Il Romagna Sangiovese Superiore e Riserva 2012 e 2013: degustazioni e riflessioni su una regione in crescita
La nascita di un evento specifico sui vini romagnoli con focus prioritario sul sangiovese, Vini ad Arte, indirizzato sia ai giornalisti e professionisti di settore che ad un pubblico di appassionati, ha rappresentato un’ottima vetrina per comprendere un territorio dalle molteplici sfaccettature. Il lavoro di zonazione durato quasi un decennio ha permesso di identificare 12 “menzioni geografiche”, delle quali ho fornito ampia descrizione in un mio precedente →articolo, ciascuna di esse si distingue per la diversa composizione dei suoli, per l’esposizione, per le differenti altitudini e per altri aspetti. Come scrissi allora, i miei dubbi su questo lavoro sono emersi durante la degustazione, che ha messo in evidenza quanto la mano dell’uomo, soprattutto in cantina, possa incidere sul risultato finale, celando in parte quegli aspetti evidenziati dalla zonazione.
C’è da dire però che quella “mano” sembra stia progressivamente alleggerendosi, liberandosi di alcuni fardelli legati un po’ alle mode passate e ai gusti del decennio precedente. Certo il mutamento climatico non aiuta, soprattutto per quei vini che hanno i vigneti in bassa quota, quasi a livello del mare, magari in zone più assolate e con minore escursione termica, ma il viticoltore (e l’enologo) imparano sul campo e fanno tesoro delle esperienze acquisite, ecco allora che i vini cominciano ad essere più espressivi, meno legnosi, meno potenti e appaiono in più occasioni eleganza e finezza, a dimostrazione che la Romagna ha molto da dare, basta saperla comprendere e liberarsi dai condizionamenti di mode, guide, gusti esteri e via discorrendo.
Quest’anno non ho potuto partecipare a Vini ad Arte, ma per fortuna ho avuto comunque l’opportunità di degustare un gruppo di vini decisamente rappresentativi. Voglio ringraziare per questo Giulia Breveglieri dell’agenzia →Well Com che si è offerta di fare da tramite con Filiberto Mazzanti, Direttore del →Consorzio Vini di Romagna, che si è impegnato a raggruppare questi vini e farli pervenire nella sede di LaVINIum.
Tra le degustazioni ci sono anche alcune eccezioni di altre annate e tre bianchi interessanti che valeva la pena menzionare.
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1) PODERI MORINI – Faenza (FC)
Alessandro Morini e sua moglie Daniela dispongono di 26 ettari vitati lungo i pendii che circondano la Torre di Oriolo, siamo nella sottozona Oriolo, una delle 12 che compongono l’area del Romagna Sangiovese, collocata in posizione diagonale fra Faenza e Forlì e delimitata a nord-est dalla Via Emilia, ad ovest dalla SP73, a sud-est dalla SP27, per poi incunearsi nell’entroterra tra i territori comunali di Brisighella e Castrocaro Terme e Terra del Sole.
Qui la viticoltura si sviluppa dalle zone pianeggianti per poi concentrarsi nella bassa e media collina, fino ai 200 metri di altitudine. L’azienda della famiglia Morini è uno dei punti di riferimento per l’impegno nel ridurre al massimo l’impatto ambientale, sia in vigna che in cantina, quest’ultima dotata dal 2011 di un impianto fotovoltaico che le garantisce l’autonomia energetica con drastica riduzione dell’emissione di CO2.
Sull’altro versante Alessandro porta avanti un progetto di valorizzazione dei vitigni autoctoni, quali albana, centesimino e longanesi.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore MorAle 2015 – Gradazione 12,5%
I vini aziendali si fregiano di etichette d’autore, come questa dell’artista modenese Giuliano Della Casa; il MorAle 2015 proviene da una vigna nel Podere Cà Donati, situata a 170 metri slm, su terreno argilloso a medio impasto, la vinificazione e la maturazione si svolgono esclusivamente in acciaio.
Ha colore rubino violaceo profondo, spiccano già al primo impatto note di viole e prugne, ciliegie nere, marasche, sfumature vegetali.
Gradevole al palato, permeato da una vinosità coinvolgente che trova nel frutto un’eccellente espressione, con il contributo di intarsi speziati di liquirizia.
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♦ Romagna Sangiovese Oriolo Riserva Nonno Rico 2012 – Gradazione 14,5%
La bella etichetta è dell’artista romano Pablo Echaurren, figlio del pittore surrealista Roberto Matta, l’annata 2012 andrà in commercio a inizio 2017, sangiovese vinificato in acciaio, maturato per un anno in tonneau e affinato in bottiglia altri 12 mesi.
Ha colore rubino intenso e di buona profondità, al naso il legno è già abbastanza integrato e manifesta la sua presenza in una leggera nota tostata di caffè, interessante notare la caratteristica sfumatura vegetale (presente anche nel MorAle, ma qui più matura), quasi tra peperone e cenere, tabacco, non manca il frutto maturo e qualche accenno vanigliato.
