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CONTE VISTARINO

Indirizzo: Frazione Villa Fornace, 8 – 27040 Rocca de’ Giorgi (PV)
Tel.: +39 0385 241171
Sito: www.contevistarino.it
Email: info@contevistarino.it


laVINIum – 06/2024

Mi ha sempre affascinato il legame indissolubile tra il pinot nero, celebre vitigno francese, e l’Oltrepò Pavese. La suddetta area vitivinicola lombarda è situata al punto d’incontro di quattro regioni: Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna.

Villa Fornace
Villa Fornace

La storia attraversa ben 174 anni. Fu proprio il Conte Augusto Giorgi di Vistarino, il pioniere della cantina protagonista di questo articolo, ad importare dalla Francia, nel 1850, il nobile vitigno borgognone nella sua tenuta. Con la stessa tenacia e spirito d’innovazione oggi è la sua trisnipote a continuare la tradizione di famiglia. Lascio dunque la parola ad Ottavia: “Da sempre sento il fascino del pinot nero, una varietà che si caratterizza nel bicchiere per essere elegante ed enigmatica. Per questo, come i miei predecessori, ho puntato tutto su di lui, certa che qui, a Rocca de’ Giorgi, sui nostri terreni calcarei e argillosi, possa dare grandi prove. Abbiamo individuato le parcelle migliori, quelle che permettono al pinot nero di esprimere al meglio le proprie caratteristiche: è il progetto Cru che mette in bottiglia singoli territori di eccellenza“.

Ottavia Vistarino e i Metodo Classico
Ottavia Vistarino e i Metodo Classico

Villa Fornace è senza dubbio il cuore della tenuta, incastonata tra fitti boschi e vigneti che ad ogni stagione cambiano colore. Percorre i tanti sentieri che conducono ai filari, in auto o ancor meglio in bici, è un toccasana per tutti coloro che desiderano fortemente fuggire dal traffico delle grandi città. Il corpo aziendale conta 826 ettari, di cui circa 102 vitati. Qui vive la famiglia Giorgi di Vistarino, dal 1674 legata alla Valle Scuropasso, a sud di Pavia, e in particolare al piccolo borgo denominato Rocca de’ Giorgi. Ci troviamo nel cosiddetto Alto Oltrepò, una fascia collinare tra le più vocate per quanto concerne la coltivazione di pinot nero. Nel corso degli anni la gamma è cresciuta esponenzialmente, a riprova di quanto l’azienda voglia esprimere il potenziale dei propri vigneti mediante la suddetta cultivar. A partire dall’annata 2013, affiancati al cru storico Pernice troviamo Bertone e Tavernetto; nel 2015 è nato Saint Valier, pinot nero vinificato in bianco, e nel 2019 Maria Novella, la versione rosata del vitigno. Il millesimato 1865 continua a rappresentare il fiore all’occhiello di Conte Vistarino in relazione alla tipologia Oltrepò Pavese Metodo Classico, seguito a ruota – ma solo nelle migliori annate – dal Cépage in versione Pas Dosé e millesimata. Quest’ultimo esce sul mercato dopo un lungo affinamento, scelto di volta in volta a seconda delle caratteristiche del millesimo.
Facciamo un passo indietro e risaliamo alle origini del pinot nero in Oltrepò Pavese. Abbiamo già detto che fu il Conte Augusto Giorgi di Vistarino ad importarlo nel 1850. Il nostro protagonista intuì che la cultivar di cui maggiormente si era innamorato in Francia, tra le colline lombarde della provincia di Pavia, avrebbe potuto nel corso del tempo raccontare una storia affascinante e ricca di significato. Le sue terre, soprattutto a quei tempi, erano piuttosto simili a livello climatico alle colline francesi dove aveva maturato una cospicua esperienza; un habitat particolarmente favorevole alla coltivazione della vite. Ricco di buoni propositi si mise quindi all’opera, piantò i primi ettari sperimentando tutte quelle pratiche enologiche apprese Oltralpe.

Cantina e zona degustazione
Cantina e zona degustazione

Nacquero dunque i primi spumanti Metodo Classico con i quali ottenne riconoscimenti a Londra e Parigi. Nel 1865, inoltre, il Conte Vistarino e l’amico Carlo Gancia dettero vita al primo Spumante Secco. Quella data, ancor oggi, viene celebrata ogni qualvolta esce sul mercato una tra le etichette di punta dell’azienda. Passano gli anni e i successori del Conte Augusto, specialmente Carlo Giorgi di Vistarino, continuano a percorrere con passione la strada intrapresa dal pioniere, aumentando di fatto sempre più la superficie vitata e incentrando il focus sul metodo classico. L’esperienza maturata assieme ai numerosi riconoscimenti conseguiti, accesero i riflettori sul pinot nero allevato tra le colline del comune di Rocca de’ Giorgi, tra i più interessanti dell’Oltrepò Pavese.
L’area vitivinicola in questione ha una forma a grappolo d’uva: un lato è costituito dal corso del Po, il vertice opposto, verso sud, dalla massima elevazione della provincia di Pavia che è il monte Lesima (1724 m). Il territorio è costituito per un terzo da zone pianeggianti, cui segue un’ampia zona collinare che termina a sud sull’Appennino Ligure. Le escursioni termiche non mancano, generate da un clima piuttosto asciutto d’inverno e ventilato d’estate. Per comprendere a fondo l’importanza del pinot nero in Oltrepò basti pensare che occupa il 75% del vigneto Italia, riferito alla nota cultivar s’intende. Dei 13.000 ettari vitati, 3.000 sono coltivati a pinot nero; si conferma dunque l’area di maggiore produzione in Europa, dopo Borgogna e Champagne. Vengono coltivate ovviamente altre uve: barbera, croatina, moscato, e alcune varietà internazionali quali riesling, pinot grigio, chardonnay, cabernet sauvignon e merlot.

