L’Associazione Produttori del Nizza compie 20 anni
Ricorrenza in grande stile per l’Associazione Produttori del Nizza, giunta quest’anno al suo ventesimo anniversario della sua nascita, ricorrenza festeggiata con una ricca serie di eventi dedicati ovviamente alla denominazione Nizza Docg lungo tutto il 2022.
Il sodalizio, sostenuto oggi da ben 75 produttori, è nato il 19 novembre 2002 per garantire una maggiore promozione in Italia e all’estero della “Barbera d’Asti” prodotta in questo territorio, obiettivo perseguito dai quattro presidenti-produttori che si sono via via succeduti, da Michele Chiarlo a Gianluca Morino a Gianni Bertolino, fino a Stefano Chiarlo, attualmente in carica, coadiuvato dai vicepresidenti Giovanni Bertolino e Daniele Chiappone.
Molteplici sono gli obiettivi raggiunti dall’Associazione in questo ventennio, a cominciare dalla denominazione Nizza Docg, con le prime bottiglie uscite in commercio il 1° luglio 2016 relative alla vendemmia 2014, al culmine di un percorso partito proprio agli inizi degli anni 2000, con la prima importante tappa nella vendemmia 2008, quando la Barbera d’Asti Superiore Nizza poté cominciare a fregiarsi della Docg.
Una “super Barbera d’Asti” fortemente voluta “per dimostrare quello che sappiamo da tempo, ovvero che la Barbera, oltre ad essere un vitigno che dà vita a grandissimi vini per la quotidianità, è capace di dare anche grandi vini da invecchiamento” come aveva sottolineato nella presentazione ufficiale l’allora presidente Gianni Bertolino.
Il disciplinare di questa denominazione, particolarmente rigido e selettivo, annovera tra i paesi produttori non solo l’omonimo paese di Nizza Monferrato bensì altri 17 comuni limitrofi (Agliano Terme, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castel Boglione, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra e Vinchio), con il vitigno che deve essere al 100% Barbera raccolta da vigneti che devono avere un’esposizione sud o sud-est o sud-ovest, con una resa non superiore ai 70 quintali per ettaro.
La durata minima dell’affinamento è di 18 mesi (di cui almeno sei in botti di legno) per il Nizza Docg mentre di ben 30 mesi (di cui 12 in legno) per il Nizza Riserva Docg.
Ad oggi sono circa 600 gli ettari di vigneto del Nizza Docg per una produzione di circa 800.000 bottiglie, entrambi i dati in costante crescita annua, di fronte a un potenziale territoriale di 720 ettari e oltre 4,5 milioni di bottiglie teoriche.
L’Associazione nel frattempo ha raggiunto altri traguardi importanti come, ad esempio, la definizione di un logo unico e distintivo e l’istituzione di una degustazione annuale alla cieca effettuata dagli associati che, grazie al confronto, consente di costruire un giudizio di consapevolezza del livello dei vini, la caratterizzazione delle annate e la direzione migliorativa da intraprendere.
Ancora più importante è stata senza dubbio la creazione nel 2018 della Mappa del territorio del Nizza Docg realizzata in collaborazione con il giornalista Alessandro Masnaghetti, editore di Enogea.
Per realizzare questa Mappa ci sono voluti molti mesi di lavoro, durante i quali Masnaghetti ha battuto il territorio palmo a palmo, interrogando innanzitutto i “vecchi” produttori, dal momento che secondo lui la tradizione locale è l’elemento fondamentale per delimitare i confini di un “cru”, perché sono proprio coloro che hanno vissuto il territorio da generazioni che hanno la memoria storica dei toponimi e delle posizioni delle vigne.
Altro elemento importante per arrivare a definire estensione e morfologia di una zona particolarmente vocata per la coltivazione della Barbera è il paesaggio, perché proprio i cambiamenti di scenario e di vegetazione danno indicazioni importanti sulla tipologia di suolo e di conseguenza segnano dei confini naturali, con un po’ di attenzione chiaramente individuabili a occhio nudo.
Ne è scaturito un lavoro affascinante, che fotografa in maniera precisa il territorio dei 18 comuni in cui si produce il Nizza Docg, iniziando con individuare quattro diverse zone all’interno della denominazione per complessivi oltre 130 potenziali “cru” alla francese ovvero zone particolarmente vocate per caratteristiche morfologiche, esposizione e microclimi alla coltivazione del vitigno Barbera.