Tannino importante, come si addice ad una riserva, dal carattere deciso ma dai contorni sufficientemente smussati per accogliere frutta e spezie, ben sostenute dall’acidità. Vino con una lunga prospettiva di crescita.
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♦ Romagna Sangiovese Oriolo Riserva Nonno Rico 2011 – Gradazione 14,5%
L’anno in più di affinamento è evidente in una composizione più lineare e completa, qui tutto sembra in perfetto equilibrio già al naso, dove la componente vegetale non è più così marcata ma ben integrata con il frutto e la speziatura fine.
Bocca generosa, calda e al contempo fresca, dinamica, con un tannino ben calibrato e una trama che riesce ad esprimere una certa eleganza, pregio non molto frequente in questa denominazione, soprattutto nelle annate calde, e testimonianza della qualità di questo vino.
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2) TENUTA DE’ STEFENELLI – Forlì (FC)
Sergio, Luisa Clara e i loro tre figli portano avanti quest’azienda agricola che si estende in un corpo unico per 32 ettari. La zona è del tutto particolare, si trova quasi a metà strada fra Forlì e Cesena, un territorio che si contraddistingue per la sua posizione fra i rilievi preappenninici e la pianura che arriva fino all’Adriatico, il cuore è Bertinoro, che non a caso è soprannominato “Balcone di Romagna”.
L’altitudine è moderata, trai i 150 e i 200 metri slm, su terreni argillosi con presenza di arenarie, dieci ettari vitati con le uve a bacca bianca (chardonnay, pinot bianco, riesling renano) e rossa (sangiovese grosso e prugnolo gentile, cabernet franc e merlot).
Con il fondamentale supporto dell’agronomo Remigio Bordini, si è lavorato puntando alla prevenzione come filosofia di controllo fito-sanitario, utilizzando principalmente prodotti naturali e fertilizzanti biologici.
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♦ Opera 5 Bianco 2015 – Gradazione 13% – vitigni: chardonnay 55%, pinot bianco e bombino bianco 45%
Subisce una lenta fermentazione in acciaio, a temperatura controllata tra i 16 e i 18 °C, che si completa con un lungo affinamento sui lieviti e quindi in bottiglia.
Nel calice ha colore giallo paglierino medio con sfumature verdoline, naso dapprima floreale di giglio giapponese e biancospino, poi susina, pesca, ribes bianco, agrumi maturi, leggero miele.
Al palato ha freschezza, bel frutto succoso che avvolge i sensi, buona dinamica e base sapida con qualche riverbero di nocciola.
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♦ Concerto Blanc de Blancs 2015 – Gradazione 13% – vitigni: riesling renano 50%, bombino bianco 35%, chardonnay 15%
La fermentazione inizia in acciaio a temperatura controllata di 16 °C, la parte con il bombino bianco viene fermentata in barriques francesi; segue un lungo affinamento sui lieviti e successivamente in bottiglia.
Ha colore giallo paglierino lucente, il bouquet mette in mostra note di ginestra, pesca e ananas maturi, riflessi boisé e di idrocarburi.
Al palato c’è ottima freschezza e un legno che ancora deve integrarsi completamente, le note dolci e vanigliate affiorano ancora con una discreta evidenza, i toni virano verso la frutta esotica, si sente che il vino è ancora giovanissimo e si assesterà senza difficoltà, regalando una miscellanea di sensazioni eleganti e fini, basterà aspettare almeno un altro anno.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Armonia 2012 – Gradazione 14%
da uve sangiovese grosso, vinificate in acciaio a temperatura controllata con macerazione per tre settimane a contatto con le bucce; la maturazione si svolge in barriques francesi per un lungo periodo.
Ha colore rubino con unghia granata, non particolarmente concentrato, l’impatto al naso richiama profumi di fiori macerati, cannella, frutti di bosco su sottofondo balsamico.
Al gusto è ancora in via di assestamento, con un tannino che sembra sommarsi a quello gallico producendo una certa rusticità, senza però incidere troppo sull’astringenza, mentre il frutto maturo e le spezie ammorbidiscono le sensazioni su una base piacevolmente fresca, da attendere ancora per poterlo apprezzare completamente, chiude con note di liquirizia e cacao.
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3) BISSONI – Bertinoro (FC)
Dal 1988 Raffaella Alessandra Bissoni gestisce la sua azienda in località Casticciano nel comune di Bertinoro, puntando sin dall’inizio alle due varietà simbolo di questa regione, il sangiovese e l’albana.
La proprietà, podere Collecchio, si estende su un piccolo promontorio per 12 ettari di cui 5 vitati e parte destinati a uliveto e bosco; in vigna non si usano disseccanti, diserbanti e insetticidi, per preservare l’equilibrio ambientale.
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♦ Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva 2012 – Gradazione 14,5%
La Riserva gode di un periodo di maturazione in barrique di circa 15 mesi, a cui segue un affinamento di 8 mesi in bottiglia.
Presenta un colore rubino granato di buona profondità e una tavolozza di profumi ben giocata fra frutto, spezie e toni dolci del legno, sotto si sentono la rosa, la ciliegia e la prugna mature, si accompagnano a toni di cacao, tabacco, riflessi mentolati e boisé.
