La storia della produzione del vino a Szekszárd in Ungheria risale all’epoca romana, ma la fama dei suoi vini rossi è documentata da sei secoli e ne ha fatto una regione vinicola di grande prestigio che ancora oggi è una di quelle più importanti non solo del Paese magiaro e dei Balcani con i suoi quasi 2.200 ettari. Fino a oggi, sia a livello locale che all’estero, questa zona è particolarmente apprezzata per i vini rossi. Anche a Szekszárd e non solo a Eger si può produrre il Bikavér, il famoso ”sangue di toro”, ma, a differenza di Eger, c’è una nuova era nella produzione del vino a Szekszárd. Qui, nelle boscose valli orientali e sud-occidentali delle colline si trovano quei terreni più sciolti e dal microclima più caldo che hanno permesso di passare molto prima dagli eccessi ampollosi e superconcentrati dei sapori di botte a vini classici più equilibrati, fruttati, rotondi, emozionanti e con un’adeguata freschezza, tanto che anche i vitigni alloctoni come merlot, tannat e… sagrantino (piantato da Zoltan Haimann) si trovano nelle mani di buoni produttori di vini. Nel 15° secolo gli Ungheresi, come i Serbi, avevano importato e trapiantato la kadarka, scoperta con il nome di skadarka dai Serbi sulle sponde del lago Scutari (il più grande lago della penisola balcanica al confine fra l’Albania e il Montenegro) durante l’eroica difesa della loro terra dai Turchi. Sebbene Péter Vida provenga da Szekszárd, qui la sua famiglia non aveva particolari tradizioni vinicole, ma è diventato enologo nel 2011 e da quel momento i suoi tre figli lo sostengono nelle attività dell’azienda Vida Családi Borbirtok che, con i suoi 20 ettari, si trova nel cuore di Szekszárd ed è un agriturismo ben tenuto, gestito in modo professionale e con una bellissima vista sulla vallata. Péter oggi è una figura nota e riconosciuta dell’enologia ed è particolarmente orgoglioso delle vecchie piantagioni di kadarka, soprattutto nel terroir di Bakta, con viti di oltre 100 anni che sono così vecchie da essere perfettamente autolimitate nella resa (2-3 grappoli per ceppo) e danno uve di ottima qualità, tutte raccolte solo a mano per una produzione totale, compresa quella dalle poche uve che acquista dai vicini, di circa 120.000 bottiglie tra kadarka, kékfrankos, merlot e cabernet franc. Il Bonsai Öregtőkés Kadarka è un vino unico da viti che sono un vero e raro tesoro. Sembrano proprio bonsai in miniatura e contorti. Dopo la fermentazione, i mosti maturano per due anni, ma solo in tini di acciaio, in modo da preservare la succosità del frutto. Uno stile veramente borgognone e una veste leggera e di alta qualità. Questi vini del 2017 e del 2019 sono stati premiati dalla rivista enologica britannica Decanter con 95 punti. Il vino del 2017, anche dopo 5 anni si presenta di un colore rosso brillante, ma così pallido da non sembrare affatto un rosso. All’attacco i profumi di fragolina di bosco tra spezie dolci introducono un bouquet di aromi di lampone, ribes rosso, ciliegie, confettura di more, viole, ciliegie, ma non troppo concentrati, anzi piuttosto snelli e con una nota floreale di viole. In bocca è di medio corpo, i tannini sono piacevoli, l’acidità ben equilibrata. Il vino ha uno stile delicato, ma di carattere, con un finale molto lungo e delizioso in cui si possono al fruttato si aggiungono sfumature leggere di cuoio e pepe. Grazie alla struttura, servito tra 17 e 19 °C è molto adatto alle pietanze della ricca cucina ungherese, dal gulyás al bogrács, dal pörkölt al lecsó, dal töltött káposzta fino ai piatti con la paprika nel ruolo principale.
Rolando Marcodini
Tipologia: OEM Szekszárd Vitigni: 100% kadarka Titolo alcolometrico: 12,5% Produttore: VIDA Bottiglia: 750 ml Prezzo enoteca: da 12 a 14 euro
Ha smesso di giocare in cortile fra i cestelli dei bottiglioni di Barbera dello zio imbottigliatore all'ingrosso per arruolarsi fra i cavalieri di re Nebbiolo e offrire i suoi servigi alle tre principesse del Monte Rosa: Croatina, Vespolina e Uva Rara. Folgorato dal principe Cabernet sulla via dei cipressi che a Bolgheri alti e stretti van da San Guido in duplice filar, ha tentato l'arrocco con re Sangiovese, ma è stato sopraffatto dalle birre Baltic Porter e si è arreso alla vodka. Perito Capotecnico Industriale in giro per il mondo, non si direbbe un "signor no", eppure lo è stato finché non l'hanno ficcato a forza in pensione da dove però si vendica scrivendo di vino in diverse lingue per dimenticare la bicicletta da corsa, forse l'unica vera passione della sua vita, ormai appesa al chiodo.
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Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
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Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
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