Vigneti e Villa Fornace

Conte Vistarino sviluppa la propria attività su di una superficie di 826 ettari costituita da un unico corpo aziendale, la stessa occupa il 95% del comune di Rocca de’ Giorgi, piccolo borgo costituito perlopiù da case rurali e cascine ancor oggi abitate. Volendo specificare, 620 ettari circa sono suddivisi tra boschi, prati, seminativi e piante arboree da legno pregiato, mentre 102 ettari sono destinati a vigneto; oltre la metà reimpiantati negli ultimi 25 anni. Riguardo il pinot nero Ottavia Vistarino ha privilegiato la scelta di portainnesti e cloni, tutti importati direttamente dalla Francia, con caratteristiche produttive ben precise: bassa produzione, grappolo, acino piccolo e soprattutto potenziale aromatico. – La geografia della Tenuta è caratterizzata da un mosaico di piccole unità sparpagliate su una superficie molto estesa. Il lavoro di zonazione per ottimizzare l’interazione tra vitigno e terroir è stato davvero molto lungo e dettagliato, e continuerà nei prossimi anni fino a coprire l’intero patrimonio vitato – spiega Ottavia Vistarino.
Abbiamo già parlato del fatto che il pinot nero rappresenta in tutto e per tutto il cavallo di razza di Conte Vistarino. L’azienda coltiva una decina di cloni di questa varietà su oltre 65 ettari e la vinifica per il 50% in bianco. Altri vitigni presenti sono: pinot Grigio (2 ha), chardonnay (7 ha), croatina (10 ha), riesling renano (7 ha), moscato (7 ha) e barbera (2 ha) oltre a cabernet sauvignon, vespolina e uva rara (per 2 ha in totale). La forma di allevamento più utilizzata è il guyot con inerbimento interfilare e lavorazione sulla fila. I vigneti godono di altitudini ed esposizioni molto diverse tra loro. I terreni sono caratterizzati da marne argillose e si presentano prevalentemente calcarei (circa il 50% della composizione dei suoli) con percentuali variabili di argilla, sabbia e limo. La cantina di Rocca de’ Giorgi conduce tutti i vigneti secondo un’agricoltura integrata a basso impatto ambientale che punta ad ottimizzare le caratteristiche naturali di ogni parcella. Vengono utilizzati perlopiù concimi organici, compreso compost urbano certificato, e soltanto se necessario viene somministrato un ulteriore supporto – in dosi minime e per via fogliare – per non disperdere nel terreno alcuna sostanza superflua.

Conte Vistarino vini

A Rocca De Giorgi la biodiversità è intrinseca nella conformazione stessa del territorio che è di tipo collinare, e si sviluppa su circa 250-300 metri sul livello del mare e di cui un terzo (circa 300 ettari) è ricoperto da boschi, il vero polmone di questa azienda. Un unicum nel proprio territorio, con una perfetta alternanza di zone boschive, seminativi e vigneti. Al fine di rispettare la biodiversità che caratterizza il suddetto comune, si è scelto di non praticare un’agricoltura intensiva, ma estensiva, più rispettosa dunque e sostenibile; con un utilizzo praticamente nullo dei fertilizzanti chimici e lavorazione del terreno ridotta ai minimi termini. Dal 2013 i vini nascono sotto la supervisione tecnica di Beppe Caviola mentre in vigna le attività agronomiche sono affidate a Marco Cau con la consulenza dell’agronomo piemontese Giampiero Romana.
Avremo modo di approfondire tre etichette della gamma: Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero Dosaggio Zero 2016 1865, Oltrepò Pavese Riesling Rìes 2022, Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Pernice 2020.

Andrea Li Calzi

08/2015

Non è poi così semplice produrre vini gradevoli da bere, eleganti, mai sopra le righe. Dall’azienda Conte Vistarino, dai circa 800 ettari di natura, di cui quasi 200 coltivati a vigneto, giungono vini che si lasciano apprezzare proprio per non risultare mai pesanti alla beva. Ne abbiamo provati due, che presentiamo di seguito. Un pinot nero vinificato in bianco, frizzante, di rara precisione ed eleganza, sempre ottimo da bersi e tra quelli proponibili anche durante un’estate calda come la presente e, a seguire, una bonarda concreta ma bevibile, da accompagnarsi con piatti più strutturati.

Vini degustatiAnnataPrezzoVoto
Bonarda dell'Oltrepò Pavese Alcova 2014 da 7,50 a 10 euro @@@
Oltrepò Pavese Pinot Nero Vigna del Castello 2014 da 7,50 a 10 euro @@@@
Oltrepò Pavese Metodo Classico 1865 Pinot Nero Dosaggio Zero2016da 34 a 38 euro@@@@@

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