Giovanni Abrigo ieri e oggi: Dolcetto di Diano d’Alba e Barolo Ravera in assaggio
Alla fine degli anni Sessanta il capostipite della famiglia, Giovanni Abrigo, decide di acquistare dei terreni a Diano d’Alba, per avviare un’azienda agricola, decisamente in controtendenza per l’epoca, caratterizzata dall’esodo delle campagne.
L’uva prodotta, venduta a grandi cantine, viene vinificata solo in una piccola parte e ad uso familiare. Si alleva bestiame (la celebre razza bovina piemontese) e si coltivano vari tipi di frutta, in particolare l’eccellente nocciola Piemonte I.G.P.
Nel tempo l’azienda viene ampliata, ma subisce un vero cambiamento quando, nel 1987 Giorgio Abrigo, figlio di Giovanni, termina i suoi studi di agrotecnico e decide di occuparsi in prima persona dell’attività, curando la parte vinicola.
Insieme alla moglie Paola Morando, il figlio Giulio, diplomato alla Scuola Enologica Umberto I di Alba e Sergio, il figlio minore, ancora studente all’Università di enologia portano avanti un progetto al contempo affascinante e ambizioso, che ha come filo conduttore l’amore per il Dolcetto di Diano e che (tuttora) elargisce dei Barolo di pregevole finezza e struttura.
IN DEGUSTAZIONE
Dolcetto di Diano d’Alba DOCG Sorì dei Crava 2023: carattere varietale oltremodo luminoso e spiccato, tra note floreali, toni fruttati e sentori di pepe. Palato di grande succosità e tensione gustativa, molto contrastato, dal finale carnoso nel frutto e sapido nei tannini.
Dolcetto di Diano d’Alba DOCG Garabei 2022: frutto maturo e carnoso, palato intenso e cremoso, tannini vivi e di bella grana, buon finale di amarena.
Dolcetto di Diano d’Alba DOCG Superiore Garabei 2021: spiccate note di frutta nera e cenni di salamoia, sviluppo contrastato, centro bocca pepato, piacevole e delineato, sorretto da tannini di buon sapore.
Barolo Ravera DOCG 2013: generoso e ampio, offre sentori di prugna matura e liquirizia, in bocca mostra tannini vivi, tenaci e ben integrati; il finale lungo fa perno su una coinvolgente matrice sapida.
Barolo Ravera DOCG 2015: viole, prugne e tabacco per un profilo olfattivo piuttosto tipico; palato di ottima presa gustativa, bilanciato e continuo, lungo nel finale.
Barolo Ravera DOCG 2016: note di rosa e china, palato di buona presa tannica, corposo nella struttura e tonico nello sviluppo, un po’ asciugato in chiusura.
Barolo Ravera DOCG 2019: olfatto sottile, fresco, accarezzato da profumi di erbe aromatiche e fiori appassiti; palato classico, rigoroso, incisivo, di grande modulazione e ottima presa tannica, con finale sussurrato, delizioso.
Barolo Ravera DOCG 2020: floreale e agrumato, ha un sapore soffuso, docile ed elegante, rarefatto e armonioso, lungo, appena alcolico nel finale.
Lele Gobbi