Al palato mostra una buona stoffa, con un tannino fine e una notevole persistenza, ma l’impressione generale è di un legno un po’ troppo marcato che, al momento, rende le sensazioni incerte e poco equilibrate, al punto da coprire in parte l’espressività del sangiovese; forse il tempo gli darà ragione, ma la mia impressione è che sarebbe bene utilizzare legni meno nuovi o, comunque, di diverso grado di tostatura; meglio sentire un tannino eventualmente più difficile ma con una materia più indipendente e comunicativa, scevra da dolcezze e toni boisé.
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4) CALONGA – Forlì (FC)
Tradizione secolare quella della famiglia Baravelli, agricoltori e allevatori ma anche produttori di vino da sei generazioni. Nel 1977 Maurizio fonda l’azienda attuale, Calonga, espressamente dedicata alla vitivinicoltura, oggi con i figli Lorenzo, Matteo e Francesco produce vino da uve sangiovese, albana, bombino bianco (qui conosciuto come “pagadebit”), a fianco lavora per la salvaguardia dei cloni più antichi presenti nei vigneti con oltre mezzo secolo di età.
Dieci ettari di proprietà collocati su un terreno del tutto particolare fatto principalmente di sabbie molasse, ideale per la produzione dei vini, ma le peculiarità di quest’azienda non finiscono qui, infatti è sita su un territorio che porta ancora le tracce della seconda guerra mondiale, per la presenza di rifugi scavati nella sabbia, dove trovarono riparo centinaia di persone di Forlì e delle zone circostanti per sfuggire ai bombardamenti.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Riserva Michelangiòlo 2013 – Gradazione 14,5%
Un anno in carati di rovere francese da 225 litri e un anno di affinamento in bottiglia per questa riserva dal colore rubino intenso e quasi impenetrabile.
L’approccio olfattivo è coinvolgente grazie ad un frutto che ha i tratti più freschi che maturi, fra ciliegia e amarena si intrufolano sfumature di mandorla e tabacco, effluvi balsamici.
Pregnante in bocca, con un tannino vivo ma non debordante, ottima acidità e un legno che si sta integrando molto bene.
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5) BRANCHINI – Toscanella di Dozza (BO)
Situata al confine tra Emilia e Romagna, l’azienda della famiglia Branchini, nata nel 1858, dispone di 75 ettari a vigneto e seminativo; gli appezzamenti vitati sono collocati sulla collina di Dozza, in Valsellustra, i vitigni coltivati sono sangiovese, albana, pignoletto, chardonnay, sauvignon, merlot e cabernet sauvignon, su terreni costituiti da un amalgama di sabbia, argilla e limo con le inevitabili varianti man mano che si sale sulla collina in direzione dei calanchi.
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♦ Romagna Sangiovese Riserva Cardinala 2011 – Gradazione 14%
Subisce una macerazione di 15 giorni, matura 15 mesi in barrique di rovere francese e affina molti mesi in bottiglia.
Ha colore rubino con unghia granata, sentori di ciliegia matura, mirtillo, liquirizia, cacao amaro, erbe officinali.
Bocca intensa, precisa, di grande pulizia, con un tannino ben delineato e buon assorbimento del legno, non manca la vena acida come ulteriore garanzia di ottime prospettive di longevità.
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6) CA’ DI SOPRA – Località Marzeno – Brisighella (RA)
Siamo in una delle zone di viticoltura più interessanti, Camillo e Giacomo Montanari gestiscono le vigne e i frutteti di albicocco dal 1967, per quanto riguarda il vigneto dispongono di 29 ettari vitati raggruppati in due corpi distanti tra loro alcuni chilometri: Ca’ di Sopra e Ca’ del Rosso, vigneti che dal 2000 hanno subito un progressivo rinnovamento, sostituendo le piante vecchie e improduttive con impianti ad alta densità (5000 ceppi/Ha), selezionando i cloni migliori e incentrando il lavoro su sangiovese, albana, trebbiano romagnolo, chardonnay, merlot e cabernet sauvignon.
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♦ Romagna Sangiovese Marzeno Cadisopra 2013 – Gradazione 14%
Se le Riserve hanno dalla loro un maggiore complessità, dall’altra perdono quello scatto e quella piacevolezza che, invece, è molto spesso appannaggio di Sangiovese come questo, dal colore rubino luminoso con ancora qualche riverbero violaceo e profumi molto fini e freschi, la frutta si fonde al sottobosco, ad una speziatura delicata e a cenni di fiori secchi e grafite.
La marcia in avanti emerge subito al primo sorso, la sensazione di croccantezza del frutto è esaltata da una spiccata freschezza e da un tannino appena rustico ma di perfetta misura per questa struttura, si aggiunge una chiara percezione sapida a completare il quadro; la piacevolezza è assicurata e non lascia dubbi sul fatto che la bottiglia, nonostante i suoi 14 gradi alcolici, sia destinata a finire velocemente a tavola.
