Catalogo Proposta Vini 2023 a Roma: intervista ai titolari e assaggi meditati
Boom di presenze alla Nuova Fiera di Roma, lo spazio fieristico che ha ospitato per la due giorni di fine gennaio la Presentazione del Catalogo 2023 di Proposta Vini, un appuntamento che ogni anno vede un interessante momento di formazione, di scambio e di incontro tra Produttori, Forza Vendita e Clienti. Un evento che giunge per la prima volta nella Capitale, e ha visto la partecipazione di 224 aziende in rappresentanza. Non è mancato lo spazio dedicato agli Spirits, settore che negli ultimi anni sta riscuotendo sempre maggiore interesse. Un evento che ha visto una perfetta organizzazione, con oltre 3000 bicchieri gestiti da Winterhalter, azienda leader nel settore delle lavabicchieri professionali, da quest’anno sponsor tecnico dell’evento.
Quella di Proposta Vini, presente sul mercato da oltre trent’anni, è senza dubbio una realtà che ogni anno aggiunge un nuovo tassello alla propria selezione (quest’anno sono entrate 31 nuove cantine, di cui 19 italiane e 12 straniere) e vede il catalogo stesso diventare quasi un libro illustrato in cui si scoprono le tante singole storie di ciascuno dei protagonisti di questo “volumetto di racconti”. Un catalogo che quest’anno, attraverso le illustrazioni realizzate da Giovanna Girardi, dà spazio al panorama vitivinicolo italiano, europeo e internazionale, grazie alla presenza di 252 produttori italiani, e 158 stranieri.
Una ricerca continua e attenta che mira a mettere in luce e dare vita a diversi “Progetti di valorizzazione”, come Vini Estremi, Vini dell’Angelo, Bollicine da Uve Italiane, Vini delle isole minori, Vini Franchi, Vini Vulcanici, Vini delle Abbazie. Importanti gli approfondimenti dei Progetti e sulla biodiversità delle espressioni delle due grandi varietà italiane Nebbiolo e Sangiovese.
Prima di entrare nel merito di alcuni assaggi significativi, tra cui tante le conferme, ma anche diverse novità, cerchiamo di capire, attraverso le parole di Andrea e Gianpaolo Girardi – titolari dell’azienda – i loro obiettivi futuri e qualche considerazione sulla crescita della loro realtà.
La vostra è senza dubbio una distribuzione che ha una sua storicità, se e cosa è cambiato nella vostra offerta degli ultimi anni rispetto alle linee seguite per la selezione dei nuovi ingressi?
“Rispetto agli intenti iniziali non è cambiato molto se non il fatto che oggi siamo in una fase nella quale ci preoccupiamo di selezionare e definire i dettagli, rispetto al passato nel quale tutto si doveva impostare da zero. Ad esempio, stiamo ultimando l’offerta di tutte le espressioni di Nebbiolo”.
Fiera di Roma: un boom di presenze, un’idea strategica di puntare sul centro-sud Italia?
“In realtà non siamo e non vogliamo essere organizzatori di eventi. Questo tipo di manifestazione è importante per la forza vendita che entra in contatto con i produttori. Visto che sono presenti cantine provenienti da mezza Europa ci sembra fisiologico aprire le porte anche ai referenti del settore horeca. La sede in futuro, per rispondere alla sua domanda, potrà essere itinerante”.
Quest’anno il tema di questa edizione 2023 è stata L’eclettica Nosiola, come mai l’idea di puntare su questa varietà?
“In quasi quarant’anni di lavoro non abbiamo mai dedicato spazi promozionali ai vini della nostra provincia. Ci sembra giusto farlo ora, in un momento storico nel quale il Trentino ha bisogno di essere valutato per quello che è. La Nosiola è la nostra uva bianca più rappresentativa e si sa esprimere in diverse vinificazioni: da qui l’appellativo di ECLETTICA”.
Anche il settore degli Spirits sta prendendo uno spazio non indifferente nella vostra selezione, a vostro avviso come si sta muovendo e come sta rispondendo il mercato?
È un mercato in forte espansione. Le nuove proposte sono gestite da persone giovani e competenti che spesso hanno imparato il mestiere all’estero. È anche per noi un mondo da scoprire. Abbiamo tempo…
Quali sono le vostre prossime prospettive e quali i progetti futuri?
Continueremo a lavorare sui progetti che valorizzano le tantissime unicità del mondo vinicolo europeo e, nel contempo, a dare spazio a tutte le espressioni individuali che riterremo meritevoli di attenzione.
Dalle parole dei titolari emerge la voglia di dettagliare sempre più con etica e attenzione le proprie scelte, cercando di valorizzare anche le piccole denominazioni e le realtà che fanno più fatica ad essere viste.
Durante la due giorni è stato molto interessante soprattutto dialogare con i tanti produttori presenti, perché al di là dell’assaggio, è importante cogliere quei piccoli dettagli che ti aiutano a raccontare diversamente il vino. Davvero tantissimi i vini meritevoli di menzione, anche se personalmente ho preferito ripercorrere le tante realtà campane presenti, diverse espressioni della Sicilia, un volo d’uccello tra Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli; non poteva mancare qualche piccola e curiosa realtà Piemontese, e non da ultimo una panoramica sulle Bollicine francesi e su Spagna e Portogallo.
