarola, di Graduli”.
Non mancano testimonianze di partecipazione a manifestazioni come l’Aleatico di Gradoli, presentato nel 1861 all’Esposizione Italiana Agraria, Industriale e Artistica di Firenze, dal Sig. Murzi Antonio di Orvieto.
Nel 1929, con la fondazione della Cantina Oleificio Sociale di Gradoli, la produzione dell’Aleatico di Gradoli ha avuto un nuovo impulso conquistando i mercati nazionali ed internazionali, come testimoniano i premi ed i riconoscimenti conquistati: 1932 Fiera del Levante (terza mostra nazionale del vino) Bari diploma di medaglia Vermeil per il vino Aleatico, 1934 Terza Mostra dell’Agricolture a Firenze Diploma con Medaglia d’Oro per i vini Aleatico e Grechetto, 1937 Exposition Internazionale des Arts ed des tecniques Parigi Diplome de Grand Prix, 1938 Fiera Internazionale di Tripoli Diploma con Medaglia d’Oro, 1971 Esposizione dei vini prodotti dalle Cantine Sociali delle Regione Lazio a Malta Attestato di Merito per la presentazione di Vini tipici e di qualità superiore, 1971 Settima Mostra Mercato Nazionale Vini tipici e pregiati a Siena Diploma di Merito per il Vino Aleatico, 2004 Selezione dei Vini del Lazio a Roma Diploma di Merito per il Vino Aleatico annata 2002.
Nei corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principe del territorio, fino all’attualità, come testimoniano i Vendemmiali giunti all’ottantaseiesima edizione.
Grazie alle loro peculiarità, numerosi sono i riconoscimenti ottenuti dai vini a DOC Aleatico di Gradoli sia in ambito locale, nazionale che internazionale; ben figurano inoltre sulle principali guide nazionali. Anche nei concorsi sia nazionali, sia internazionali i vini hanno ricevuto e continuano a ottenere numerosi riconoscimenti.
L’incidenza dei fattori umani, nel corso della storia, è in particolare riferita alla puntuale definizione dei seguenti aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di produzione:
▪ base ampelografica dei vigneti: il vitigno idoneo alla produzione del vino in questione, è quello tradizionalmente coltivata nell’area geografica considerata: l’Aleatico;
▪ le forme di allevamento, i sesti d’impianto e i sistemi di potatura che, anche per i nuovi impianti, sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle viti, sia per agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare ben esposta e di contenere le rese di produzione di vino entro i limiti fissati dal disciplinare (63 hl/ha per tutte la tipologie di base, liquoroso e liquoroso riserva e 40,5 hl/ha per la tipologia passito);
▪ le pratiche relative all’elaborazione dei vini, che sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione in rosso dei vini tranquilli o liquorosi, adeguatamente differenziate per la tipologia di base e le tipologie liquoroso, liquoroso riserva e passito, riferite quest’ultime a vini rossi maggiormente strutturati, la cui elaborazione comporta determinati periodi di invecchiamento e affinamento in bottiglia obbligatori.
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
La DOC “Aleatico di Gradoli” è riferita a 4 tipologie di vino rosso (“di base”, “liquoroso”, “liquoroso riserva”, “passito”) che dal punto di vista analitico ed organolettico presentano caratteristiche molto evidenti e peculiari, che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
Nello specifico le singole tipologie di vino si caratterizzano:
▪ “Aleatico di Gradoli”: buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo e assenza di ruvidezza. Il prodotto presenta un colore rosso granato con tonalità violacee, odore con sentori fruttati tipici della cultivar, finemente aromatico, sapore di frutto fresco, morbido, vellutato, dolce.
▪ “Aleatico di Gradoli” liquoroso: buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il prodotto presenta un colore rosso granato più o meno intenso, talvolta con riflessi violacei, odore con sentori fruttati tipici della cultivar, aromatico, delicato, caratteristico, sapore pieno, dolce, armonico, gradevole.
▪ “Aleatico di Gradoli” liquoroso Riserva: buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il prodotto presenta un colore rosso granato più o meno intenso, tendente talvolta all’arancione con l’invecchiamento, odore aromatico, caratteristico dell’invecchiamento in botte di rovere, sapore pieno, dolce più o meno tannico, armonico, gradevole.
▪ “Aleatico di Gradoli” passito: buona struttura e presenza di buone dotazioni polifenoliche polimerizzate, che conferiscono al vino carattere di pienezza di corpo, assenza di ruvidezza e buona longevità. Il prodotto presenta un colore rosso rubino talvolta con riflessi violacei, odore intenso con sentori fruttati tipici della cultivar, finemente aromatico, sapore di frutta matura, dolce.
Al sapore tutti i vini presentano un’acidità normale, un amaro poco percepibile, poca astringenza e buona struttura, che contribuiscono al loro equilibrio gustativo.
C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
L’orografia collinare dell’areale di produzione, nel distretto vulcanico Vulsino, e l’esposizione a ovest, sud-ovest e sud, concorrono a determinare un ambiente arioso, luminoso e con un suolo naturalmente sgrondante dalle acque reflue, particolarmente vocato per la coltivazione dei vigneti del “Aleatico di Gradoli”. Da tale area sono peraltro esclusi i terreni ubicati a quote troppo basse non adatti ad una viticoltura di qualità.