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♦ Romagna Sangiovese Marzeno Riserva Cadisopra 2012 – Gradazione 15%
Questa Riserva vanta una lunga macerazione a contatto con le bucce di una quarantina di giorni, la maturazione si svolge in barrique non di primo passaggio per un anno; il vino non subisce filtrazioni.
Nel calice esprime un bel rubino luminoso ma senza strafare nella concentrazione; notevole l’impatto al naso, profumi intensi di ciliegia, visciola e prugna mature, si alternano ad una speziatura dolce e raffinata, a fianco a note di humus, radici, liquirizia ed effluvi balsamici.
In bocca ha carattere, profondità, una trama tannica precisa, spessa e in buona amalgama con la materia generosa, al retrolfatto emergono note di cioccolato fondente e liquirizia, finale lungo e complesso. Vino con grandi prospettive evolutive, che nasconde piuttosto bene i suoi 15 gradi di alcol.
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7) CASADIO – Brisighella (RA)
Ho indicato Brisighella come sede aziendale semplicemente perché il vino di cui vi parlerò proviene da lì. L’azienda infatti è divisa in due corpi separati: Vigne dei Ramò a Cotignola, che è la sede originaria, e Vigne dei Gessi a Brisighella. Nella prima si coltivano i vitigni storici come il trebbiano romagnolo e l’uva longanesi (da cui viene prodotto il Bursòn); Vigne dei Gessi si trova in collina a 450 metri di altitudine all’interno del Parco Naturale della Vena del Gesso Romagnola, dove regnano il sangiovese e l’albana.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Vigne dei Gessi Riserva Pagliaccina 2012 – Gradazione 13,5%
Seconda edizione di questa riserva che rappresenta il vino di punta aziendale, prodotto solo nelle annate migliori; subisce un appassimento parziale delle uve e matura in barrique per 24 mesi a cui seguono 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Ha colore rubino vivo, bouquet improntato su toni di ciliegia, amarena, prugna, cacao, leggera china, toni boisé.
Al gusto ha ottima materia, con un bel tannino affilato ma “placato” dall’abbondante supporto di frutta e spezie, il legno deve ancora ben integrarsi, ma si tratta di una riserva in piena gioventù, con tutte le caratteristiche per equilibrarsi in tempi piuttosto brevi.
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8) ENIO OTTAVIANI – Frazione Sant’Andrea in Casale – San Clemente (RN)
Una squadra di quattro persone, composta dai fratelli Davide (enologo) e Massimo (responsabile commerciale), da Milena (amministrazione e rapporti con i clienti) e Marco (logistica), gestisce l’azienda fondata una sessantina di anni fa da nonno Enio Ottaviani sulle colline che guardano al mare Adriatico. Qui si lavorano 12 ettari vitati situati a San Clemente e allevati a capovolto doppio su terreno franco-argilloso. Il sangiovese ha il ruolo principale, occupando l’85% della superficie, poi chardonnay, trebbiano romagnolo, pagadebit, sauvignon, riesling, cabernet sauvignon e merlot.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Riserva Sole Rosso 2013 – Gradazione 14%
Effettua una lunga macerazione in vasche di cemento vetrificato, dopo la fermentazione matura in barrique per il 70% nuove per circa 18 mesi.
Ne emerge un vino dal colore rubino con unghia appena granata e una trasparenza decisamente superiore ai precedenti; Al naso parte con rintocchi floreali di viola, poi ciliegia, amarena, mirtillo, cannella, ginepro, polvere di cacao, spezie fini e toni salmastri.
Al palato è asciutto, sapido, con una vibrante acidità, ottima struttura, totalmente priva di pesantezze, legno ben integrato nonostante l’estrema giovinezza del vino; promette una lunga evoluzione e sfiora la quinta chiocciola.
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9) FATTORIA ZERBINA – Frazione Marzeno – Brisighella (RA)
Cristina Geminiani è riuscita, da quando nel 1987 ha preso le redini dell’azienda di nonno Vincenzo, a rendere quest’azienda una delle più rappresentative di tutto il comprensorio romagnolo, certamente per le sue grandi qualità agronomiche ed enologiche, ma basta conoscere i suoi vini per rendersi conto di cosa voglia dire “tocco femminile”.
Sia chiaro, l’eleganza e la finezza dei suoi vini sono figlie dello straordinario terroir che costeggia la valle del Marzeno, ma la scelta di coltivare le vigne ad alberello a palo singolo, ad elevata densità d’impianto, fu assolutamente un fatto pionieristico nella regione e non solo, così come lavorare per ottenere la muffa nobile in pianta per l’albana e di effettuare la vendemmia a scalare, la caparbia e ben riposta convinzione che l’ancellotta – tipico vitigno romagnolo da molti abbandonato – abbia una propria dignità e caratteristiche del tutto particolari, sono altri elementi che testimoniano il suo acume, soprattutto alla luce dei risultati ottenuti.
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♦ Romagna Albana Secco Bianco di Ceparano 2015 – Gradazione 12%
Nasce da una vigna singola nata da un preciso progetto, qui dimora una selezione dei cloni migliori e più caratteristici di albana; la raccolta è leggermente precoce, per preservare tutte le caratteristiche aromatiche e di acidità del vitigno.
