Crémant d’Alsace Riesling 1895 Brut Domaine de la Ville de Colmar
Più volte su questa rivista abbiamo raccontato la storia della famiglia Helfrich e del suo ruolo cruciale nella diffusione dei vini francesi nel mondo. Le loro aziende di proprietà, dal lontano 1979, sono cresciute e risiedono in territori vinicoli ben conosciuti: Valle della Loira, Bordeaux, Languedoc – Roussillon, Provenza, Valle del Rodano, Borgogna, Jura, Alsazia (dove tutto ha avuto inizio). Il Domaine Viticole de la Ville de Colmar fu acquistato nel 2011, la sua storia tocca i 130 anni: nel 1895 il famoso ampelografo Philippe Chrétien Oberlin fondò l’Institut Oberlin e dedicò tutta la sua vita alla scoperta di trattamenti contro la fillossera, il più disastroso fitofago che la vite abbia mai incontrato, che in quegli anni stava già distruggendo gran parte delle vigne europee.
Oberlin era anche uno sperimentatore, realizzò numerosi ibridi tra cui un vitigno a bacca rossa che tutt’ora porta il suo nome e viene ancora coltivato, fu ottenuto ibridando il Gamay con il Millardet (vitis riparia). Quando morì, tutto il suo patrimonio viticolo ed edilizio fu donato al Comune di Colmar e Gustave Burger ne prese la gestione. Politico di rilievo, fece moltissimo per unire i viticoltori alsaziani, riuscendoci nel 1911 quando fondò l’A.V.A. (Association des Viticulteurs d’Alsace) dalla fusione tra il Syndicat des Vignerons du Haut-Rhin (Weinbauverband) e il Syndicat des Vignerons du Bas-Rhin (Weinbauverein), tutt’ora vivissimo nella tutela e promozione delle AOC alsaziane.
Negli anni ’70, il governo francese creò un “Istituto nazionale di ricerca per la viticoltura e la vinificazione” nella città di Colmar; successivamente prese il nome di Domaine Viticole de La Ville de Colmar trasformandosi in impresa commerciale. Jean-Rémy Haeffelin ne prese la direzione e produsse la prima bottiglia sotto questo marchio nel 1980. Nonostante il Domaine sia stato acquisito dalla famiglia Helfrich è ancora lui, con suo figlio, a condurre l’attività aziendale. La cantina, risalente all’inizio del ventesimo secolo, è stata utilizzata come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale, oggi custodisce alcuni tra i migliori vini prodotti.
I vigneti da cui nasce il Crémant d’Alsace Riesling 1895 Brut, si estendono in diverse zone geografiche di Colmar e in vari villaggi circostanti, questo fa sì che i terreni abbiano composizioni differenti (granito, calcare, argilla e arenaria) e le esposizioni siano diversificate, elementi che contribuiscono a conferire al vino una maggiore complessità.
Versato nel calice si tinge di un vivo giallo paglierino brillante, con un perlage molto fine e continuo; il profumo è intenso, molto agrumato, ricorda il lime, il mapo, mi colpisce per la spinta idrocarburica che credevo si sarebbe “smarrita”, invece è molto netta, interessante anche la presenza di erbe di campo e aromatiche, un profilo decisamente interessante.
Al gusto ha freschezza ma anche una buona rotondità data dalla maturità del frutto, che qui non appare solo agrumato ma puntellato da slanci esotici. Da provare con un baeckeoffe di pesce (salmone e coda di rospo), uno dei pochi piatti ittici che offre l’Alsazia.
Roberto Giuliani