Anche la tessitura e la struttura chimico-fisica dei terreni interagiscono in maniera determinante con la coltura della vite, contribuendo all’ottenimento delle peculiari caratteristiche fisico chimiche e organolettiche del “Aleatico di Gradoli”.
In particolare, i terreni, riconducibili all’attività intercalderica finale del vulcano Vulsino, sono costituiti in prevalenza da tufi leucititici grigiastri detti di Montefiascone, con alternanza di ceneri, sabbie vulcaniche e lapilli e sono caratterizzati da una permeabilità piuttosto elevata sia per porosità (tufi, lapilli, sabbie) che per fessurazione (lave). Presentano un normale contenuto di elementi nutritivi e sono idonei ad una vitivinicoltura di qualità conferendo ai vini particolare equilibrio e complessità.
Anche il clima dell’areale di produzione, caratterizzato da precipitazioni sufficienti (mediamente 995 mm), con scarse piogge estive (130 mm) e debole aridità nei mesi di luglio e agosto, sporadicamente anche a giugno, da una discreta temperatura media annuale (13,1 °C), unita ad una temperatura relativamente elevata, un’ottima insolazione nei mesi di settembre ed ottobre, ma con una elevata escursione termica tra notte e giorno, consente alle uve di maturare lentamente e completamente, contribuendo in maniera significativa alle particolari caratteristiche organolettiche del vino “Aleatico di Gradoli”.
In particolare, la combinazione tra le caratteristiche del terreno ed i fattori climatici, determina per i vini rossi un’ottimale maturazione fenolica, che unita ad un ottimale rapporto tra zuccheri e acidi permette di ottenere vini caratterizzati da elevata struttura, con un grande equilibrio fra le diverse componenti.
La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra di “Gradoli”, dagli etruschi, passando dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del vino “Aleatico di Gradoli”.
Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere i rinomati vini “Aleatico di Gradoli”, le cui peculiari caratteristiche sono descritte all’articolo 6 del disciplinare.
In particolare la presenza della viticoltura nella zona di “Gradoli” è attestata fin dall’epoca romana, in molte opere dei georgici latini.
Nel medioevo: i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura.
In tempi più recenti, nell’opera Viaggi ai vulcani spenti d’Italia nello Stato Romano verso il Mediterraneo (1814), il Procaccini Ricci, esperto geologo, descrive un viaggio in cui passa nei territori di Bolsena, Latera, Gradoli, ed oltre a descrivere le caratteristiche delle rocce e dei terreni riporta anche l’agricoltura presente. A proposito di vitivinicoltura scrive: “Gradoli…I vigneti qui attorno vi prosperano assai bene, e danno uve eccellenti, capaci di formare vini squisiti. L’Aleatico vi è stato introdotto da qualche industre viticoltore, e vi ha provato a maraviglia, ed io stesso ho bevuto questo vino così buono allo stomaco e soavissimo al palato, che mi è paruto non cedere al tanto celebre ed a ragione encomiatissimo di Toscana, e di Firenze segnatamente”.
Successivamente il Moroni nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (1854), nel parlare di Gradoli riporta “…Il territorio è fertile, fruttifero di eccellenti vini bianchi e rossi, massimo l’aleatico”.
Anche il Nigrisoli nella Rivista dei più importanti prodotti naturali e manifatturieri dello Stato Pontificio (1857), parla dei prodotti naturali esistenti nella Delegazione di Viterbo e scrive: “…La cultura delle viti è giunta ad un alto grado di sviluppo, raccogliendosi dai campi, e dalle vigne vini rossi, e bianchi vigorosi”, ed ancora “mentre tra i vini rossi sono in maggior credito quelli delle Grotte di San Lorenzo, di Gradoli, di Castro”.
Sempre nel 1857, nella Topografia statistica dello stato pontificio il Palmieri scrive per Gradoli “Il ridetto popolo di Gradoli, ove sono molto belle le donne, è occupato con attività parte nella pesca, parte in lavorare botti, tini, cerchi, ed il più negli agrarii lavori del proprio territorio della superficie di tavole 131419, dove sono assai feraci le terre, in specie quelle dette del Piano del Lago di Gradoli, ove raccolgono in copia castagne, legumi, tutta sorta di buone frutta, e vini bianchi e rossi così prelibati, che si fa di essi grande commercio nella Capitale, e in ispecie dell’eccellente Alleatico vino”, per Latera “…vi si raccolgono buoni vini bianchi, e rossi” e per Grotte di Castro “il territorio… assai ben coltivato, feracissimo, e abbonda di squisito vino”.
Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883), si riporta “Dei vini di lusso nella provincia di Roma, non se ne producono in quantità apprezzabile; e soltanto l’Aleatico di Gradoli gode di una qualche reputazione”.
La storia recente è caratterizzata da un’evoluzione positiva della denominazione, dall’impianto di nuovi vigneti, dalla nascita di nuove aziende che, unite alla professionalità degli operatori hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo e la rinomanza del vino “Aleatico di Gradoli”.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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