In merito alla Campania devo dire che l’ampiezza dei territori coperti dalla selezione è davvero interessante, conferma e certezza l’azienda Vadiaperti, dove è imprescindibile, al di là dei vini fermarsi a chiacchierare con il titolare Raffaele Troisi, che con carisma e passione ti trasporta in quella parte di Irpinia che – apparentemente introversa – sa donare profondità e accoglienza. Portabandiera da sempre dell’uva Coda di Volpe, Il suo Doc Irpinia Coda di Volpe Torama 2020, racconta proprio l’energia, la determinazione e la visione prospettica di Raffaele, rivelandosi un’espressione di Coda di Volpe piena e vibrante; al palato è energico e di bella freschezza. Ma la vera sorpresa è il suo Irpinia Greco “Fuori Limite Le Vecchie Vigne” 2020, uno splendido Greco, prodotto in un vigneto di undici filari piantato dalla famiglia Troisi oltre settant’anni fa a Montefredane, leggermente fuori dai confini designati dal disciplinare di produzione del Greco di Tufo; da qui il nome “Limite”. Ancora molto giovane, ma dal carattere espressivo e dalle potenzialità uniche.
Restiamo in Campania con la giovane realtà di Azienda Agricola Fabio De Beaumont, che si presenta con un completo restyling delle sue etichette e presenta come novità “Euforìa”, un Aglianico rosato frizzate, un vino semplice, goliardico e disimpegnato, ma non per questo banale. Davvero tante le conferme campane meritevoli di menzione, ma tra le etichette assaggiate non può mancare il Falerno del Massico Anthologia 2020 di Masseria Felicia, una realtà che ha sempre creduto nella longevità dei bianchi e ha avuto il coraggio e la determinazione di non avere fretta nel farli uscire. Un bianco ancora in fieri, ma che già dimostra la stoffa e la personalità che ne caratterizza il profilo olfattivo e gustativo; un vino che entra in punta di piedi, con un gioco di fiori e frutta all’olfatto, ma che esprime la sua grinta ed energia salina al palato.
Dalla Campania scendiamo ancora più a Sud e ci spingiamo in Sicilia, dove il “vulcanico” Salvo Foti, in compagnia del figlio Simone, si confermano una certezza riguardo i vini etnei. Tante le etichette in assaggio e sceglierne una sola da citare è impresa non facile, tra tutte il ricordo vivido è del loro Etna Rosso Vinupetra 2020, un vino che mostra tutta la sua vitalità, all’olfatto è estremamente espressivo, con un floreale accennato e note di frutti rossi e tracce mediterranee; profuma di resina e di bosco, il tutto in un quadro sempre dinamico, mai statico. Freschezza e lunghezza ne disegnano il sorso, arricchito dalla persistenza aromatica che gli dona slancio e personalità.
Ci dirigiamo verso l’Italia centrale con l’Orvieto “Tragugnano” 2021 di Sergio Mottura, un vino dal profilo semplice e complesso allo stesso tempo, frutto di un blend di Grechetto, Procanico e Sauvignon, che viene elaborato a seconda dell’annata trascorsa in vigna. Un vino schietto, delicato e consistente, di piacevole freschezza e salinità.
Dal Lazio approdiamo in Veneto da Diletta Tonello, azienda appena entrata nella selezione del catalogo; si tratta di una giovane vignaiola di Montorso Vicentino (VI), estroversa e coinvolgente che crede fortemente nel vitigno Durella, tanto da declinarlo in diverse tipologie e selezioni, capaci di dare unicità espressiva a ciascun vino.
Meritevole di menzione è senza dubbio il suo Metodo Classico Lessini – Durello Brut 2018 IoTeti, dedicato alla ninfa Teti, Dea del mare nella mitologia greca, uno spumante sincero e diretto, che profuma di agrumi, e di pesca bianca. Fresco, sapido, diretto e di lunga persistenza. Da citare anche il suo Metodo Classico Pas Dosè IoUlisse, un’edizione limitata che prende il nome da Ulisse per evocare le idee di viaggio, astuzia e curiosità.
Prima di approdare in Piemonte facciamo un salto in Alto Adige dove troviamo un’altra piccola e interessante realtà, anche questa appena entrata in catalogo. Parliamo dell’azienda Muri-Gries, dove convivono vita monastica e lavoro quotidiano, non solo in cantina, ma anche nei 35 ettari di vigneti di proprietà. Colpisce la loro Doc Alto Adige 2021 Grauvernatsch, si tratta della schiava grigia, una varietà autoctona che è stata citata per la prima volta durante il Medioevo ed ha avuto un ruolo centrale nella storia della viticoltura altoatesina a partire dal XVI secolo. Questa proviene da un vigneto a 350 – 400 m s.l.m. in località San Michele Appiano e si esprime con un profilo olfattivo particolarmente attraente, che gioca tra note floreali, fruttate di fragola e lamponi e un tocco speziato di pepe; carezzevole e invitante al sorso.
Chiudiamo con il Vino Rosso Bau Tappo a Vite de La Chimera, una piccola realtà che nasce nel 2005 in Val di Susa a Chiomonte, grazie a Stefano Turbil che dà vita all’azienda agricola La Chimera. Stefano da subito ha puntato a riprendere alcune varietà autoctone come l’avanà, il becuet, vista la posizione che vede questa realtà situata nella parte occidentale del Piemonte, al confine con la Francia. Interessantissimo il suo Vino Rosso Bau, prodotto con varietà becuet, un vino succoso e godibile.
Fosca Tortorelli