Quando non si può fare vere vacanze, non c’è di meglio che una buona bottiglia arrivata da luoghi incantevoli per sognarle. Nella bottiglia, infatti, non c’è solo il vino, ma soprattutto il sogno. E così eccomi virtualmente, stavolta, a Creta, un’isola stupenda per il mare in un’atmosfera davvero unica, ma che ha anche un paesaggio vinicolo e una storia enologica veramente interessanti che risalgono all’epoca minoica di almeno 4.000 anni fa.
Dopo la strage di vigne causata dalla fillossera, il reimpianto è stato effettuato con dei vitigni francesi, ma molti di quelli autoctoni sono stati recuperati negli attuali 7.000 ettari vitati, come i rossi kotsifali, liatiko, mandilari, romeiko e i bianchi dafni, plyto, thrapsathiri e vilana che mostrano una meravigliosa ricchezza di diversità stilistica. Negli ultimi anni ci sono stati notevoli cambiamenti. Le statistiche evidenziano che Creta produce da sola oltre 22 milioni di bottiglie l’anno in media, cioè intorno al 15% di tutta la produzione vinicola dell’intera Grecia, che la sua viticoltura è presente in diverse parti dell’isola, ma si trova per l’80% concentrata al centro dell’isola, a sud di Heraklion, e che oltre il 60% della produzione vinicola si basa comunque su vitigni autoctoni.
Le cantine sono di solito aziende agricole a conduzione familiare di piccole dimensioni (la media è 1,5 ettari di superficie vitata), spesso dedite alla viticoltura biologica e in gran parte sparse su pendii poco accessibili che vengono coltivati e lavorati manualmente per l’impossibilità di usare i trattori. L’associazione Wines of Crete, che comprende 32 cantine e 4 cooperative, svolge un ruolo fondamentale per la promozione del vino. Nella regione vitivinicola a denominazione di origine controllata di Peza (15 villaggi per un totale di 800 ettari di vigneti che si trovano fra i 300 e gli 800 metri di altitudine) si produce il 70% dei vini dell’isola, che qui sono molto freschi e di buona acidità per la benedetta protezione dai venti caldi africani garantita dalle montagne, con la cima più alta a 2.456 metri sul livello del mare. È proprio in quest’area a indicazione geografica protetta che si trova la piccola azienda di Ioannis Stilianou, in cui ha iniziato la sua attività nel 1922, quando la famiglia è arrivata qui insieme con un’ondata di popolazione greca immigrata nell’isola dopo la guerra tra Grecia e Turchia, portando con sé anche le tecniche di maturazione delle uve proprie dell’Asia Minore. Per esempio, l’uso delle ”tsisveres” di legno che vengono posate sul terreno durante il giorno per essiccare al sole i grappoli raccolti e vengono poi impilate per passare la notte, in modo da consentire all’aria di fluire e prevenire il ristagno di umidità, un metodo che si usa per uno dei suoi vini, il dolce Kotsifali.
Ioannis Stilianou
Inizialmente Ioannis Stilianou aveva deciso di non dedicarsi a questa campagna perché troppo isolata dal mondo e aveva voluto studiare per laurearsi in ingegneria. Da professionista, però, ha esercitato per poco, finché non si è accorto che il suo cuore apparteneva comunque ai vigneti in cui era cresciuto e che aveva amato fin da bambino e da adolescente, perciò da ingegnere, per toglierli dall’isolamento, aveva… aguzzato l’ingegno! Situata a un’altitudine compresa tra i 350 e i 420 metri sul livello del mare e nascosta dietro il villaggio di Kounavi, la cantina Stilianou sarebbe altrimenti impossibile da trovare se non fosse per i cartelli che ha messo personalmente per una quindicina di chilometri lungo la strada che arriva fin qui da Heraklion e dalla costa sul mare in cui si concentrano i turisti. Ioannis Stilianou e suo figlio Giorgos conducono adesso un gioiellino di 7 ettari, di cui 4 a vigneto per circa 20.000 bottiglie numerate in media ogni anno e altri 3 a uliveto. Le vigne sono coltivate soltanto con vitigni autoctoni cretesi e allevate secondo i dettami dell’agricoltura biologica certificata. Non si fanno irrorazioni e dicono che l’ultima irrigazione di soccorso sia stata fatta a cavallo del millennio. Le uve maturano grazie al caldo estremo del sole cretese e alle carezze rinfrescanti delle brezze serali che soffiano da nord-ovest tra il mare e la montagna. D’estate c’è una grande escursione termica giornaliera ed è così che i vini artigianali di Stilianou guadagnano quella straordinaria concentrazione e quell’intensa aromaticità che li caratterizzano.