Analizzando la cartina si nota ad esempio come la viticoltura sia sviluppata soprattutto nel settore centrale, un’ampia porzione che va da Agliano Terme a ovest fino a Mombaruzzo a est, e nella parte meridionale, caratterizzata da colline più alte e ripide, con quote altimetriche che superano i cinquecento metri in prossimità del monte Dagno, il punto più alto della Docg.
Nella parte nord, che si sviluppa sulla sinistra orografica del torrente Tiglione, e in quella orientale dei paesi di Mombaruzzo, Bruno e Castiglione Belbo, la viticoltura è meno diffusa.
In questa zona il clima più fresco e i terreni sabbiosi e calcarei permettono di creare dei vini più rotondi ed equilibrati fin da giovani, però meno corposi ed austeri rispetto a quelli prodotti a Nizza Monferrato, Agliano Terme o nel versante occidentale di Mombaruzzo.
Il ricco calendario per festeggiare il ventennale dell’Associazione Produttori del Nizza, stilato in collaborazione con il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, tra gli altri annovera quattro eventi principali:
- Il #ForumNizzadocg, che si è svolto ad aprile a Zurigo, con ventisei produttori del Nizza Docg presenti per la prima volta in Svizzera. Il programma prevedeva la degustazione delle annate più rappresentative della denominazione attraverso banchi d’assaggio e un paio di masterclass denominate “Nizza Docg – der Top Barbera” tenuti da Othmar Kiem, caporedattore di Falstaff Italia, di approfondimento rivolte ad un pubblico di professionisti e appassionati.
- Il #ForumNizza a maggio, con una giornata dedicata agli operatori del settore Ho.re.ca, in particolare sommelier ed enotecari, provenienti da Torino e Milano, che si è svolta alla Tenuta La Romana, con diversi momenti di approfondimento, tra cui la masterclass “Il Nizza Docg e le sue caratteristiche” tenuta dall’enologo Claudio Dacasto e da Alessandro Masnaghetti; un “walk around tasting” alla presenza dei produttori dell’Associazione e in chiusura una cena curata da Damiano Nigro, chef stellato di Palas Cerequio di La Morra.
- #Natailprimoluglio a giugno per festeggiare i sei anni dall’uscita in commercio della denominazione Nizza Docg, avvenuta la prima volta nel 2016. Un evento dedicato a tutti i produttori dell’Associazione ed al folto pubblico di appassionati degustatori di questo vino, che in questo tempo è cresciuto non solo in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi, conquistando e incuriosendo sempre più estimatori non solo in Italia, ma anche all’estero.
- Infine il #ForumNizzaVentennale che si svolgerà il 21 novembre a Torino, presso la Centrale Nuvola Lavazza. Ancora una giornata dedicata agli operatori del settore della regione Piemonte, con diversi momenti di approfondimento: un seminario sul territorio e la denominazione Nizza Docg, un banco di assaggio con i produttori dell’Associazione, per concludere con la cena nel ristorante Condividere curata dallo chef stellato Federico Zanasi.
Il “Nizza Wine Experience”, un tour sulle colline del Nizza Docg da percorrere con le e-bike, al quale ho avuto il piacere di partecipare in anteprima in primavera, è davvero utile per verificare e ammirare di persona quanto tracciato e documentato da Magnaghetti nella sua Mappa, questo insieme di terre in apparenza simili ma in realtà molto diverse tra loro.
Organizzato dal Teatro degli Acerbi di Fabio Fassio e Elena Romano, il “Giro del Nizza” è lungo circa 45 chilometri, suddivisi in dieci tappe, in gran parte su strade secondarie asfaltate, che culmina con una cena abbinata a quattro Nizza Docg provenienti da diversi “cru” presso l’Osteria Vineria La Signora in Rosso, rilevata da un paio d’anni proprio da Fassio e Romano, meta immancabile degli appassionati in quanto ospita nella stessa sede l’Enoteca Regionale.