Dopo la fermentazione prosegue il suo cammino maturando sur lie in vasca di cemento, per poi affinare qualche mese in bottiglia.
Versato nel calice rivela un colore giallo paglierino luminoso e un ventaglio di profumi che si apre a fiori d’acacia, mandorla, sbuffi di fieno, lime, mela verde e pennellate di menta.
Ottimo l’impatto al palato, con una spiccata freschezza e un bel ritorno agrumato di cedro e lime, con sfaccettature di mandorla, un velo sapido accompagna un finale gustoso e persistente.
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♦ Romagna Sangiovese Marzeno Riserva Pietramora 2013 – Gradazione 14,5% – vitigni: sangiovese 98%, ancellotta 2%
Subisce una macerazione di circa tre settimane e matura 12 mesi in carati da 300 litri nuovi per l’80%. Colore rubino profondo con unghia appena granata, naso che colpisce subito per la grande qualità espressiva, interessante il gioco di note iodate, liquirizia, sottobosco su una base fruttata matura di prugna, ciliegia nera e mirtillo, ma siamo solo all’inizio di un percorso che avrà da offrire sempre di più, a partire dalle ora accennate note di tabacco, grafite, cacao e menta.
Al palato ha concentrazione e presa tannica ma senza debordare, l’eleganza resta il filo conduttore di un vino di grande impatto e profondità e tutto in crescita.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Riserva Torre di Ceparano 2012 – Gradazione 14,5% – vitigni: sangiovese 85%, syrah, merlot, cabernet sauvignon, ancellotta 15%
Come spesso accade quando la qualità del lavoro è elevata, anche un vino come questo che, sulla carta, nasce come seconda scelta semplicemente perché nel corso dell’affinamento non risulta di essere all’altezza di poter diventare Pietramora o Marzieno, dimostra di avere molto da raccontare e stoffa da vendere.
Nel calice ha colore rubino di buona profondità, l’impatto olfattivo propone note di prugna, ciliegia, eucalipto, terra umida, liquirizia e rimandi balsamici.
Al gusto mette in luce un corpo deciso e a tratti austero, più compatto e meno complesso del Pietramora, scuro nei toni di cacao e liquirizia dolce, ma comunque coinvolgente e di ottima persistenza.
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10) FERRUCCI – Castelbolognese (Ra)
Quella dei Ferrucci è una delle prime aziende romagnole che ho conosciuto, quasi vent’anni fa, da allora c’è stata un’evoluzione costante, grazie anche agli studi che sono stati fatti nei vigneti attraverso un monitoraggio costante per comprendere le singole reazioni dovute ai mutamenti climatici, sperimentazione obbligata, visto che le stagioni sembrano ormai aver subito una radicale trasformazione.
Questo lavoro ha permesso alla famiglia, che dal 1932 conduce questa importante azienda del Ravennate, di mantenere sempre alto il livello qualitativo dei propri vini, da uve sangiovese, albana, trebbiano, bianco faentino, malvasia, chardonnay.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Riserva Domus Caia 2013 – Gradazione 14%
Lunga macerazione in vasche di cemento vetrificato, maturazione in tonneau per 12 mesi e affinamento in bottiglia per altri 12 mesi.
Ha colore rubino intenso con venature violacee, affiorano note di ciliegia e prugna in confettura, anche un po’ di ribes, poi qualche cenno vegetale maturo, liquirizia, ginepro, humus, vaniglia e una spiccata balsamicità da legno.
Al palato si rivela morbido nonostante la giovane età, il tonneau è ancora ben presente e per ora limita un po’ l’espressività del vino, ma la qualità è evidente anche nella trama tannica, importante eppure vellutata.
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11) GALLEGATI – Faenza (Ra)
Due fratelli, Antonio e Cesare, laureati in scienze agrarie e accomunati dalla passione per la vite, gestiscono 20 ettari divisi in due corpi distinti e di uguali dimensioni, uno dedicato a vigneto sulle colline di Brisighella, l’altro a frutteto sulla pianura faentina.
I vigneti sono piantati sui terreni scoscesi dei Monti Coralli nel podere di Monte di Sotto, caratterizzati da suoli argilloso-limoso-calcarei, e allevati a cordone speronato con densità d’impianto che varia dai 2000 ai 4000 ceppi/ha.
L’azienda aderisce alle direttive europee sul settore agricolo che mettono al primo posto il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita. Le uve coltivate sono albana, pignoletto, chardonnay, sangiovese, merlot, cabernet sauvignon.
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♦ Romagna Sangiovese Brisighella Riserva Corallo Nero 2012 – Gradazione 14,5%
Fermenta per una ventina di giorni a contatto con le bucce, la malolattica si svolge in vasche d’acciaio inox, la maturazione in barriques e tonneaux francesi per circa 14 mesi.
Ha colore rubino di buona intensità, luminoso grazie ad una concentrazione contenuta che permette il passaggio della luce; molto interessante il ventaglio di profumi che parte con note di viola, poi ciliegia, prugna e amarena in confettura, cacao, alloro, sottobosco, radice di liquirizia.
