Hippolyt Weissburgunder 2009 Holzapfel
Ricordo ancora l’incursione che abbiamo fatto a Wachau sul Danubio, con Marcin e Tomek, dove siamo rimasti incantati dall’immenso spettacolo di vigneti a terrazze su pendii tanto ripidi che mi ricordavano quelli più arrampicati della Valtellina. Qui, come a Sondrio, si tratta di viticoltura estrema, eroica, da secoli. Dopo le impressionanti e affascinanti forre vitate di Domaine Wachau, una sosta nel primo paese è d’obbligo, in primis per fare un salto in uno di quei favolosi café konditorei dove la pasticceria di produzione artigianale fa letteralmente sognare.
Il paesaggio a Joching-Wachau si fa appena un po’ più dolce ed è bello godersi il sole lungo il Danubio, dove si trova da parcheggiare comodamente presso il ristorante Gutshofrestaurant Prandtauerhof, proprio all’ingresso della tenuta di Karl Holzapfel in Prandtauerplatz 36 (4 cappelli da Gault & Millau), con possibilità di alloggio in gutshofzimmer ai piani.
Il posto è stupendo. Costruito nel 1308 dai canonici di St. Pölten e ristrutturato nel 1696 dall’architetto Jakob Prandtauer, è un gioiello in stile barocco di quattro ali a due piani, con cortile, giardinetto e cappella dell’antica corale.
Ai tempi in cui i vigneti della Wachau erano per la maggior parte di proprietà dei monasteri, qui c’era la loro Weinlese Hof das Zentrum per pigiare le uve, fare il vino e venderlo sul posto.
Gli Holzapfel hanno acquistato gli edifici e le vigne circostanti nel 1968, quando ormai erano in uno stato di abbandono e da quel momento si sono impegnati a rinnovato tutto con affetto per la tradizione, ma con una mentalità moderna.
Nel 1994 sono Karl e la moglie Barbara a impegnarsi a fare della tenuta il fiore all’occhiello dell’enogastronomia della Wachau, puntando tutti gli sforzi al miglioramento qualitativo della conduzione della vigna, della cantina, del ristorante, dell’albergo, del patio e del cortile in cui nella bella stagione si tengono banchetti e rinfreschi.
Sapete benissimo che carattere hanno gli Austriaci, vero? Instancabili, ostinati, che maneggino milioni o vivano soltanto di minimi salariali, hanno la testa dura e molto olio nei gomiti. Devo riconoscerlo a questa bella famiglia e quest’uomo con cui, pur non parlando tedesco, ci siamo intesi a sguardi come se fossimo stati vecchi amici e da chissà quando.
Durante l’incursione, sono stato invitato da Karl a partecipare a una verticale di diversi vini che ha realizzato, tra cui dei Grüner Veltliner 2011, 2009, 2007 e 2003 dei vigneti Steinfeder, Zehenthof, Federspiel, Achleiten, Smaragd nonché della selezione Hippolyt. Mi ha tolto ogni dubbio sugli attuali tappi a vite, che hanno provocato un capovolgimento epocale ormai consolidato in questa zona, ma soprattutto mi ha fatto toccare con mano il gran bel progetto che ha realizzato. Ne sono rimasto affascinato e gliene sono grato.
Oggi lavora circa 14 ettari di vigneti, tra cui gli eccellenti cru Achleiten, Vorderseiber, Weitenberg, Klaus e Kollmitz su autentiche pietraie di calcare e di ardesia. Mi ha entusiasmato la meravigliosa, inaspettata, acidità dei suoi Grüner Veltliner. Da giovani sprigionano un sacco di fruttato, soprattutto di frutta bianca, che abbonda accanto ai vigneti.
Più il vino matura e più il fruttato lascia il passo dapprima a un’eccezionale mineralità e in seguito ancora al fruttato, ma di frutta sotto spirito. Wachau è un luogo di viticoltura eroica e i fianchi sono molto, ma molto ripidi e nelle parcelle in cui il Grüner Veltliner non si esprime al massimo viene meglio il Riesling oppure il Weissburgunder.
Karl me li fatti bere tutti. Bere, non soltanto degustare. Lo sanno tutti che io il vino, anche quel poco, non lo sputo mai. Con tutto il genio e la fatica che ci mettono per farlo! E lo sanno tutti che, secondo il mio modesto parere, Willie Bründlmayer è il miglior produttore dei Riesling austriaci, ma a volte predomina il gusto italiano che non mi abbandona mai e che può prevalere sulla mia obiettività: devo confessare che la tipologia di Riesling della Wachau mi è più congeniale.
Chapeau bas a questo vignaiolo e autore di vino, che mantiene come pochi il polso sulle preferenze della clientela grazie al contatto diretto e agli abbinamenti che registra nel suo ristorante. È così che si sta sforzando di produrre vini luminosi, cristallini, fruttati ma delicati, da gustare a tavola, che con un bel carattere possano giocare con gli aromi delle pietanze grazie a un bouquet piacevolmente complesso e di grande potenziale di evoluzione e affinamento.
La vera sorpresa, però, è arrivata con la selezione Hippolyt del Weissburgunder di Karl: 6 @ su 6 e senza un’ombra di dubbio. Per un Pinot Bianco così potrei fare un patto con il diavolo e mi risulta già in circolazione anche l’annata 2011, che mi procurerò presto.
Il Wachau DAC Weissburgunder Hippolyt 2009 è frutto di una severa e accurata selezione di grappoli durante la vendemmia manuale di fine ottobre, il cui mosto è fermentato in piccole botti di rovere fino a completamento della malolattica. Ha un bel colore paglierino-giallo brillante con riflessi d’oro. Aromi densi e cremosi di albicocche, mele mature, pesche, melone, con un leggero tocco di confetto da sposa.
È potente, con un finale molto lungo e ha un potenziale di lungo invecchiamento, almeno 10 anni, ma lo proverò anche oltre.
Ottimo per la meditazione, è un vino di gran razza, ma diventa superbo con le pietanze di pesce e gamberi in salse nobili, cannolicchi gratinati, oca all’arancia. Per apprezzarlo meglio, non va servito freddo, ma fresco, tra i 12 e i 14 gradi, una temperatura che copre benissimo il tenore alcoolico piuttosto sostenuto del 14,5%.
Mario Crosta
Familie Holzapfel
Prandtauerplatz 36 – 3610 Joching-Wachau, Austria
tel.: +43.2715.2310, fax +43.2715.2310-9
sito: www.holzapfel.at
e-mail: weingut@holzapfel.at