Stilianou è sicuramente uno dei produttori cretesi più impegnati nella ricerca e nello sviluppo di qualità che sta attualmente imperversando in Grecia ed è un vero perfezionista che cura tutto nei minimi particolari nelle sue vigne, tutte di proprietà e piantate tra il 1982 e il 2011 con vitigni kotsifali, mandilari, vidiano, vilana e thrapsathiri. Theon Gi (terra di Dio) è frutto di un uvaggio tra i due rossi per eccellenza di Creta, kotsifali e mandilari che sono coltivati insieme con rapporto di 70 a 30. Anche i grappoli vengono raccolti insieme e ciò significa che non c’è alcun assemblaggio dei rispettivi vini, poiché le uve vengono sofficemente pressate insieme. Una pratica, questa, che qui viene tradizionalmente chiamata ”meígma pedíou” (miscela di campo) e che, sebbene una volta molto diffusa, ora viene utilizzata più raramente. Il nonno di Ioannis ha sempre fatto così e non ha mai spiegato perché. Considerando i risultati, però, il nonno sapeva bene cosa stava facendo ed era stato saggio nel selezionare due vitigni che maturano benissimo nello stesso periodo su questi suoli calcarei di sfaldamento e sbriciolamento roccioso a 400 metri di altitudine media con una pendenza dal 3 al 15%. La densità d’impianto è di 3.400 piante per ettaro che danno una resa da 2 a 3 kg per pianta. L’annata 2010 ha goduto di un inverno mite (anche quaggiù può nevicare…), di un’estate ventilata e di un autunno umido, senza irrigazione né irrorazioni. La raccolta e la selezione sono state fatte manualmente. Dopo la diraspatura e la pressatura soffice, la macerazione è avvenuta in vasche di acciaio inossidabile a contatto con le bucce per 2 o 3 settimane e la fermentazione si è innescata spontaneamente grazie ai lieviti indigeni. Completata anche la malolattica, il vino è maturato alcuni mesi sui suoi lieviti in acciaio inossidabile con agitazioni periodiche per 24 mesi in rovere francese nuovo e usato delle tonnellerie Radoux, altri 24 mesi in acciaio inossidabile e poi, senza chiarifica né filtrazione, si è affinato per altri 12 mesi in 2.000 bottiglie prima della commercializzazione.
Tenore alcolico: 13%. Acidità totale: 5,60 g/l. Residuo zuccherino naturale: 1 g/l. Solfiti totali: 60 mg/l. Vecchia scuola, direi, senza forzature. Il colore è rosso intenso ma trasparente, con riflessi bruni. All’attacco sprigiona un profumo di uva matura, grazie alla vendemmia tardiva delle uve che ne ha concentrato gli aromi, ma con un piacevole fruttato e una sfumatura di macchia mediterranea. Il bouquet è ricco di aromi di piccoli frutti scuri e maturi. Dal kotsifali eredita una buona struttura non troppo pesante e un fruttato succoso e speziato, mentre dal mandilari deriva il colore intenso, la struttura solida e i tannini potenti, sì, ma di consistenza vellutata. È corposo, ma non opprimente, in bocca è austero, strutturato, dai sapori fini complessi e integrati molto bene, con una piacevole acidità. Il finale è lungo fra note delicate di frutta secca e spezie. Consiglierei di servirlo in calici ampi a temperature da 17 a 19 °C con… (non sparate sul pianista!), sì, con l’orata alla griglia, quindi anche con le salsicce fresche allo spiedo, gli spiedini di carni bianche arrostite, le lasagne (a Creta il moussaka). Per i formaggi ci vorrebbe almeno un’altra bottiglia, datemi retta, specialmente di sera…
Mario Crosta
Stilianou Winery 70100 Kounavi, Heraklion, Creta, GRECIA coord. GPS: lat.35.238255 N, long. 25.188832 E tel. +39.6936.430368 profilo in Facebook e-mail info@stilianouwines.gr
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del settore gomma-plastica in Italia e in alcuni cantieri di costruzione d’impianti nel settore energetico in Polonia, dove ha promosso la cultura del vino attraverso alcune riviste specialistiche polacche come Rynki Alkoholowe e alcuni portali specializzati come collegiumvini.pl, vinisfera.pl, winnica.golesz.pl, podkarpackiewinnice.pl e altri. Ha collaborato ad alcune riviste web enogastronomiche come enotime.it, winereport.com, acquabuona.it, nonché per alcuni blog. Un fico d'India dal caratteraccio spinoso e dal cuore dolce, ma enostrippato come pochi.
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
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Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
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