Cabernet franc
Origini:
Varietà di origini francesi, nella zona della Gironda, utilizzata prevalentemente in assemblaggio col più diffuso Cabernet sauvignon. Vi sono alcuni casi in cui viene utilizzata anche in purezza, dando risultati a volte eccellenti. Generalmente, però, ha caratteristiche meno affascinanti, è meno tannico, ha sentori erbacei in buona evidenza e di frutta matura meno complessa, se non del tutto assente nei casi di alte rese.
C’è da dire però che negli ultimi anni sono in aumento i produttori italiani che lo stanno riscoprendo e apprezzando in totale solitudine, soprattutto nelle annate favorevoli in cui raggiunge una giusta maturità, che riduce fortemente le note erbacee.
I suoi sinonimi sono Cabernet, Gros Cabernet, Cabonet, Grosse Vidure, Bordò, Breton (in Loira, dal nome dell’abate che lo importò).
È un vitigno che si trova a suo agio in climi continentali freddi come quelli della zona centrale della Loira e del Libournais, o nelle zone elevate del nord-Italia.
Si è diffuso in molte aree del globo, come in California, in Australia, in Argentina e in Nuova Zelanda. Va sottolineato che in alcune regioni italiane è presente da quasi due secoli, come nell’Alessandrino e sui Colli Euganei (in quest’area del Veneto nel 1870 era presente con il nome “Cabernets” (Cabernet franc e sauvignon). Si ha traccia di un vigneto di Cabernet franc datato 1882 situato a Portici (NA).
Non è escluso che possa essere stato introdotto in Italia, insieme al Cabernet sauvignon, dal conte Manfredo di Sambury, che dal 1820 iniziò a coltivare nelle sue vigne di Valmagra, a Marengo (AL).
Caratteristiche e esigenze ambientali e colturali: Ha foglia media, orbicolare, pentalobata; grappolo medio, cilindro-conico, di media compattezza, alato; acino di medie dimensioni tendente al medio-piccolo, di forma sferoidale, buccia molto resistente, di colore blu-nero, ricca di pruina.
Predilige terreni collinari, argillosi e profondi, ciottolosi. La forma di allevamento a controspalliera sembra la più indicata, ha produzione media e costante.
Malattie e avversità: ha una certa sensibilità alla →peronospora, all’→oidio e al →marciume acido, è facilmente attaccabile dalla →botrite, ed è particolarmente sensibile al →disseccamento del rachide e alla carenza di potassio. Sopporta abbastanza bene i freddi invernali.