Bocca importante, di spessore, con un tannino sostanzioso ma smussato a dovere, un’ottima vena acida e un legno quasi del tutto integrato con frutta e spezie che accompagnano un finale intenso e persistente, succoso. Uno dei migliori.
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12) PODERI DAL NESPOLI – Nespoli (FC)
Azienda storica con quasi 90 anni di attività, iniziata nel 1929 da Attilio Ravaioli che piantò i primi filari di vite nel podere “Il Prugneto” nella valle del Bidente. Oggi è Celita Ravaioli, quarta generazione, a portare avanti i 110 ettari di proprietà, l’azienda è stata impostata in modo da ottenere un sempre minore impatto ambientale, l’energia è attinta dai pannelli solari, sono stati adottati impianti di recupero termico e delle acque e si è ridotto l’inquinamento acustico. Le uve a bacca bianca allevate sono albana, pagadebit, trebbiano, bombino bianco, pinot bianco, chardonnay e sauvignon, a bacca nera sangiovese, cabernet sauvignon, merlot e pinot nero.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Il Nespoli Riserva 2013 – Gradazione 13,5%
Maturato circa 14 mesi in carati di rovere francese, il Nespoli 2013 rivela un colore rubino violaceo intenso ma non impenetrabile alla luce. Nonostante il legno dia il suo contributo, si percepisce una chiara nota floreale di viola, a cui segue un frutto variegato di mora, ciliegia, visciola e ribes, intarsi di cacao e caffè, cardamomo, ginepro, liquirizia, cannella.
Non manca di stoffa al palato, certamente l’estrema giovinezza non gli consente ancora di “celare” la presenza del legno, ma il tannino finissimo e una struttura ben sorretta dall’acidità rappresentano una sicura lunga evoluzione.
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13) RICCARDO BALLARDINI – Forlì (FC)
Nata nel 1980, l’azienda dispone di un ventina di ettari vitati ripartiti fra i comuni di Brisighella e Bertinoro e nella zona collinare a ridosso di Faenza. Giorgio Ossani ha impostato la vigna in modo da ridurre al massimo l’utilizzo di fitofarmaci, anche grazie all’uso della lotta integrata. Le uve coltivate sono principalmente quelle tipiche della zona, sangiovese, albana, pagadebit, pignoletto, trebbiano, cagnina, a cui si affiancano chardonnay e sauvignon.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Torricello Riserva 2012 – Gradazione 13,5%
Fermenta in acciaio a temperatura controllata e matura in botti di rovere per almeno un anno, a cui segue un lungo affinamento di 18 mesi in bottiglia.
Il calice si colora di tonalità rubine con primi accenni granati all’unghia; all’olfatto emergono note con un frutto meno deciso (ciliegia e amarena) a vantaggio di una speziatura elegante e variegata, con influssi pepati e di ginepro, poi arriva anche la cannella, la liquirizia e cenni di tabacco.
Attacco fresco con un tannino viscerale, dall’impatto deciso ma ben supportato dal frutto, qui più aperto e dinamico, il finale ripropone note speziate su una base piacevolmente sapida. La forza di questo Sangiovese è nella sua bevibilità e freschezza, un vino che a tavola ti invoglia a berne, senza appesantirti, è il Sangiovese che preferisco, grazie anche ad un’alcolicità più che accettabile.
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14) TERRE DI MACERATO – Località Carseggio – Casalfiumanese (BO)
Nel 2004 Franco Dalmonte ha dato vita ad una delle più piccole realtà della regione, solo due ettari vitati interamente a sangiovese che digradano nella Valle del Santerno a 225 metri di altitudine, frutto dei suoi risparmi e della sua passione per queste terre. E quando c’è la passione c’è anche rispetto per l’ambiente, infatti Franco si è subito impegnato per lavorare in biologico e ha ottenuto la certificazione nel 2013, inoltre il vigneto vive in promiscuità con il bosco e altre piante, fra i filari si mantiene inerbimento, tutto questo favorisce l’equilibrio dell’ecosistema.
La raccolta delle uve, così come il trasporto in cantina avvengono interamente a mano, con l’utilizzo dei bigonci; due soli vini prodotti, il Colli d’Imola Sangiovese Rhod e il Romagna Sangiovese Audace Riserva.
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♦ Romagna Sangiovese Audace Riserva 2012 – Gradazione 14,5%
E’ la sesta annata prodotta e nasce da un terreno composto per oltre il 50% di sabbia, a cui segue un’ampia quota di limo e poco meno del 15% di argilla; dopo la diraspatura e una pigiatura soffice, il mosto viene fermentato in tre diverse cisterne da 10 quintali, ciascuna con differenti lieviti e processi di vinificazione, la macerazione dura tre settimane. Segue l’assemblaggio del mosto fiore che matura 18 mesi in barrique, a cui seguono 6 mesi di affinamento in bottiglia.
Ha colore granato con ricordi rubini e buona trasparenza, il bouquet si apre a note di fiori macerati, spezie fini quali ginepro e liquirizia, poi venature di tabacco su una base fruttata che richiama la prugna e la ciliegia.