La particolarità di questo tour è che non solo si possono ammirare caratteristiche e paesaggi incantati di questo territorio, bensì dalla stessa voce degli organizzatori, attori teatrali di professione, aneddoti, storia e leggende di questi luoghi.
Tra le altre cose ho appreso ad esempio che il Monferrato è più antico delle vicine Langhe, dal momento che ben 140 milioni di anni fa al posto di queste spettacolari colline sormontate dal Monte Dagno con i suoi 455 metri, esisteva un mare molto profondo, chiamato Tetide. La nascita di questi declivi risale quindi a circa 50 milioni di anni fa in seguito allo schiacciamento della crosta europea da parte di quella africana.
Per scoprire le origini del nome Monferrato occorre invece risalire alla leggenda di Aleramo, in particolare al “mattone ferrato”, che nella lingua piemontese dell’epoca si chiamava “Mun” con cui ferrò il cavallo (“Frrha”) con cui completò il perimetro della sua “Marca”, in seguito alla nomina a Marchese concessa dall’imperatore Ottone I come riconoscenza per aver liberato il nipote ostaggio dei nemici bresciani.
Ottone disse così ad Aleramo che avrebbe ottenuto un territorio tra la Liguria e il Piemonte vasto quanto la distanza che sarebbe stato in grado di coprire a cavallo nell’arco di tre giorni e tre notti.
Nel corso del giro non è fatto insolito scorgere in lontananza delle torri, utilizzate nel corso dei secoli come punti di avvistamento a guardia delle vallate contro i saraceni e i contrabbandieri, così per individuare i viandanti e fargli pagare le tasse, come ad esempio quella di Rocchetta Palafea o di Calamandrana, sull’allora confine che divideva il Monferrato con l’Astesana.
A Nizza, in passato “città di confine e di battaglie”, l’enoturismo non è affatto cosa recente, se si pensa che già negli anni ‘50 ogni domenica una dozzina di pullman approdavano in questa cittadina per mangiare presso il blasonato Ristorante Italo e fare scorta di vino: dati alla mano, ogni domenica venivano vendute già allora oltre 2.000 bottiglie a settimana, forti del motto che “Tutto il Nizza è Barbera, ma non tutta la Barbera è Nizza!”.
Un tour veramente ben congegnato, un insieme di nozioni storiche e aneddoti divertenti che contribuirà senz’altro a diffondere la conoscenza di questo vino-territorio in tutto il mondo (informazioni dettagliate sul sito www.landscapestorymovers.it.
Rivolti ancora principalmente agli enoturisti infine le manifestazioni promosse dall’Associazione Produttori del Nizza, in collaborazione con l’Enoteca Regionale di Nizza Monferrato, la Città di Nizza Monferrato e la condotta Slow Food del territorio, “Il Giro del Nizza” ad aprile, “Nizza è Barbera” a maggio ed il conclusivo “Nizza è” in programma dal 22 al 24 ottobre all’interno di Palazzo Crova e del Palazzo del Gusto con banchi d’assaggio e masterclass, per completare un anno alla scoperta del Nizza Docg.
“Il programma di eventi che abbiamo creato per celebrare l’anniversario dell’Associazione è il più ricco di sempre” – affermava il presidente Stefano Chiarlo – “Siamo felici che finalmente si sono potuti svolgere in presenza così da attivare un dialogo e un confronto attivo e proattivo con i partecipanti. In tutti gli eventi, infatti, la nostra missione è stata quella di coinvolgere operatori professionisti, giornalisti italiani e internazionali, chef di eccellenza per farli innamorare del Nizza Docg.”.
“Il principale obiettivo sul mercato italiano, per i prossimi anni, è l’implementazione del presidio del Nizza Docg nelle aree strategiche del Piemonte e della Lombardia e in parallelo sulle zone di origine. Per quanto riguarda l’estero si punterà a rafforzare la presenza in Svizzera e nei Paesi Nord Europei che in questi anni hanno dimostrato un forte interesse nella denominazione sia da parte del grande pubblico e wine lovers sia da parte di imprenditori che iniziano ad investire sul territorio. Come obiettivo a breve termine puntiamo pertanto a raggiungere il milione di bottiglie, grazie all’aumento del numero di nuove etichette di Nizza e Nizza Riserva che i produttori inseriranno nel loro listino.
Luciano Pavesio