Al palato mostra un tannino appena ruvido ma senza lasciti amari o astringenze fastidiose, ottima freschezza con un ritorno riccamente speziato, vino dai tratti decisamente interessanti che lo distinguono piuttosto facilmente rispetto agli altri degustati, sin dal colore molto meno intenso, più simile a quello di un Barbaresco d’antan, di cui richiama la grande finezza.
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15) TRE MONTI – Imola (BO)
Tutto ha avuto inizio negli anni ’60 quando Sergio e Thea Navacchia avviarono questa bella realtà, oggi portata avanti dai figli Vittorio, agronomo ed enologo forgiato dalla scuola di Donato Lanati, e David, laureato in giurisprudenza e indispensabile amministratore aziendale.
I terreni vitati sono divisi in due corpi, uno situato nell’area del comune di Petrignone e l’altro nel territorio di Imola.
Grazie alla collaborazione con Attilio Scienza e Francesco Bruno Lizio, nel 1999 l’azienda ha realizzato una microzonazione di tutte le particelle vitate, che ha permesso di comprendere a fondo, metro per metro, la reale vocazione viticola di ciascuna di esse. Dal 2014 l’azienda ha ottenuto la certificazione bio su tutto il processo produttivo, dalla vigna alla bottiglia.
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♦ Romagna Sangiovese Oriolo Riserva Petrignone 2013 – Gradazione 14,5%
Proviene dalla Vigna dei Fichi nel podere Petrignone, viene macerato per 12 giorni e fermenta parte in acciaio e parte in cemento vetrificato, segue maturazione in barriques di secondo e terzo passaggio per 6 mesi.
La versione 2013 ha un bel colore rubino vivace con riflessi purpurei, profuma di ciliegie nere, amarene e prugne appena mature, rintocchi di rosa e geranio, carrube, pepe, tabacco.
Bocca ricca e fresca, con un ottimo tessuto tannico, ben levigato, affiorano sensazioni di cacao e liquirizia, finale sapido e già in buon equilibrio.
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16) TRERÈ – Località Monticoralli – Faenza (RA)
Morena, con il figlio Massimiliano, porta avanti l’attività iniziata dal padre Valeriano cinquant’anni fa con l’acquisto del Podere Saccana, il passaggio generazionale è evidente in azienda, lo spirito innovativo si percepisce in ogni aspetto della gestione aziendale, dall’architettura del sito online al recente restyling delle etichette dei vini. L’attività è divisa fra l’agriturismo e la produzione vinicola e olivicola; le uve coltivate sono albana, famoso (uva rambella), pignoletto, pagadebit, uva longanesi, malvasia, chardonnay, sauvignon, sangiovese, cabernet sauvignon, merlot e syrah.
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♦ Romagna Sangiovese Superiore Riserva Amarcord d’un Ross 2013 – Gradazione 14% – Vitigni: sangiovese 85%, cabernet sauvignon 15%
Proviene dalla vigna Monticoralli, esposta ad est e sud-est su suolo limoso a medio impasto; il vino matura 12 mesi in barrique, non è un sangiovese in purezza ma condivide il viaggio con una quota di cabernet sauvignon.
Ha colore rubino intenso con riflessi violacei, profuma di viole, ciliegie, lamponi maturi, ribes nero, vaniglia, leggero vegetale maturo, sfumature di grafite.
Al gusto mostra tutta la sua giovinezza nella grande freschezza e in un tannino ancora mordace ma non sovrastante, mentre il frutto e le spezie accompagnano un finale indubbiamente piacevole e fresco; anche se la quota di legno necessita di amalgamarsi basteranno pochi mesi, massimo un anno.
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17) VILLA PAPIANO – Modigliana (FC)
Papiano, infatti, fu costruita nella seconda metà del ‘300 come insediamento di frontiera sotto la Signoria dei Medici, sul versante sud del Monte Chioda a circa 450 metri di altitudine. Villa Papiano è un piccolo castello in pietra che per parecchio tempo fu di proprietà della famiglia Papiani, nobili di Modigliana. Alla fine del XVII secolo il complesso iniziò a trasformarsi in centro di attività agricole, nacque così un vero e proprio borgo con case coloniche e una piccola chiesa.
Oggi Maria Rosa e Francesco Bordini conducono oggi l’attività su un terreno di 60 ettari di cui 10 a vigneto e i rimanenti a uliveto, boschi e seminativi. I due fratelli hanno impostato il vigneto secondo i dettami dell’agricoltura biologica, riducendo i trattamenti al solo uso di rame e zolfo e lasciando l’inerbimento tra i filari. Le vigne sono state trasformate in modo da produrre basse quantità (non più di 700 grammi d’uva per pianta), con una fittezza di 6-7000 piante/Ha. I vitigni principe sono il sangiovese e l’albana, a cui si affiancano balsamina, centesimino e sauvignon.
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♦ Romagna Sangiovese Modigliana Riserva I Probi di Papiano 2012 – Gradazione 13,5%
È interessante notare come, nonostante le rese bassissime, il vino manifesti un’alcolicità che non supera i 13,5 gradi; uno dei motivi è sicuramente l’altitudine, che qui è una delle più elevate di tutto il comprensorio del Romagna Sangiovese. Il vino si offre di colore granato con cuore ancora rubino e una bella trasparenza; l’impatto al naso è pregevole, elegante, ben giocato fra le note fruttate di ciliegia, amarena e prugna mature, e suggestive note di tabacco, pepe bianco, cacao, sfumature di caffè tostato, poi ginepro, cannella e liquirizia.
Al palato è energia pura, grande freschezza e un tannino apparentemente rustico ma di grana quasi perfetta e astringenza contenuta, è un vino di carattere, intenso, balsamico, persistente.
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18) ZANETTI PROTONOTARI CAMPI – VILLA I RAGGI – Frazione Colmano – Predappio (FC)
Cantina di antichissima storia, Villa I Raggi si trova immersa in un bosco di querce secolari, qui nel 1800 il Conte Giuseppe Campi, esperto di agraria e appassionato di fisica, approfondì e perfezionò le tecniche di viticoltura e bachicoltura, realizzando una cantina moderna e una filanda per la seta in Dovadola. Il suo Sangiovese fu premiato nel 1889 in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, da allora si succedettero varie eredità fino agli attuali proprietari, la famiglia Zanetti Protonotari Campi, che ha portato avanti la tradizione vitivinicola.
L’azienda è situata ad una altitudine compresa tra i 200 e i 300 metri, tra Predappio e Castrocaro, su terreno costituito da argille mature, fossili di conchiglie e pesci, traccia evidente che un tempo la zona era coperta dal mare. A fianco della vite ci sono ulivi e numerose colture arboree: ciliegi, albicocchi, peschi, susini, kiwi e kaki. Le uve principali sono sangiovese e cabernet sauvignon, allevati a cordone speronato, poi trebbiano e chardonnay a Casarsa modificato e albana a pergoletta.
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♦ Romagna Sangiovese Predappio Riserva Villa I Raggi 2012 – Gradazione 14% – Vitigni: sangiovese 90%, cabernet sauvignon 10%
Maturato 24 mesi in carati di rovere, presenta un colore rubino profondo con unghia granata, profuma di prugna cotta, ciliegia nera in confettura, tabacco, cuoio, liquirizia, sottobosco e note boisé.
All’assaggio mostra una certa struttura, anche sul piano tannico, la morbidezza è vincente grazie all’apporto del legno che lascia evidente traccia del suo passaggio, il vino ha toni scuri, carnosi, a tratti terrosi, con tutta probabilità si evolverà a lungo.
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19) VILLA VENTI – Roncofreddo (FC)
Mauro Giardini e Davide Castellucci governano un’azienda recuperata dall’abbandono e oggi biologica nel cuore della sottozona Longiano, la più sud-orientale fra le menzioni geografiche del Romagna Sangiovese. Siamo nella valle del Rubicone, costellata di castelli malatestiani immersi nella natura in uno dei più affascinanti paesaggi collinari della regione. Collaborano alla buona riuscita dei vini aziendali l’agronomo Remigio Bordini e l’enologo Francesco Bordini (sì, quello di Villa Papiano), in una terra ricca di argille rosse e sabbie del messiniano, dove le vigne dimorano attorno ai 200 metri di altitudine, allevate ad alberello modificato (a tridente o candelabro), le varietà sono sangiovese, centesimino, famoso, merlot e cabernet franc.
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♦ Romagna Sangiovese Longiano Riserva 2012 – Gradazione 14%
Fermentazione in acciaio a temperatura controllata, maturazione in tonneau per un anno e affinamento di 12 mesi in bottiglia.
Sulla base del tipo di argille e della composizione del suolo, sono stati selezionati quattro biotipi di sangiovese a grappolo spargolo, che hanno mostrato le caratteristiche ideali per produrre questa riserva vinificata in acciaio, maturata in tonneau per un anno e affinata in bottiglia per altri 12 mesi.
Ha colore rubino profondo ma non estremo, accostato al naso mette in mostra un frutto maturo e carnoso, prugna, ciliegia nera, amarene sotto spirito, fiori macerati, pepe, ginepro e leggera grafite.
L’assaggio regala una viva freschezza e un tannino deciso ma già sintonizzato con la polpa generosa, il ritorno speziato e fruttato è accompagnato da note terrose e di cacao, finale lungo e coinvolgente.
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♦ Romagna Sangiovese Longiano Riserva 2013 – Gradazione 14%
Ultimo millesimo prodotto e, credo, a breve in commercio, si distingue per un colore rubino meno carico, più trasparente, mentre il bouquet evidenzia un frutto più fresco orientato su ciliegia, mirtillo, amarena e ribes nero, la speziatura è ancora in formazione ma emerge già una chiave di notevole eleganza.
La bocca non smentisce le sensazioni provate all’olfatto, l’ottima materia è segnata da una bella sapidità e da un tannino addirittura più setoso del precedente, senza perderne l’intensità; meno austero e più dinamico, scorrevole, caratterizzato da una trama fine e ben delineata, fresca, vino dalle ottime prospettive.
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Roberto Giuliani